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mercoledì 14 dicembre 2016

Nidi di zucca con verdure piccanti alla curcuma


Questa è una ricetta semplice ma un po' lunga quindi vi consiglio di mettere su un disco che vi piace e  iniziare a sperimentarla tra i fornelli..io ho scelto "The Muffs"

Ingredienti:
  • 1 zucca 
  • 4 patate viola
  • 1 cavolo bronzino
  • 2 cipolle
  • 2 spicchi d'aglio
  • 1 peperoncino intero
  • 1 cucchiaino di curcuma 
  • 1 pezzo di zenzero
  • pepe, sale
  • olio extravergine d'oliva
Pulite la zucca togliendo la buccia e tagliatela in strisce lunghe il più possibile e alte almeno un cm. Con le strisce ottenute formate dei "nidi". Affettate la cipolla e tagliate lo zenzero e l'aglio in piccoli pezzi. Lavate il cavolo, sbucciate le patate e tagliate anche questi in piccoli pezzi. Fate rosolare il tutto in una padella con un filo d'olio a fuoco basso fino a che le verdure non si saranno ammorbidite un pochino. Aggiungete il peperoncino tagliato sottile, il cucchiaino di curcuma, il pepe e il sale. accendere il forno a 180°. Preparate un quadrato di carta stagnola o carta forno abbastanza grande da potersi chiudere a cartoccio e adagiatevi dentro il nido di zucca. riempitelo con un paio di cucchiai di verdure e richiudetelo delicatamente con la carta. Infornate per 15 minuti. Se volete provare una versione ancora più saporita potete aggiungere una fetta di provola piccante sopra al nido di verdure prima di chiudere il cartoccio...



Song: "Baby go round" The Muffs

                     

Ci sono gruppi che fanno capolino in un periodo della tua vita e la segnano con le loro canzoni..avevo diciannove anni e quello che sarebbe diventato il mio fidanzato dell'epoca mi registrò "The Muffs" in una musicassetta che ho conservato gelosamente fino ad oggi, nonostante mi sia ricomprata quell'album e i successivi! Fondendo i riff di chitarra, gli hooks pop, i ritmi veloci, e un atteggiamento che oscilla tra dolce e stizzoso, the Muffs  sono un gruppo pop punk di Los Angeles guidato dalla fantastica chitarrista, cantante e cantautrice  Kim Shattuck. La storia di comincia alla fine degli anni '80, quando Kim Shattuck e Melanie Vammen suonavano in giro per Los Angeles con le Pandoras; seguendo l’influenza della fondatrice Paula Pierce, le Pandoras cominciarono ad evolvere dal garage rock revival in un metal-influenzato dell’hard rock. Kim Shattuck lasciò il gruppo nel 1990, pochi mesi prima che la band si sciolse dopo la morte della Pierce dovuta ad un aneurisma cerebrale. Kim e Melanie decisero di mettere insieme una band tutta loro. Formarono the Muffs con il batterista Criss Crass e il bassista Ronnie Barnett. Dopo due single per la Sub Pop e Sympathy for the Records che suscitarono una grande approvazione nella scena underground, the Muffs sono stati chiamati dalla Warner Bros. Con cui usci il primo, bellissimo e potente album omonimo nel 1993. Poco dopo l’uscita dell'album Crass lasciò il gruppo e fu sostituito temporaneamente da Jim Laspesa per il tour. Infine, dopo due anni di concerti in piccoli locali in giro per il mondo, la band entrò  in studio per registrare il follow-up, "Blonder and Blonder". Il gruppo perse la Vammen, a causa di differenze creative (avrebbe poi lavorato con la band californiana punk The Leaving Train). Per il secondo album l' ex batterista dei Redd Kross  e grande amico  della band, Roy McDonald si unì alla Shattuck e Barnett. “Happy birthday to me” è il loro terzo album, l'ultimo  per la Warner Bros. nel 1997. Nel 1999 "Alert today, Alive Tomorrow" è uscito per l'etichetta indipendente Honest Don's Records. Una collezione di chicche,tra le quali "Rock and Roll Girl" di Paul Collins e "Kids in America" di Kim Wilde "Hamburger", è apparso all'inizio del 2000. Dopo una pausa di cinque anni dalla registrazione, il gruppo si riunì nel 2004 per rilasciare il suo quinto set in studio, "Really Really Happy", un album con molte canzoni più melodiche rispetto ai lavori precedenti. Nel 2011, the Muffs  pubblicarono una collezione di "odds and sods" che abbraccia l'intera carriera della band, "Kaboodle", e nel luglio del 2013 la Shattuck annunciò che era stata chiamata per unirsi ai Pixies come bassista dopo la partenza di Kim Deal. La sua avventura con i Pixies durò pochissimo, tanto che nel luglio del 2014 the Muffs si riunirono e fecero uscire un album con nuovi pezzi "Whoop Dee Doo", un ritorno alle sonorità più punk del primo periodo...

lunedì 12 dicembre 2016

Pandolce genovese senza lievitazione.




