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domenica 26 agosto 2018

Spaghetti di verdure gratinati con stracciatella di burrata.


Questa ricetta può essere utilizzata come antipasto o come piatto unico, dipende da quanta fame avete! Il modo più economico per preparare gli spaghetti di verdure consiste nell'armarsi di pazienza e nell'affettare gli ortaggi prescelti con un coltello ben affilato o con la mandolina. Il coltellino sbucciamela si adatta bene a formare delle tagliatelle di carote o di zucchine. Tra le bancarelle delle fiere di paese potrete trovare tanti attrezzi manuali che vi aiuteranno a tagliare gli ortaggi a filini, a listarelle o a spirale. In alternativa, si trovano in vendita degli strumenti affettaverdure appositi e delle lame speciali da abbinare al robot da cucina o da utilizzare manualmente..oppure potete andare all'Esselunga e comprarle già pronte!

Ingredienti:
  • due zucchine
  • 2 carote
  • un pezzo di zucca
  • qualche cucchiaio di stracciatella di burrata pugliese
  • olio extravergine d'oliva
  • pangrattato q.b.
  • menta disidratata
  • sale, pepe
Accendere il forno a 180°. Pulire le verdure e tagliarle con l'apposito strumento poi metterle in una ciotola capiente e condirle con le spezie, l'olio e il pangrattato, mescolando per bene. Ungere dei pirottini di alluminio usa e getta e trasferirvi un nido di spaghetti aiutandovi con le pinze da cucina. Sistemate bene e infornate per 20 minuti dopodiché impiattate formando una base di stracciatella di burrata su cui adagerete i nidi di verdure...

Song: "Be My Baby" The Ronettes.

