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domenica 29 luglio 2018

Linguine al sugo di polpo.



Il polpo mi piace cucinarlo soprattutto in insalata ma questa volta ho provato a trasformare la ricetta del polpo affogato in un piatto unico: un primo ricco e molto saporito!

Ingredienti per 4 persone:
  • Polpo da  1,5 kg
  • 700 gr di pomodori pelati  
  •  2 spicchi d'aglio
  • 1 cipolla grande
  • 1 peperoncino rosso
  • Olio extravergine d'oliva
  •  Sale
  •  Pepe
  • 500 gr di linguine


 Sbucciare gli spicchi d'aglio. Scaldare un fondo d'olio in un tegame di terracotta insieme agli spicchi d'aglio e alla cipolla tagliata a fettine sottili. Nel frattempo dividete la testa dei polpo dai tentacoli, tagliateli a piccoli pezzi e metteteli nel tegame con l'olio sfrigolante. Pulite un peperoncino piccante, rimuovete i semi ed unitelo al tegame; salate e pepate a piacere. Quando il polpo è ben rosolato e si sarà asciugato dal liquido che avrà rilasciato, sfumatelo con mezzo bicchiere di vino rosé e unite la passata di pomodoro. Coprite il tegame con un coperchio e lasciate cuocere per un'ora o fino a che il polpo non risulti molto tenero. A cottura ultimata fate bollire le linguine e conditele con il polpo affogato..

Song: "Killing In the Name" Rage Against The Machine



"Rage Against the Machine” è un album che  lascia  presagire, perfino dalla copertina, l’intenzione della musica espressa al suo interno. Nello scatto che valse al fotografo Malcom Browne il premio Pulitzer nel 1963, era stata impressa l’immagine di un monaco buddista che si toglieva la vita dandosi fuoco. Questa foto decisamente scioccante fu scelta dalla band per la cover del loro album d’esordio. “Rage against the machine” è un album rabbioso, inquietante, minaccioso, una bomba che si deflagra in faccia all’ascoltatore, con 10 brani che suonano come una chiamata alla battaglia, per difendere i tuoi  ideali e per chiamare guerra al nemico, al capitalismo e alla destra. D’altronde  i Rage Against the Machine sono attivisti politici schierati su vari fronti ed impegnati in prima persona in lotte sociali, ambientali e animaliste. Uscito per la Epic nel 1992, l’album è stato un successo immediato, trascinato soprattutto dal primo singolo “Killing In The Name”, che all’epoca venne censurato da MTV e dai maggiori network radiofonici statunitensi. Le due menti geniali dietro a tutto questo erano il chitarrista newyorkese  Tom Morello e il rapper chicano Zack De La Rocha coadiuvati da Brad Wilk alla batteria e Tim Commerford al basso. L’album  fonde rap, l’hip pop, il post-punk, l’heavy metal e l’hard rock  senza aver mai fatto ricorso a suoni campionati, tastiere o sintetizzatori. “Rage Against The Machine” parte subito in maniera incendiaria con  “Bombtrack” che gode di una pesantezza ritmica pazzesca, quasi opprimente in cui i suoni della  chitarra di Morello evocano scenari di guerriglia urbana sopra ai quali  De La Rocha sputa veleno rappando. La successiva “Killing In The Name” vira su suoni metallici, sempre molto contaminati. La rabbia sprigionata dal brano, l’attacco frontale al sistema, e soprattutto la censura applicata dai media resero il brano famoso e pericoloso . Con “Take The Power Back” si torna a rappare mentre la successiva “Settle For Nothing” è un oscuro e disperato metal tune. In “Bullet In The Head” Morello sperimenta sonorità noisy , e poi arriva l’ennesimo classico,  “Know Your Enemy”  un funk metal con un ospite vocale: Maynard James Keenan dei Tool .  “Wake Up” è un altro esempio della bravura della band a miscelare i vari generi presenti nell’album  e “Fistful Of Steel” è ennesimo atto d’accusa messo in musica.  “Township Rebellion” è un fantastico pot-pourri che unisce Led Zeppelin, Stooges, Public Enemy e Sonic Youth. In conclusione troviamo “Freedom”, dedicata a Leonard Peltier, attivista politico imprigionato  a seguito delle sue battaglie in difesa dei nativi americani .Rage Against The Machine, vero e proprio manifesto programmatico non solo di una band, ma di un’intera generazione che ha trovato nelle sonorità violente e oneste dell’album uno specchio di una realtà scomoda che per la prima volta viene portata alla luce in maniera lucida e consapevole.