Preparo il pandolce ogni anno, a Natale, aiutata da mio figlio Damiano, che, come da tradizione, vi inserisce all’interno un rametto di alloro, come portafortuna e lo porta a tavola, al cospetto del più anziano di casa per essere tagliato e distribuito. La mia versione è senza lievitazione, quindi lo preparo e lo metto subito in forno!

Ingredienti:
  • 260 g di farina 00
  • 100 g di burro morbido
  • 80 g di zucchero
  • 1 uovo
  • 150 g di uvetta
  • 70 g di arancio candito a dadini
  • 70 g di cedro candito a dadini
  • 40 g di pinoli
  • 30 ml di acqua di fiori d’arancio
  • 50ml di rum
  • una foglia di alloro
  • 1 cucchiaino di semi di finocchio pestati
  • mezza bustina di lievito chimico in polvere



Mettete l’uvetta a bagno in acqua tiepida.
Setacciate la farina con il lievito. Unite i semi di finocchio e lo zucchero, poi impastate con l’uovo leggermente sbattuto, l’acqua , il rum e il burro, quel tanto che basta per amalgamare il tutto.
Unite l’uvetta strizzate, i canditi e i pinoli, la foglia di alloro impastate di nuovo brevemente, poi formate un pane rotondo, appiattitelo e ponete su una teglia rivestita di carta forno.
Cuocete nel forno statico a 180° per 45 minuti


Song :"Happy Christmas (War is over)" John Lennon & The Yoko Ono Plastic Band



 John Lennon e Yoko Ono hanno scritto questa canzone nella loro stanza del New York City hotel e l’hanno registrata durante la sera del 28 ottobre e nella mattina del 29 del  1971 al Record plant studios di New York. È uscito negli Stati Uniti per Natale, ma non ebbe un gran successo. L'anno successivo, è uscito nel Regno Unito, dove e andato decisamente meglio.
John e Yoko trascorsero molto tempo alla fine degli anni '60 e all'inizio degli anni '70 per promuovere il messaggio pacifista. Per il Natale del 1969 fanno riempire le città americane e le principali capitali del mondo con giganteschi manifesti con la scritta “War is over” (“la guerra è finita – se tu lo vuoi”, firmati “con amore, John e Yoko, da NY”).  Due anni dopo, questo slogan diventò la base per questa canzone quando Lennon decise di fare un disco natalizio con un messaggio anti-guerra. John inoltre ha sostenuto un'altra ispirazione per la scrittura della canzone: ha detto che era "malato di White Christmas”
Le voci dei bambini sono quelli dell’ Harlem Communication Chours che sono stati scelti per cantare in questa canzone. Sono accreditati sul singolo insieme con Yoko e la Plastic Ono Band.
Lennon e Ono hanno prodotto questo con l'aiuto di Phil Spector. Spector aveva lavorato su alcune delle canzoni di Beatles e produsse anche "Instant Karma" di Lennon. Non è stata la prima incursione di Spector nella musica natalizia: lui e le sue famose star  (tra cui un Cher di 17 anni) trascorsero 6 settimane nell'estate del 1963 mettendo insieme “A Christmas Gift For You From Phil Spector” con artisti come The Ronettes e Darlene Love. Sfortunatamente, l'album è stato pubblicato il 22 novembre 1963, che è stato lo stesso giorno in cui il presidente statunitense John f. Kennedy è stato assassinato, per questo motivo l’uscita dell'album non ha avuto le attenzioni sperate.
All'inizio della canzone, due sussurri possono essere ascoltati. Yoko sussurra: "felice Natale, Kyoko" (Kyoko Chan Cox è la figlia di Yoko con Anthony Cox) e John sussurra: "Happy Christmas, Julian" (figlio di John con  Cinthia)
Quattro chitarristi per quattro chitarre acustiche: Hugh McCracken, Chris Osbourne, Stu Scharf e Teddy Irwin. Jim Keltner suonava la batteria e le campane, Nicky Hopkins suonava le campane chimes e lo xilofono. Keltner e Hopkins facevano parte del Plastic Ono Band di Lennon, e un terzo membro, Klaus Voorman, avrebbe dovuto suonare il basso in questa pista, ma rimase bloccato su un volo dalla Germania, e stato sostituito da uno dei chitarristi.
Per la composizione del brano John & Yoko si ispirarono al vecchio brano folk tradizionale Stewball interpretato in passato da numerosi artisti come Woody Guthrie,Peter, Paul and Mary (ad inizio anni sessanta), ed in seguito anche dagli Hollies nel '69. Si tratta di una tipica canzone-racconto circa un cavallo da corsa che beve sempre troppo vino. Tale pezzo era stato inciso molto tempo prima che l'ex Beatle ne facesse un remake, cambiandone totalmente testo e tematica, invocando nella canzone lo spirito del Natale contro gli orrori della guerra.