Una settimana fa sono stata alla Soffitta nella strada a Sarzana e cercando tra le bancarelle dei dischi qualche tesoro nascosto, mi è finito tra le mani un vinile dalla copertina più brutta che sia stata realizzata ma dal titolo molto invitante: Phil Spector 20 gratest hit. Preso, portato a casa, messo sul piatto e… BOOM : venti perle infilate una dietro l'altra, nate dalla visione artistica di questo geniale produttore che con il Wall of Sound  aprì illimitate possibilità di arrangiamenti e costruzioni sonore influenzando un’infinità di artisti. Spector inizia la sua carriera nel 1958 con una band, The Teddy Bears, in cui era una chitarra e compositore, e voce di supporto. Gli altri componenti dei Teddy Bears erano Annette Kleinbard, Harvey Goldstein (che fu licenziato da Phil poco dopo la creazione del gruppo perché suonava male il basso) e Marshall Lieb. Il loro primo singolo fu la ballata in stile del Brill Building Pop " To Know Him Is To Love Him, “ una composizione intitolata come l'epitaffio di suo padre defunto, che li portò al numero 1 della rock chart. La carriera musicale di Spector non poteva iniziare meglio. Dopo lo scioglimento dei Teddy Bears, Spector cominciò a dedicarsi esclusivamente all'attività di produttore. Fu la mossa vincente: in studio di registrazione sviluppò quella tecnica nota come Wall of Sound che divenne il suo vero marchio di fabbrica e lo consegnò direttamente ai manuali di storia della musica. Il Wall of Sound consisteva nel far registrare insieme moltissimi musicisti, con parti armonizzate o anche all'unisono, per ottenere un suono “da orchestra”, pieno e denso di riverbero, perfetto per la radio e i jukebox. Alla classica strumentazione basso-chitarra-batteria, venivano aggiunti strumenti tipici della musica orchestrale quali archi, ottoni, triangoli, timpani e percussioni che mai, in precedenza, erano stati utilizzati nella musica pop e che venivano registrati e poi sovrapposti (raddoppiandoli e triplicandoli) per ottenere un suono quasi unisono ed arrivare così ad un effetto di riverbero ed un suono più denso, quasi ad avvolgere l'ascoltatore in una massa sonora continua e che lo stesso Spector amava definire "un approccio wagneriano al rock & roll" Un metodo allora degno di un folle visionario. La prima metà degli anni '60 lo vede impegnato soprattutto con le Ronettes, gruppo femminile schiettamente pop di cui sposerà la bella Veronica Bennett. "Be my baby" é  il tipico esempio di come l'uso dell'orchestra renda il suono incredibilmente pieno pur rimanendo una canzone pop. Altro gruppo femminile lanciato da Spector, le  Crystal,che  grazie al suo tocco magico dal  1961 al 1964 hanno sfornato grandi hit come "There's No Other (Like My Baby)", "Uptown", "He's Sure the Boy I Love", "He's a Rebel", "Da Doo Ron Ron", "Then He Kissed Me". Ha lavorato anche con artisti come la grande Darlene Love, con i singoli "Wait Till My Bobby Gets Back Home" o “Today I Met the Boy I'm Gonna Marry", Bob B. Sexx & The Blue Jeans (gruppo di Darlene Love e Gloria Jones, moglie di Marc Bolan, che dei T. Rex), con "Zip-A-Dee-Doo-Dah" o i Righteous Brothers, che hanno ottenuto successo con canzoni prodotte da Spector come " You've Lost That Lovin’ Feelin” e " Unchained Melody". Con la sua etichetta, la Philles Records, produsse nientemeno che “River Deep, Mountain High” di Ike e Tina Turner alla fine degli anni '60.  Fu a lui che nel 1970 John Lennon e George Harrison, a Beatles già sciolti e senza dire niente a Paul McCartney, si rivolsero per chiedergli di mettere mano ai mix dell'abortito LP Get Back. Il risultato fu appunto l'album Let It Be, un altro enorme successo commerciale da numero uno in classifica. Per gli anni successivi rimarrà legato professionalmente a Lennon e Harrison, producendo per esempio Imagine del primo e The Concert for Bangladesh del secondo.A metà degli anni '70, precisamente nel 1974, fu coinvolto in un grave incidente automobilistico che gli costò diversi interventi chirurgici alla testa e probabilmente anche danni cerebrali irreversibili. Iniziò a comportarsi in modo strano. In circostanze mai del tutto chiarite, una volta minacciò Leonard Cohen con una balestra e un'altra tirò fuori una pistola durante una riunione con i Ramones, dei quali produsse uno dei loro album più fortunati, End Of The Century del 1980.Da allora rimase perlopiù inattivo per tutti gli anni '80 e '90, fino al definitivo tracollo all'inizio del nuovo millennio: il 3 febbraio 2003 l'attrice hard Lana Clarkson fu trovata morta nella casa di Spector ad Alhambra in California. Il cadavere aveva chiaramente ricevuto un colpo di pistola in bocca, che Spector attribuì a un incidente causato dalla donna stessa, giocando con l'arma. Ma la difesa era fragile: risultò che altre volte in passato Spector aveva puntato pistole contro le donne che lo respingevano. Il tribunale lo dichiarò colpevole di omicidio e attualmente il produttore sconta una pena di 19 anni di carcere…la fine ingloriosa della carriera di un genio .

domenica 19 agosto 2018

Medaglioni di zucchine al brie.





Sono appena tornata da una vacanza a Collagna, in provincia di Reggio Emilia e mi sono portata a casa le verdure dell'orto di un signore molto gentile che me le ha regalate un pomeriggio in cui passavo davanti a casa sua con la mia famiglia per una passeggiata: abbiamo chiacchierato qualche minuto e poco dopo ci ha offerto zucchine, pomodori e insalata. Questo gesto incredibilmente gentile ha ispirato la ricetta di questa domenica!

Ingredienti:
  • 2 zucchine grandi
  • 2 pomodori
  • 1 fetta di formaggio brie (125 gr)
  • 2 bicchieri di farina
  • 1 bicchiere d'acqua
  • 1 uovo
  • Sale, pepe
  • Olio di semi