domenica 22 luglio 2018

Tartare di melanzane e capperi con burrata.



E' un'estate molto calda e per combattere l'afa mi piace preparare piatti freddi utilizzando soprattutto verdure, magari arricchite con una fantastica burrata!

Ingredienti
  • 600 g di melanzane
  • 300 g di pomodorini a grappolo
  • 80 g di olive nere snocciolate
  • 2 cucchiai di capperi
  • 1 burrata
  • olio extravergine di oliva q.b.
  • sale q.b.


Lavate bene le melanzane poi asciugatele e adagiatele su di una teglia foderata con carta da forno. Infornate in forno già caldo a 190°C e fate cuocere per un’ora. Terminata la cottura togliete le melanzane dal forno e facendo attenzione a non bruciarvi privatele della buccia e dei piccioli.
Trasferite la polpa di melanzane all’interno di un colino e lasciate scolare il liquido in eccesso dopodiché tagliate la polpa di melanzane a pezzi grossi e mettetela in una terrina capiente. Lavate i pomodorini tagliateli a metà, poi tagliate le olive a rondelle, e sciacquate i capperi dal loro liquido di conservazione.

Unite i pomodorini, i capperi e le olive alla polpa di melanzane, mescolate bene e condite con olio e sale in base al vostro gusto. Con l’aiuto di un coppapasta formate quattro tortini sui diversi piatti da portata e decorate a piacere con la burrata sfilacciata….