giovedì 8 dicembre 2016

Chai latte.


Il chai è una bevanda antica di ispirazione indiana costituita da tè al latte arricchita da spezie come zenzero, cardamomo, cannella, chiodo di garofano, pepe, anice stellato o semi di finocchio – una specie di vin brulè con teina. L'occasione perfetta per bere questa meraviglia è al primo freddo, quando si è raffreddati, per coccolarsi un pò ...

Ingredienti
  • 2 tazze di acqua
  • 2 bustine di tè nero
  • 2 chiodi di garofano interi
  • 1 cucchiaino di cannella in polvere
  • 1/2 cucchiaino di zenzero in polvere
  • 1/2 cucchiaino di cardamomo
  • 1/2 cucchiaino di noce moscata
  • 1/8 di cucchiaino di pimento
  • 2 cucchiai di sciroppo d'acero.
  • 3/4 di tazza di latte intero
  • 1 cucchiaio di sciroppo d'acero
  • 1 pizzico di cannella in polvere

Preparazione
Versare in un pentolino l'acqua e portare a bollore insieme alle spezie. Spegnere la fiamma e fare riposare per 5 minuti. Riaccendere la fiamma mantenendola bassa e riportare a bollore unendo la bustina di tè e lo sciroppo d'acero. Non appena raggiunto un accenno di ebollizione spegnere la fiamma.
 Fare riposare per altri per 5 minuti e rimuovere le bustine di tè. Filtrare il tutto con un colino a maglia fine e prelevare 1/2 tazza del tè chai appena preparato, che servirà per il latte. Conservare l'altro in frigo .Passare al latte: portarlo a bollore insieme allo sciroppo di acero ed alla cannella quindi allontanare dalla fiamma e montare con un frullino. Versare la 1/2 tazza di tè in una tazza capiente ed unire lentamente il latte caldo schiumoso. Spolverare con della cannella e servire caldo. Il chai latte può anche essere decorato con una stecca di cannella e dell'anice stellato.