Lavare e spuntare le zucchine tonde. Tagliarle a fette non troppo spesse nel senso della larghezza. Metterle in uno scolapasta con una manciata di sale,  girarle e tenerle sotto peso per circa 30 minuti. Preparare la pastella: in una ciotola sbattere l’uovo con l’acqua, il sale e il pepe. Incorporare la farina setacciata e mescolare il tutto con una frusta fino ad ottenere un composto omogeneo, con una giusta consistenza. Eliminare l’acqua di vegetazione in eccesso dalle zucchine pressandole con le mani e tamponarle con carta cucina o un canovaccio pulito. Preparare i medaglioni: tagliare a fettine il brie e i pomodori, farcire una fetta di zucchina con fettine sottili di brie e pomodoro , poi ricoprire con un’altra fetta di zucchina. Fermare con uno stecchino, continuare a fare gli altri medaglioni e adagiarli su di un vassoio.Far scaldare abbondante l’olio in un tegame capiente.Immergere uniformemente i medaglioni nella pastella uno per volta ed eliminare lo stecchinoFriggerli  sino a quando risulteranno ben dorati da ambo i lati. Disporli su di un piatto con carta assorbente senza sovrapporli, tamponare con altra carta.Aggiustate di sale servirli caldi o tiepidi..



Stavo finendo di scrivere alcuni pensieri su un altro artista quando mi è arrivata la notizia della scomparsa di Aretha Franklin..la mente è volata all’ultima volta che ho ascoltato un suo vinile: era l’8 marzo e mi trovavo a “Il Poggio” per una serata di storytelling tutta al femminile. Sul finire di quella che è stata un’occasione veramente speciale ho messo sul piatto il 45 giri di “ (You Make Me Feel Like) A Natural Woman”.. dopo la prima strofa la mia cara amica Enrica, bravissima cantante, si è “unita” al coro di Erma e Carolyn e da quel momento si è creata la magia: tutte le donne presenti in sala hanno iniziato a cantare regalandomi un’emozione infinita. Perché in quel momento c’era un po’ di Aretha in ognuna di noi..Aretha Franklin lascia un'eredità di inni indelebili che hanno risuonato profondamente con le donne celebrando la loro forza e individualità. Aretha era emotivamente complessa, una donna che amava il suo stato da diva ma le cui vulnerabilità e insicurezze venivano celate dalla sua immagine pubblica forte e sicura di se. Il suo successo pubblico mascherava una vita privata piena di turbolenze e perdite, creando un personaggio intrigante guidato da forze contrastanti: lady soul era sfacciata ma naturalmente timida, scaltra ma introversa, fiduciosa ma spericolata.
Quell'umanità profonda e complicata ha impregnato la sua musica di autenticità. Il canto di Aretha Franklin, intriso di sentimento e eseguito con abilità virtuosistiche, si è spostato senza interruzioni tra gli stili: gospel, soul, pop, blues, R & B, jazz, persino l'opera
La sua voce potente era incendiaria, capace di fieri voli e di note celesti che ti entrano sotto la pelle e ti prendono l’anima.. dal grido imperioso alla carezza divina, è riuscita a disegnare di volta in volta un'alchimia personale, un ritmo acuto che da i brividi. Anche se la potenza propulsiva lasciò la sua voce negli anni successivi, rimase più espressiva che mai, e le sue esibizioni dal vivo continuarono a guadagnare consensi dalla critica..e il 16 agosto è entrata a far parte della costellazione dei miti scomparsi, lei che mito lo era già in vita. Arrivederci cara Aretha e grazie di avermi aiutato a diventare “A Natural Woman”.





domenica 12 agosto 2018

Piadine Caesar.




Era una notte calda, la notte del 4 luglio 1924 a Tijuana, in Messico. Il Caesar's Restaurant, gestito dai Cardini bros', ovvero Alex e Cesare, si apprestava a chiudere e, proprio mentre il pollo scarseggiava, ecco che un gruppo numeroso e ben assortito arriva al ristorante.
A seconda delle fonti che si consultano, sembra che questo party potrebbe aver coinvolto una serie di personaggi hollywoodiani o il Principe di Scozia oppure un gruppo di amici dei Cardini. Indecisi su quello che avrebbe potuto servire, Caesar - come spesso accade in questi casi - prende tutto quello che trova in cucina e prepara un'insalata, da condire a tavola e servita in una scodella bella grande. Quest'insalata "speciale" era composta di: lattuga, crostini, parmigiano, aglio, olio d'oliva, tuorlo d'uovo, acciughe e salsa Worcestershire. Alcune fonti parlano anche di succo di limone e aceto di vino.
Come nel migliore lieto fine, l'insalata fu un enorme successo e fu la fortuna del ristorante. Ora, abbandonate i crostini, mettete il tutto in una piadina e arrotolate per bene..ed eccovi le mie piadine arrotolate, pronte per essere mangiate dopo una lunga giornata di mare!