Song: "Perfect Day" Lou Reed



Questa settimana ho messo spesso sul piatto uno dei miei album preferiti di Lou Reed,  Transformer. Uscito nel novembre 1972, è uno di quei dischi che ti fa capire quanto sono importanti le collaborazioni giuste nel mondo della musica.
L'album era in parte un tributo alla scena artistica di Andy Warhol a New York, e l'effetto 'trasformativo' della sua influenza sugli artisti più giovani che erano entrati in contatto con lui. Spesso diventavano il soggetto creativo di Warhol in quella babilonia chiamata Factory, originariamente nell' East 47 th Street a Manhattan, dove Reed passava molto tempo.
Andy Warhol era stato inizialmente un grande sostenitore e sponsor dei Velvet Underground, perché in quel momento sosteneva di aver smesso di credere nella pittura e voleva unire musica e arte. Reed ha detto che Warhol ha acquistato tutta l'attrezzatura della band e li ha anche letteralmente mantenuti alla Factory.
Il primo album da solista omonimo di Reed dopo che lasciò i Velvets  floppò,  La sua carriera da solista sembrava morta prima di iniziare, ma proprio in quel momento, David Bowie, un superfan di Velvet Underground, stava finalmente ottenendo il riconoscimento ufficiale, ed era determinato a usare i suoi talenti e la sua nuova fama per far luce sul suo idolo. Alcuni mesi dopo, hanno iniziato a lavorare su Transformer . Il piano era di registrare e produrre Transformer assieme a Mike Ronson, il suo chitarrista dell’epoca, come un album molto semplice - usando solo basso, batteria, due chitarre, con sovraincisioni se necessario.
Mick Ronson ha detto che Lou Reed era così rilassato durante le registrazioni che spesso la sua chitarra non era nemmeno accordata. 
L'album inizia a tutto vapore con il rocker glam di Vicious.  Puoi solo dire che i ragazzi si sono divertiti tanto a registrare questa canzone. È energica nel senso che mantiene quel ritmo veloce ma anche il suono sciolto, rimbalzante con quel riff di chitarre killer e assolo insieme alla grande linea di base e alla batteria, e spensierata con Lou Reed che non prende sul serio i testi e li biascica,. Questi elementi sono tutti avvolti insieme con un’ alchimia perfetta.
Andy’s Chest inizia molto lentamente, con Lou Reed che canta con poco accompagnamento da qualsiasi strumento e presto si trasforma in un suono carico di funk con cori alla “Beach Boys” eseguita da David Bowie. E’ una canzone con un testo apparentemente nonsense ma in relatà dedicata ad Andy Warhol che nel 1968 fu colpito al petto da una femminista pazza rischiando di morire. Il risultato dell'attacco lasciò il petto di Warhol completamente sfregiato.
Perfect Day..chi non ama questa canzone? È così bella. Fin dall'inizio ti cattura con un bel suono di pianoforte e batteria mentre Lou ci parla di questa fantomatica giornata perfetta e le chitarre aggiungono emozione e bellezza a una canzone già perfetta e poi, il coro entra come un coro di angeli, tutto culmina qui. Il piano, le percussioni, gli archi e Lou stesso.
Si dice che in realtà Reed non parlasse di amore in questa canzone ma dell’effetto dell’ eroina, e di come ti fa sentire così bene fino al punto in cui ti senti come se nulla potesse farti abbattere. Ma in entrambi i casi lo si interpreti, è una canzone fantastica.
Come Vicious, Hanging Round è un'altra canzone rock davvero veloce che si adatta molto bene al resto dell'album con l'atmosfera pop divertente.
Walk on The Wild Side altro gioiello, ci racconta di ragazze  che vengono a New York City e diventano prostitute. "Fai una passeggiata sul lato selvaggio" è ciò che dicono ai potenziali clienti. Ogni verso introduce un nuovo personaggio. C'è Holly, Candy, Little Joe, Sugar Plum Fairy e Jackie. I personaggi sono tutti complici della famigerata fabbrica di Andy Warhol, come lo era Lou.
Reed ha avuto un'empatia per questi personaggi che viene fuori nella canzone, mentre lottava con la sua sessualità per la maggior parte della sua vita."Little Joe" si riferisce a Joe Dallesandero, che era anche uno dei “figli” di Andy nella fabbrica. Era in diversi film di Warhol. Sugar Plum Fairy è il soprannome dell'attore Joe Campbell.
"Holly", "Candy" e "Jackie" sono ispirati da Holly Woodlawn, Candy Darling e Jackie Curtis. Sono tutte vere drag queen che sono apparse nel film di Warhol del 1972, Women In Revolt . Woodlawn è apparso anche nel film di Warhol del 1970 Trash , e Curtis era nel film di Warhol del 1968, Flesh .
"La tua faccia quando dorme è sublime
E poi apri gli occhi ... " così inizia Make up. La canzone parla di un uomo innamorato di un travestito.  La maggior parte del testi è vaga sul sesso della persona che si mette il trucco, credo che sia intenzionale. Ma il coro "... stiamo uscendo, fuori dai nostri armadi, fuori per le strade ..." dovrebbe rimuovere ogni dubbio.
Lou Reed non ha mai avuto paura di sollevare questioni di sessualità. Basta guardare la copertina dell'album, per non parlare del suo nome "Transformer".
Poi Lou Reed torna in pista con un altro classico, Satellite of Love. Questa canzone mostra  il forte senso di Lou per la melodia quando canta di come quel “satellite d'amore nel cielo lo allontana dalla sua mente”. E poi arriva Bowie con il suo coro multitraccia, che non è altro che beatitudine per le nostre orecchie.
Wagon wheel è un'eccellente canzone rock e in realtà esalta la produzione di David Bowie e Mick Ronson, mentre New York Telephone Conversation è una canzone abbastanza divertente ma forse usata come riempitivo che non aggiunge un gran chè all’album.
Con qualche buona vecchia chitarra, basso, Bowie in coro e qualche incantesimo rock and roll, I'm So Free dona un po 'di vita in questo album che si è ridotto nel suo potere per l'ultimo paio di canzoni.
Goodnight Ladies un addio incantevole a tutti i personaggi che popolano l'album. Con un affascinante riff di clarinetto in stile New Orleans e un tocco quasi Tin Pan Alley, puoi sentire il sipario che si chiude mentre Reed ci saluta. È ben presentato e un esempio finale del sequenziamento impeccabile che contribuisce a rendere questo disco un capolavoro.