Song: " Fairytale of New York" The Pogues



Per me la canzone di Natale più bella  parla di ubriaconi, sogni svaniti, vite perdute, coppie distrutte. Si chiama “Fairytale of New York” e l'ha incisa il gruppo irlandese dei Pogues, nel 1987. Una canzone «in cui il Natale è il problema, non la soluzione». Fairyale of New York nasce a causa di una scommessa. Era il 1985 e i Pogues erano in studio con Elvis Costello, un’altra leggenda del rock irlandese, in quel contesto nella vesti di loro produttore. Leggenda vuole che Costello, in una delle sessioni di registrazione dell'album Rum, Sodomy and Lash abbia provocato il frontman della band Shane MacGowan sfidandolo a scrivere una canzone di Natale. Più precisamente, un duetto con la bassista della band Cait O’Riordan. MacGowan accetta la sfida.I Pogues si mettono al lavoro. Soprattutto Jem Finer, suonatore di banjo e polistrumentista del gruppo, scrive un pezzo che parla di un marinaio a cui manca la moglie nel giorno di Natale. Niente di clamorosamente orginale, evidentemente. E infatti si parla di regalo alla sua, di moglie - cui era stato dedicato il pezzo - che, senza mezzi termini, gliela boccia senza appello. Alle donne irlandesi quel genere di smancerie piace poco, probabilmente.È qui che entra in scena MacGowan, che insieme alla sua biografa Victoria Mary Clarke scrive la storia che conosciamo. È la notte di Natale e lui, il narratore, è un ubriacone che viene rinchiuso da un poliziotto in una “drunk tank”, una cella di transito per gente che ha alzato troppo il gomito. Con lui c'è un vecchio, che prima gli dice, amaro, che non si aspetta di vederne un altro di Natale e poi si mette a cantare “The rare old mountain dew”, un malinconico traditional irlandese che ne tradisce le origini. L'ubriacone si volta dall'altra parte e si mette a dormire. E mentre dorme, sogna la donna della sua vita, ormai perduta. Non sogna un Natale felice, né prova a rivivere i suo anni migliori. Al contrario, lui e lei, nel sogno, se le danno di santa ragione. «Sei un ubriacone, un punk», dice lei. «Sei una puttana strafatta», le risponde lui, e via di insulti. Fino a che, amari come il fiele, si augurano buon Natale, «sperando sia l'ultimo per entrambi». Per poi chiudere la canzone con lui che le chiede di ricominciare, per l'ennesima volta - «Mi hai rubato i sogni la prima volta che ci siamo visti», gli dice lei. «Li ho tenuti per me, piccola, li ho mischiati ai miei. Ma da solo non riesco a realizzarli, perché li ho costruiti attorno a te», risponde lui. «Sei un ubriacone», dice lei. «Sei una puttana strafatta», le risponde lui, e via di insulti. Fino a che, amari come il fiele, si augurano buon Natale, «sperando sia l'ultimo per entrambi». Il testo è pronto, ma non basta, per MacGowan. Che, nonostante il suo aspetto da alcolizzato irlandese, è un musicista meticoloso, «un artigiano diligente, che ha sudato due anni sulla canzone fino a che non fosse perfetta», come racconta ancora Fearnley nella sua autobiografia. Viene messo in discussione tutto, a partire dal titolo. Elvis Costello - fin troppo didascalico - propone di chiamarla “Christmas Eve in the Drunk Tank”, la vigilia di Natale in una cella di transito, ma per McGowan - molto più ambizioso - non è il titolo di una hit mondiale. La scelta cade su “Fairytale of New York”, un romanzo dello scrittore irlandese JP Donleavy, la storia di un immigrato irlandese in America. McGowan va addirittura a casa dallo scrittore per chiedergli il permesso di usare il titolo. Donleavy acconsente anche se a distanza di anni ammetterà che leggendo il testo della canzone non c'entra . Ma Cait O'Riordan, che nel frattempo era diventata la moglie di Elvis Costello e avrebbe dovuto duettare con MacGowan, lascia la band. Siamo nel 1986 e di nuovo a punto e a capo. In soccorso dei Pogues arrivano un altro produttore, quello degli U2,  e un’altra moglie, la sua, che si chiama Kristy MacColl, un’altra cantante folk di grande talento finita ai margini. È Lilliwhite a suggerire alla band di provare Kristy. I due registrano a casa le parti vocali che avrebbero dovuto dialogare con quelle di MacGowan. Ci mettono due giorni e il risultato è talmente riuscito da convincere il leader dei Pogues a incidere di nuovo le sue. Siamo al 1987, ormai, e Fairytale of New York può vedere finalmente la luce e sebbene sia un grande successo, non arriverà . Meglio cosi infondo.. una canzone per gli sconfitti non deve arrivare alla posizione numero uno, perché  nel mondo reale i miracoli non esistono neanche a Natale.

domenica 4 dicembre 2016

Chicche di patate viola alla salsa di noci


Altra ricetta con le patate viola..questa volta le ho usate per preparare delle chicche e le ho condite con la salsa di noci che si sposa bene col sapore particolare di questo tipo di patata.

Ingredienti
  • 600 gr di patate viola 
  • 150 gr di farina 
  • 1 uovo
  • Salsa di noci
Lessate le patate con la buccia per circa 50-60’ in acqua bollente non salata. Scolatele, sbucciatele e passatele allo schiacciapatate sulla spianatoia. Impastate le patate con la farina, l’uovo e un pizzico di sale. Proseguite a impastare fino a ottenere un composto soffice ma abbastanza sodo. Formate dei filoncini sulla spianatoia leggermente infarinata e tagliateli in tocchetti lunghi circa 2 cm. Rigate ogni tocchetto facendolo rotolare sui rebbi della forchetta: ricaverete così gli gnocchi.
Cuoceteli in acqua bollente salata togliendosi dalla pentola non appena verranno a galla. Conditeli subito con la salsa di noci..