Ingredienti:

  • 2 petti di pollo (400 g circa)
  • una cespo di lattuga romana
  • olio extravergine d’oliva
  • un pezzo di Parmigiano
  • sale
  • pepe
Per il condimento
  • 6 filetti di acciuga sott’olio
  • 5 cucchiai di maionese
  • un cucchiaio di aceto bianco  oppure  un cucchiaio di succo di limone
  • salsa Worcester


Dopo aver lavato e asciugato i petti di pollo, tagliarli in orizzontale nella parte più spessa per avere uno spessore regolare. Ungeteli leggermente d’olio e passateli sulla griglia calda (o in una padella antiaderente). Mantenete la fiamma a metà altezza e fateli cuocere 3 minuti, poi li girateli, insaporiteli con sale e pepe e terminate la cottura (dovranno essere ben cotti ma ancora morbidi). Quando sono tiepidi, tagliateli a fettine orizzontali.
Per il condimento, pestate i filetti di acciuga fino quasi a poltiglia e raccoglieteli in una ciotolina con la maionese, 2 schizzi di salsa Worcester e l’aceto e mescolate bene (se la salsa non è abbastanza fluida, aggiungete un goccio d’acqua).
Eliminate le foglie esterne della lattuga, sfogliatela, lavatela e asciugatela perfettamente, poi spezzettatela con le mani e la mettetela in una ciotola ampia con le fettine di pollo  Distribuite gli ingredienti mescolando con le mani e fate scendere a filo la salsina. Complettate l’insalata passando il pelapatate sulla lunghezza del pezzo di Parmigiano, ottenendo così dei riccioli di formaggio.Con questa insalata farcire le piadine appena scaldate e arrotolate..sono buone anche fredde!