domenica 15 luglio 2018

Insalata con salmone marinato al pepe rosa.




Adoro il pesce crudo, lo mangerei continuamente e avendo la fortuna di abitare al mare questo capita spesso! Questa volta ho preparato un'insalata di salmone marinato nel pepe rosa e ho unito pomodori e avocado per renderla ancora più ricca di gusto.

Ingredienti:
  • salmone fresco sfilettato (abbattuto)
  • aceto di vino bianco
  • succo di un limone
  • sale
  • pepe rosa
Per l’insalata
  • avocado maturo
  • lattughino rosso
  • lattuga romana
  • valeriana
  • semi di sesamo
  • olio extra vergine d’oliva
  • succo di limone
  • sale
  • pepe
  • menta

La sera prima preparate il salmone marinato: lavate il salmone già pulito e sfilettato in acqua fredda e asciugatelo per bene, tagliatelo a fette molto sottili con un coltello affilato. Cospargetelo con aceto, succo di limone, un pizzico di sale, pepe. Lasciatelo a macerare in frigo per 10-12 ore. Pulite l'insalata.  Aggiungete il salmone e cospargete con semi di sesamo . Tagliate l’avocado a fette e unitelo all’insalata. condite con una vinagrette di limone, sale olio e menta..

Song: "Stand By Me" Oasis



“Be Here Now “segna il punto in cui gli Oasis hanno iniziato ad essere antipatici ad un po’ di gente. La band è stata portata all’olimpo delle star grazie a (What's the Story) Morning Glory? , che è giustamente riconosciuto come una pietra miliare della musica rock degli anni '90, ma pian piano l'egocentrismo e l'eccesso dei fratelli Gallagher avevano iniziato ad acuire la percezione critica del gruppo. Quindi, quando Be Here Now si rivelò essere un colosso gonfiato e auto-indulgente, i potenti si affrettarono a proclamare che i ragazzi di Manchester con un talento soprannaturale erano già sopravvissuti alla loro utilità. Tuttavia, respingere questo disco come un tragico caso di estraniazione artistica significa trascurare quella che è in realtà: una eccellente collezione di tracce. In effetti, direi che Be Here Now è uno dei dischi più giudicati ingiustamente degli anni '90. Sì, l'album è un po’ troppo lungo, con praticamente tutte le tracce che girano almeno un minuto di troppo sul retro della chitarra masturbatoria, ma la melodia centrale / gancio su ogni canzone per me è molto bella. Il chitarrista di Noel Gallagher è particolarmente impressionante, e il lato positivo della fustigazione delle chitarre spesso diffamata dal disco è che Noel ha finalmente dato alla sua enorme maestria uno spazio sufficiente per brillare. La voce di Liam ha iniziato a mostrare segni di usura, ma ho difficoltà a capire come qualcuno possa essere stato un fan del suo idiosincratico cantilenare su LP precedenti e non gradire i suoi contributi qui. La critica più giustificabile che si può esprimere a Be Here Now è una mancanza di punti salienti della carriera. Non c'è nulla qui che si avvicina remotamente allo standard incredibilmente alto impostato da precedenti successi come "Supersonic", "Wonderwall" o "Champagne Supernova", anche se scommetto che Noel pensava di averlo davvero superato con singoli "enormi" assolutamente singolari come "D’You Know What I Mean??" e "All Around the World" ... Fortunatamente per gli apologisti come me, l'album compensa la mancanza di un centrotavola ovvio con un delizioso piatto di successi minori e tagli profondi sottovalutati. "Stand By Me", "I Hope, I Think, I Know", e anche "Do not Go Away" sono impressionanti tracce di "second-tier" che in qualche modo non hanno mai guadagnato il tradizionale apprezzamento. Ho anche un amore innaturale per  "Fade In-Out", che si riscatta principalmente con quel muro ipnotico di riverbero blues (piccola chicca: alla chitarra slide c'e Johnny Deep che all'epoca si godeva la vita assieme ala dea Kate Moss). Le prime nove tracce del disco sono in realtà tutte molto buone, con il disco che non ha fornito un evidente passo falso fino all'assurda devozione dei Beatles su "All Around the World".. ma quanto è bello cantarla sotto la doccia! Forse la cosa più frustrante di Be Here Now è che probabilmente ha un album davvero classico di 45 minuti nascosto da qualche parte al suo interno, se solo i ragazzi avessero abbandonato le ultime due tracce e tagliato 2 minuti di grasso da una mezza dozzina di altre selezioni. Credo che, se preferite i brani più accattivanti e relativamente modesti del Britpop che formano il grosso di Definitely Maybe , probabilmente troverete Be Here Now ponderoso e relativamente privo di melodie vocali iconiche. Ma se siete in qualche modo inclini verso i momenti incentrati sulla chitarra della band, fatevi un favore e comprate questo album. È certamente un passo indietro rispetto a Definitely Maybe e Morning Glory , ma è una degna aggiunta al catalogo Oasis che supera i suoi evidenti difetti per diventare qualcosa di classico e piacevole. all’ascolto.