Song: "Sunday Morning" The Velvet Underground




"Solo cento persone comprarono all’epoca primo disco dei Velvet Underground, ma ciascuno di quei cento oggi o è un critico musicale o è un musicista rock”
(Brian Eno)
È il 1965 , Louie Reed e John Cole  stringono amicizia e sodalizio artistico. Vanno a vivere insieme in uno scantinato a Lower East Side e per campare posano come modelli per giornali di cronaca, prestando il volto a stupratori o a serial killer. Intanto Nico, la modella tedesca Christa Paffgen, tramite Bob Dylan conosce Andy Warhol ed entra a far parte del fantasmagorico mondo della Factory. Cale e Reed vogliono formare una band che unisca atmosfere rock, poetica beat e ascendenze folk con la poetica decadente e postmoderna del nichilismo contemporaneo. Chiamano in aiuto il chitarrista (e bassista) Sterling Morrison, che Reed conosce dai tempi dell’università, e il batterista Angus MacLise. Un giovane attore legato alla cerchia della Factory, Gerard Malanga, nota il gruppo in un bar newyorkese e lo suggerisce al regista Paul Morrisey, che proprio in quei giorni stava cercando una band di musica “nuova” da produrre insieme ad Andy Warhol. Il genio della Pop Art va a vederli al Caffe Bizzarre e ne resta estasiato, o meglio sconvolto: la band suona brani lunghissimi e abrasivi, contorti e disturbati da continui feedback di chitarra e ritmi pseudo-tribali. Il cantante recita, come impossessato, liriche agghiaccianti che parlano di angoscia, delirio tossico e perversioni sessuali. Una batterista (la mitica Maureen Moe Tucker, intanto subentrata al posto di MacLise) suona con un set minimalissimo composto da rullante, piatto e grancassa orizzontale, senza usare i piedi. Cale sta in un angolo, avvolto in un mantello, come un lord edoardiano e fa piangere il suo strumento. NicoDi lì a poco i Velvet Underground entrano in studio per registrare il loro album di esordio. Warhol impone Nico, eterea e sconvolgente figura femminile, dalla voce profonda e catacombale, dall’aurea mitteleuropea e il fascino ambiguo da dea infernale. È convinto che al gruppo manchi qualcosa nell’aspetto scenico. Cale è un’ombra nera piegata sulla sua viola, Reed un tossico truccato dall’aspetto scimmiesco e dai modi non troppo coinvolgenti… Nico, nei piani del produttore, avrebbe portato nel gruppo un che di rassicurante, o pop. Ma, naturalmente, non fu così. La cantante partecipa a tre brani: “Femme Fatale”, “All Tomorrow Parties” e “I’ll Be Your Mirror”. Vorrebbe averne di più, ma il suo rapporto con Reed è di odio-amore e soprattutto di gelosia. Per qualche giorno i due sono amanti, poi il gelo. Reed vuole cantare i propri brani e cede solo quelle canzoni che ha appositamente scritto per Nico. Di più non vuole né può fare. Le sue canzoni iperrealiste gli appartengono come figli. In ogni brano c’è qualcosa di profondo: un’angoscia, un terrore, un ricordo, uno scazzo. Tutti momenti autobiografici da cui non riesce a separarsi.
A fine 1966, Sunday Morning fu l'ultima canzone che il gruppo registrò per The Velvet Underground & Nico. La canzone venne richiesta dal produttore Tom Wilson, che pensava che l'album necessitasse di un'altra canzone che avesse il potenziale per essere un singolo di successo. La canzone fu scritta da Lou Reed e John Cale e venne registrata a New York a novembre. All'ultimo momento si decise che la canzone l'avrebbe cantata lo stesso Reed, anziché Nico come si era inizialmente pensato
Dietro la descrizione di una quieta domenica mattina, tranquillo risveglio dopo una notte di bagordi, si cela il racconto allucinato di un suo day-after, il tipico risveglio tossico del disperato, una ninnananna dal suono carezzevole  ma dal testo inquietante e paranoico: “Watch out the world’s behind you”, attento, il mondo è alle tue spalle… La musica si scioglie sonnolenta, le paure e gli avvilimenti opprimono l’atmosfera. “Sunday morning and I’m falling”. È domenica mattina e sto crollando...







giovedì 1 dicembre 2016

Insalata Charlotte




Questa ricetta me l'ha suggerita Charlotte, un'amica danese che a sua volta l'ha imparata da un'amica australiana..una ricetta internazionale insomma! Io ho aggiunto qualche piccola variazione per rendere piu "mia" la ricetta ma vi assicuro che una volta pronta non riuscivo a smettere di mangiarla..un'esperienza meravigliosa per il palato!!