Song: "Gimme Shelter" Rolling Stones


Vorrei iniziare dicendo che non sono una grande fan dei Rolling Stones ma ci sono dei loro dischi che mi hanno sempre incuriosito e Let It Bleed è uno di questi. A partire dalla copertina disegnata da Robert Brownjohn. L'iconica cover mostra una torta stravagante con strati fatti di pneumatici, un quadrante, una scatola metallica e una pizza, rivestita di glassa bianca cosparsa di sfere di caramelle. Le figurine dei Rolling Stones sono in cima alla torta adagiata sul mandrino del cambia-fogli automatico del giradischi, mentre un disco con l'etichetta Rolling Stones viene riprodotto alla base. Nel tempo necessario per girare l’album  tutto crolla a pezzi. Sul retro della copertina la torta è un macello, il pneumatico è saltato fuori, la pizza è caduta nel disco ormai infranto, e le statuine di Stones sono crollate - tranne Keith Richards, che, nonostante abbia le ginocchia a fondo nella glassa, è ancora in piedi a strimpellare. Brownjohn fu assunto dal suo vicino di casa e amico Keith Richards per progettare la copertina, e lui a sua volta assunse Delia Smith - la stessa Delia Smith che sarebbe diventata famosa scrittrice di libri di cucina britannici e celebrità televisiva - per preparare la torta . Il risultato fu talmente straordinario che questa meraviglia è stata esposta al Moma di New York durante la mostra “Designing Modern Women, 1890-1990” . Questa foto ha un po 'più senso quando si apprende che il titolo originario  dell'album doveva essere Automatic Changer, riferendosi a una funzione su alcuni giradischi che permetteva di impilare i vinili su un fuso alto con i meccanici per rilasciare un disco alla volta sul piatto dopo che il disco precedente aveva finito di suonare. Ma poi i Rolling Stones hanno preferito “Let It Bleed” . Si dice che le dita di Keith Richards iniziarono a sanguinare mentre suonava la chitarra acustica per ore mentre Mick Jagger lavorava con un ingegnere sulla drum track. Il titolo è nato dal desiderio di Keith di registrare la sua traccia. Almeno questa è la storia che la band racconta. Ecco un significato alternativo: la frase "Let It Bleed" è gergo per tossicodipendenti per via endovenosa per riuscire a trovare una vena. Lo stantuffo della siringa viene tirato indietro e se appare sangue, si dice “Let it bleed”…. Comunque sia, l’ album è stata una piacevole sorpresa per me..è finito tra le mie mani un giorno, da Purple, il mio negozio di dischi preferito. L'ho preso e una volta messo sul piatto ne sono rimasta sorpresa. La spacconeria rock 'n roll si combina con il country blues su storie sporche e oscure, rendendo questo un vero album di transizione che divide i periodi iniziali e successivi degli anni più produttivi della band. L'opprimente "Gimme Shelter" immagina una chiusura del mondo in cui le spirali si trasformano in una delle più grandi canzoni rock di tutti i tempi (il canto di Merry Clayton vale solo il prezzo) poi passa a salutare un amore nella brillante cover di Robert Johnson di "Love in Vain. "Country Honk" segue, una versione più soft del successo, "Honky Tonk Women” che resta sicuramente migliore..Fortunatamente, escono fuori dall’empasse con tagli acuti, ritmi duri e testi caotici di "Live with Me". Questa canzone presenta Bobby Keys sul sassofono tenore, fornendo un tocco che funziona bene e funzionerà più tardi in "Brown Sugar" . "Live With Me" è un classico dimenticato , il funk influenzato in tutto e un lungimirante verso il suono degli anni Settanta degli Stones."Let It Bleed", un brano divertente e alcolico ,una canzone unidirezionale in cui un semplice didascalia acustica si sviluppa con nuovi strumenti aggiunti gradualmente. Jagger fornisce buone melodie vocali e il batterista Charlie Watts costruisce un buon ritmo su questa grande melodia per concludere la prima parte, anche se la canzone è un po’ troppo lunga.
 La seconda parte inizia con "Midnight Rambler", una traccia blues pura che rimanda al primo lavoro del gruppo musicalmente con un'armonica coerente e sovraincisa di Jagger per quasi sette minuti. Con Brian Jones in congas, la canzone diventa frenetica prima di fermarsi completamente e riprendere per la seconda metà. "You Got the Silver." Con l'ultimo contributo di Brian Jones all'auto harp, la voce di Keith è sia dolce che discreta, che si mescola piacevolmente con mix dominato dall'acustica. E’ più blues acustico con riff elettrici freschi trattati con eco inverso vicino all'inizio di ogni verso e una sezione di organo Hammond.. È anche l'unica canzone dell'album su cui Richards canta la voce principale. Un'altra canzone ha creato grandi effetti sonori, "Monkey Man" inizia con un pianoforte fresco, un basso jazzato e una chitarra blues sapientemente mixata. La chitarra di Richards potrebbe essere intenzionalmente troppo rumorosa nel mix per ulteriori effetti, poiché lo stile della canzone pone le basi per il materiale nel loro prossimo album, Sticky Fingers . Il vero gioiello di Let It Bleed (e forse la migliore canzone degli Stones di sempre) è, "You Can’T Always Get What You Want". La canzone è stata registrata un anno prima nel novembre del 1968, prima che il loro album precedente, Beggars Banquet , fosse addirittura pubblicato. Una canzone matura con contenuti e suoni fantastici che inizia con un arrangiamento corale che si trasforma in una ballata folk acustica lineare con assolo di corno francese interpretato da Al Kooper , che ha anche suonato il pianoforte e organo durante le sezioni funk / rock successive.
Nel complesso, anche se non tutte le canzoni dell'album sono forti, è ancora uno degli album più importanti nella storia del rock..anche se continuo a essere fermamente convinta che i Fab Four sono su un altro livello!



domenica 5 agosto 2018

Insalata di patate.





Questa settimana è stata davvero bollente: le temperature hanno raggiunto i 40° e con un caldo così feroce ho cucinato quasi esclusivamente piatti freddi come questa versione della famosa potato salad inglese, con un tocco mediterrano dato dall' aggiunta dell'origano che un'amica mi ha portato direttamente da Filicudi!


Ingredienti:
  • 1 kg di Patate (meglio se molto piccole)
  • 150 ml di yogurt greco 
  •  2 cucchiai di mayonese
  • 1 cucchiaino di senape 
  • 1 cipolla di tropea
  • 1 cucchiaio di origano
  • Sale
  • olio extravergine d'oliva 


Bollite le patate o cuocetele al vapore. Tagliate la cipolla ad anelli.
Mescolate la maionese, la senape ,lo yogurt e aggiungete un filo d'olio e un pizzico di sale. 
In una ciotola trasferite gli anelli di cipolla cruda e le patate cotte, poi cospargetele di salsa e spolverate con un cucchiaio di origano.
Mettete il tutto in frigo o se preferite mangiatelo a temperatura ambiente.