domenica 8 luglio 2018

Farinata con pesto e stracchino.



Si narra che la farinata sia nata per errore durante una tempesta, intorno al 1200, quando l’imbarcazione dei genovesi imbarcò molta acqua e gli sballottamenti della nave furono così forti da rompere i barattoli di ceci. Crearono così una purea di ceci che però rifiutarono tutti, lasciando il loro piatto al sole. Il giorno dopo si dice che la assaggiarono nuovamente apprezzandone il sapore. La ricetta di per se è semplice ma la cottura richiede un po di pratica perché la farinata buona deve essere : cotta bene, croccantina sopra, morbida dentro e lucida e senza crosta sotto. È buonissima da sola ma a me piace molto offrirla ai miei ospiti con lo stracchino e il pesto!

Ingredienti:
300 gr di farina di ceci
1 lt d'acqua
160 ml di olio extravergine d'oliva
1 cucchiaino di sale fino
50 gr di stracchino
Qualche cucchiaio di pesto

Mettete in una terrina la farina di ceci, fate un buco al centro e versate mano a mano l'acqua. Mescolate il tutto per bene fino ad ottenere un composto omogeneo e lasciate riposare il composto per almeno 4 ore mescolando di tanto in tanto. Aggiungere ora il sale e metà dell'olio e mescolate. Versate il composto in una teglia ricoperta con il restante olio e mettete in forno già caldo a 220 gradi. Cuocete la farinata per un'ora a 220°. Prima di servirla, quando è ancora bollente, spalmate sopra alla farinata lo stracchino e qualche cucchiaio di pesto. Tagliate la farinata di ceci a spicchi e servitela calda..

Song: "Hush" Deep Purple



Shades Of Deep Purple me lo ha regalato la
mia amica Katia e ne sono stata felice perchè amo gli album di debutto. E questo ha un suono molto diverso da quello che sarebbe stato il sound futuro della band. La prima formazione comprendeva Ritchie Blackmore alla chitarra, Rod Evans alla voce, Jon Lord alla voce / organo Hammond, Ian Paice alla batteria e Nick Simper al basso / voce. Il debutto del gruppo, Shades of Deep Purple è uscito nell'estate del '68. Anche se non ha guadagnato molta attenzione o vendite nel  Regno Unito, è stato un successo negli Stati Uniti, dove si è adattato meglio stilisticamente. Le grandiose fusioni di cover songs con lunghe introduzioni sono stati alcuni dei primi esempi di progressive rock con un pizzico di musica psichedelica anni '60. Inoltre, l'etichetta americana del gruppo, Tetragrammaton, era attivamente alla ricerca di una band britannica con cui lavorare  e offriva un supporto molto più incisivo a questa nuova band rispetto a quanto avrebbe fatto una qualsiasi etichetta inglese affermata. L'album è principalmente composto da cover e questo lo rende leggermente privo di identità ma ce n’è una che mi fa impazzire ogni volta che l’ascolto : la versione fenomenale  di "Hush", scritta dal country  songwriter Joe South, che abbandona lo stile originale avventurandosi nel dominio dell'heavy metal psichedelico..ma andiamo con ordine! Lo strumentale "And the Address" da il via all’album con il lungo rombo rotante dell'organista Jon Lord. Questo accelera a un tono più alto dopo circa un minuto di introduzione prima di irrompere nel principale riff rock di Ritchie Blackmore con un guaito della chitarra mostrando la potenza dalla band fin dall'inizio . Poi arriva l’ululato di "Hush" ,  il più grande successo dei Deep Purple e un classico dell' hard rock. Un organo fischiato porta in scena "One More Rainy Day", dal sapore anni Sessanta, con voci cantonate di Rod Evans, un'interessante linea di basso rimbalzante di Simper, e riempimenti di tamburi ben animati di Ian Paice, ma praticamente nessuna presenza da parte della chitarra di Blackmore. Il lato A si chiude con la medley jam / cover di "Prelude: Happiness / I'm So Glad". Questo secondo grande strumentale contiene una fantastica marcia per batteria e un climax molto drammatico prima che tutto si risolva con il calmo riff di "I'm So Glad" di Skip James, che non è poi così diverso dalla precedente versione dei Cream nel loro album di debutto del 1966 , “Fresh Cream”, ma con una tensione un po 'più inquieta. La seconda parte del debutto inizia il forte "Mandrake Root" basato sul blues, con le voci profonde di Evans e una sezione ritmica trainante. Più tardi, Blackmore interrompe bruscamente con una sezione di piombo ricca di effetti, di ispirazione orientale, su questa canzone che ha preso il titolo da una pianta allucinogena. "Help!" È la migliore cover di questo primo album, con una vera intuizione di tastiera lunatica e quasi psichedelica . Evans qui ha una voce molto soul, probabilmente la sua migliore prestazione  vocale su quest’album, e dopo aver usato l'intro originale dei Beatles come un ponte, la canzone irrompe in una vetrina dei talenti di Lord e Blackmore prima di dissolversi dolcemente in un ritorno all'introduzione. "Love Help Me" è un originale di Blackmore ed Evans che è molto simile nell'approccio al Hush, ma si inclina maggiormente verso la musica e la voce degli anni sessanta e sembra soffrire in termini di produzione, poiché gran parte della strumentazione si perde nel mixaggio. La chiusura dell'album è un'altra jam / cover con una ripresa strumentale di "Mandrake Root" prima di trasformarsi in "Hey Joe", che sembra quasi un ripensamento, in quanto imita la versione di Jimi Hendrix ma in un modo più rilassato. Questo album secondo me va contestualizzato nel periodo storico sia della musica che della band; per me è un gran bell'album che lascia immaginare cosa verrà fuori negli anni successivi..ma ora che la puntina si alzata ed il braccetto è tornato al suo posto, vado a mangiare un pezzo di farinata!

domenica 1 luglio 2018

Carpaccio di melone e grana con glassa di aceto balsamico.