Song: "The Last Living Rose" PJ Harvey



PJ Harvey è una delle poche artiste che riesce a pubblicare un disco diverso dall’altro, con un focus e un suono differente e ogni volta ne esce un prodotto di grandissima qualità. Il suo ultimo album, Let England Shake, è una lettera aperta, ben costruita e appassionata al suo paese d'origine, Inghilterra, con una rara attenzione esteriore piuttosto che la sua solita attenzione interiore, personale e pungente.
Quando lo ascolti ti accorgi che è un album forte, arrabbiato, potente, amaro, ma ancora agitato e, a volte, ottimista.
Polly Jean ha fatto in modo di scegliere il posto perfetto per registrare questo fantastico album : ha viaggiato alla ricerca di una vecchia chiesa nella campagna dell'Inghilterra. La chiesa del XIX secolo in cima a una scogliera nel Dorset è l'ambientazione perfetta per le canzoni di Let England Shake. La musica trae beneficio dall'eco naturale del luogo e gli conferisce una qualità quasi santificata, soprattutto in " All And Everyone" e " Hanging In The Wire". La sua voce ha una qualità tremolante, che suona assolutamente incredibile su brani come "Let England Shake". Il produttore, Flood, permette alla sua voce di suonare e andare alla deriva in tutto l'album, lasciando che le sale della chiesa si impregnino del suo bellissimo tono, ma sa anche quando è giusto portarlo alle orecchie dell'ascoltatore. PJ Harvey utilizza anche un paio di esempi tratti da altre canzoni, tra cui alcune frasi di "Summer Time Blues" di Eddie Cochran in "The Words that Maketh Murder" e il campione perfettamente posizionato di "Blood and Fire" di Niney the Observer in " Written On The Forehead". Quest'ultimo esempio è nascosto e intriso di riverbero sufficiente a sembrare quasi un fantasma che si muove dentro e fuori dalla stanza. I testi di PJ Harvey sono sempre stati qualcosa di cui meravigliarsi, ma in questo album sono a dir poco incredibili. "Bitter Branches", "Let England Shake", "All and Everyone”", " The Words That Maketh Murder " e "The Glorious Land" sono canzoni incredibilmente poetiche sull'Inghilterra in guerra. Le canzoni sono piene di immagini brutali di soldati caduti,e queste immagini di guerra e le morti grafiche, non solo sono strettamente legate ai piatti della trincea della Guerra Mondiale, ma invocano anche immagini moderne e filmati di guerra del Vietnam, del Medio Oriente, rivolte nelle strade, qualsiasi conflitto di umani che si uccidono a vicenda. PJ Harvey ha individuato la disperata distesa di guerra e morte in nome del progresso. Come dice in "On Battleship Hill": "La natura crudele ha vinto di nuovo". È un tema che attraversa tutti gli album più canzoni incentrate sulla battaglia, e lo ha portato avanti con abilità abile e genialità artistica.
Ci sono anche canzoni incentrate più sull'Inghilterra nel suo complesso. Harvey dipinge la sua solita immagine scura e cupa delle cose in "Last Living Rose":

Lasciami camminare attraverso i vicoli puzzolenti
alla musica dei botte ubriachi
oltre il fiume Tamigi, luccicante come l'oro
frettolosamente venduto per niente.
….
Fammi vedere la notte sul fiume,
la luna si alza e diventa argento,
il cielo si muove,
il luccichio dell'oceano,
la siepe si stringe,
l'ultima faretra rosa vivente.

Let The England Shake è un album stimolante, il modo in cui PJ Harvey ha realizzato non solo un album potente dal punto di vista musicale, ma anche un complesso lirico e potente, è accattivante e magnetico. È quasi impossibile scrivere testi descrittivi e brutali come quelli di PJ Harvey e non appesantire l'album con una morosità prepotente, ma Polly Jean ha creato la musica per superare tutto ciò e c’è riuscita egregiamente.