L'ultima puntata della stagione di "Cibo e Vino A 33 Giri"  abbiamo parlato di estate: musica, vino e cibi legati alla stagione appena arrivata e come antipasto ho proposto questo facile e gustoso carpaccio di melone e grana, un piatto veloce e veramente particolare , grazie anche all'aggiunta della glassa di aceto balsamico.

Ingredienti:

  • 1 melone retato
  • 1 pezzo di grana padano
  • Glassa di aceto balsamico
Pulire il melone dai semi, tagliarlo a fette fare delle striscie col pelapatate. Tagliare il grana allo stesso modo. Disporre nel piatto il melone, il grana e aggiungere l'aceto balsamico..

Song: "How Many More Time" Led Zeppelin 



Ogni volta che vado al supermercato ascolto i Led Zeppelin. Mentre aspetto il mio turno in coda alla cassa, circondata da mega carrelli stipati di cibo che potrebbe sfamare un intera nazione io mi perdo dietro alla  batteria di  John "Bonzo" Bonham, ai fantasmagorici giri di basso di John Paul Jones, agli assoli di Jimi Page e alla voce incredibile di Robert Plant. E il resto scompare. Anche se ci sono stati molti bei debutti nella storia del rock, si può sostenere che nessuna band ne abbia mai fatto uno  così rivoluzionario di quello dei Led Zeppelin nel 1969. Il gruppo ha pubblicato due album, Led Zeppelin (I)  all'inizio dell'anno e Led Zeppelin II nell'autunno del 1969. Entrambi questi album sono stati prodotti dal chitarrista Jimmy Page e fondevano il blues americano, l' hard core con il folk inglese e aggiungevano al mix indelebili riff di chitarra, ritmi di basso jazz, battiti di tamburi tonanti e voci di testa maestose con solo un tocco di psichedelia per forgiare una nuova direzione hard rock che durerà per decenni. I Led Zeppelin provenivano dagli ultimi giorni del gruppo britannico The Yardbirds, a cui Page si unì alla fine del 1966 mentre registravano il loro album "Roger the Engineer". Page voleva formare un supergruppo con il collega chitarrista Jeff Beck e alcuni membri degli Who. In quella sessione di registrazione c'era il bassista-tastierista John Paul Jones, un musicista londinese esperto e rispettato. Dopo che gli Yardbirds si sciolsero definitivamente nel luglio 1968, Page mantenne il nome del gruppo in cambio della promessa di esibirsi in concerto in Scandinavia. Parlarono di Page a Robert Plant, cantante dei “Band of Joy”. Plant accettò di collaborare con lui e, a sua volta, suggerì il batterista John Bonham, un amico d'infanzia. Jones completò il quartetto, inizialmente chiamato "The New Yardbirds".
Dopo aver completato il tour scandinavo, il gruppo è entrato in studio per registrare il loro primo album a settembre. Incredibilmente, dopo appena due mesi il gruppo è stato in grado di registrare e mixare l'album in soli nove giorni. Senza contratto di registrazione, Page e il manager Peter Grant hanno finanziato i costi di registrazione da soli, con Page che supervisionava di tutte le attività di produzione. Dopo che le registrazioni furono completate, la band cambiò il loro nome in Led Zeppelin quando gli ex membri degli Yardbirds minacciarono azioni legali. Il nome è stato suggerito dal batterista degli Who, Keith Moon  parlando con Jimmy Page, gli disse “Con quella formazione, precipiterai come un dirigibile di piombo” (‘With that lineup, you’ll go down like a lead zeppelin’).
Nel novembre del 1968, il gruppo firmò con Atlantic Records, un'etichetta che tradizionalmente corteggiava artisti blues, soul e jazz, ma con molta curiosità si stava aprendo al rock progressivo. Arrivando con "nastri in mano", i termini del nuovo contratto erano favorevoli alla band, garantendo molta autonomia ai Led Zeppelin sul contenuto, il design e la promozione di ogni album.
Secondo Page, il primo album è principalmente un album dal vivo:  l'apertura "Good Times Bad Times" mostra l'inventiva compositiva del gruppo entro i primi 15 secondi, trasformando l'intro del metronomo in un riff. A partire dalla seconda strofa della canzone, Jones si distingue davvero e fa una presenza al basso, con i riempimenti esterni aggiunti tra le parti.  Page ha alimentato la sua chitarra attraverso un altoparlante Leslie per creare un effetto vorticoso. Nel complesso, la canzone è stata molto più avanti dei suoi tempi e ha preparato il terreno per molte più eccellenze a venire.
La band mostra immediatamente il suo lato opposto in "Babe, I'm Gonna Leave You". Il modello di chitarra più tradizionale, è stato dapprima separato da un interludio acustico simile a quello spagnolo, ma in seguito sostituito da un vero e proprio assalto elettrico una volta descritto come lo "Zeppelin che ha lanciato la sua prima bomba".
 "You Shook Me",è una canzone di Willie Dixon qui trasformata dalla chitarra spaziale di Page e dalla voce beffarda di Robert Plant una vera sorpresa : tutto eccellente, a partire dall'organo soul di Jones, dall'armonica blues di Plant e dalla chitarra di altro mondo di Page.La prima parte del primo album termina con "Dazed and Confused", uno dei brani più famosi dei primi anni di Zeppelin. Il  suono hard rock di questa traccia hanno forgiato un modello per i Black Sabbath e molti altri gruppi  "oscuri" degli anni '70, poi semplicemente noti come heavy metal. La canzone è stata scritta da Jake Holmes nel 1967. Holmes ha aperto per The Yardbirds in un concerto a New York e Page ha immediatamente iniziato ad adattare la canzone per un arrangiamento rock. Due anni dopo, la versione dei Led Zeppelin prevedeva lunghi passaggi strumentali e una chitarra unica al centro. Dopo l'uscita di Led Zeppelin I, il gruppo ha continuato a sviluppare la canzone dal vivo, estendendone gradualmente la durata a più di mezz'ora.
"Your Time Is Gonna Come" inizia con l' intro di organo di Jones, poi Bonham  tuona con un colpo di tamburo impenitente, accompagnando la chitarra acustica folk di Page in un bellissimo contrasto melodico. Da qui, è una canzone pop totalmente piacevole con Page che suona una chitarra in acciaio a pedali per un effetto country durante i ritornelli e il secondo verso. "Black Mountain Side" è una canzone che sembra fuori luogo in questa parte dell'album, sebbene sia certamente una melodia ipnotizzante. Il batterista e sitarista Viram Jasani ha suonato il tabla in pista, aggiungendo un leggero sapore orientale.
"Communication Breakdown "è un hard rock puro, con la voce di Plant  disperata nel più alto dei registri, completata dalla batteria di Bonham, che sembra amplificata . Al contrario, Page e Jones giocano ad un ritmo piuttosto costante e questa è una delle poche canzoni in cui Page canta una voce di accompagnamento. Segue una seconda cover di Willie Dixon, "I Can not Quit You Baby", ma è molto meno interessante della precedente.
"How Many More Times" è il culmine assoluto dell'album, mettendo insieme i precedenti elementi introdotti nel debutto di Zeppelin. Le varie sezioni di questo brano sono straordinariamente brillanti:  la sezione centrale di "How Many More Times" contiene complessi riempimenti di tamburi quasi cerimoniali e la chitarra suonata con l'arco. La canzone diventa sempre più intensa prima di costruire verso la sezione di marcia e il climax musicale lanciato dal prolungato wail di Plant e poi il verso finale in cui Bonham va assolutamente fuori di testa alla batteria e Plant grida se stesso senza senso…
“Signora? Sono 25.50€."
Signora. Con la sua voce nasale la cassiera mi riporta alla realtà..chissà se conosce i Led Zeppelin?