Ingredienti:
  • 1 cucchiaio di aceto di vino bianco
  • 1/2 cipolla rossa tagliata a fettine sottili
  • 100 gr di datteri al naturale, denocciolati e tagliati a pezzetti
  • 2 cucchiai di olio d’oliva
  • 2 pezzi di pane chapati tagliati a cubetti  (anche le piadine vanno bene)
  • 75 gr di mandorle tritate grossolanamente
  • sale e pepe
  • 150-200 gr di valeriana lavati e asciugati
  • 2 cucchiaini di succo di limone
  • Un melograno sgranato.


In una piccola ciotolina mischiare i pezzetti di datteri con le fettine di cipolla e condire con l’aceto. Aggiungere una presa di sale e mischiare il tutto con le mani. Lasciare marinare per 20 minuti, poi scolare l’aceto in eccesso.
Nel frattempo scaldare l' olio d’oliva in una padella, aggiungere i cubetti di pane e le mandorle e rosolare per 5-6 minuti a fuoco medio girando continuamente. Il pane deve essere bello abbrustolito. Togliere dal fuoco, versare il pane in una ciotola assieme alla valeriana , unire la cipolla e i datteri assieme ai chicchi di melograno e condire con una vinagrette di olio e limone, sale e pepe.

Song: " Burn My Eye" Radio Birdman



Vidi i Radio Birdman nel 2003, al Medicine Show Festival a Perugia. Io ero con i Peawees, dietro al banchetto del merchandising con un raffreddore incredibile ma ricordo che era quasi mezzanotte quando i Radio Birdman hanno infiammato il palco attaccando con “Burn My Eye” e in quel momento mi sono sentita veramente fortunata perché mi trovavo davanti ad pezzo importante della storia del punk. Anche se la band più conosciuta della scena punk australiana dei primi anni '70 sono sicuramente i Saints, la prima band a piantare la bandiera punk rock nella terra sotto sono stati i Radio Birdman. La band si è formata nel 1974 grazie a due amici Deniz Tek e Rob Younger, accomunati da una forte passione per il Detroit sound e soprattutto per band come Stooges e MC5, decidono di assoldare tre musicisti locali e formare insieme una nuova band. I tre sono Chris Masuak (chitarra, piano), Warwick Gilbert (basso) e Ron Keeley (batteria), che formeranno la prima formazione dei Radio Birdman. Il loro primo EP, Burn My Eye, uscito nel 1976, è stato un grande disco e rimane ancora un pezzo seminale di Aussie punk. Con l'uscita di questo EP si fa risalire la nascita della scena punk australiana. Il disco è caratterizzato da un suono grezzo e veloce, molto vicino al rock detroitiano, con le tastiere che seguono le trame velocissime delle due chitarre. Forte e arrogante,  è stato un grande debutto che ha fissato il palco per l'imminente diluvio di nuove  punk band. . Nello stesso anno si aggiungerà alla formazione della band, che non subirà più cambiamenti fino allo scioglimento del 1981, Pip Hoyle (organo, piano). Il passo successivo è quello di registrare un album e con un contratto con la Trafalgar in mano, la band registra nel 1977 Radios Appear, inizialmente uscito solo in Australia e poi distribuito nel 1978 in tutto il mondo dalla Sire Records, però con una scaletta differente. Mentre in patria il gruppo riscuote molto successo, il disco non trova il successo che merita negli USA e soprattutto in Europa. La frenetica attività live continua e nel 1978 il gruppo è in Galles per registrare il seguito di Radio Appear. Le session sono molto complicate e rispecchiano il pessimo stato di salute del gruppo, ma nonostante ciò ne scaturisce l'LP Living Eyes (Trafalgar/WEA), che verrà pubblicato nel 1981, dopo lo scioglimento della band, dovuto ad incopatibilità tra i membri della band. Dopo lo scioglimento della band, Deniz Tek con Rob Younger, Warwick Gilbert, Ron Asheton degli Stooges e Dennis Thompson degli MC5 forma i New Race. A seguire Deniz Tek con Ron Keeley e Pip Hoyle e altri musicisti forma i The Visitors per poi continuare la sua carriera da solista. Rob Younger canterà successivamente nei New Christs, formati con membri di Lime Spiders, Celibate Rifles e Hoodoo Gurus. Gli altri membri dei Radio Birman continueranno a suonare in altri gruppi più o meno conosciuti come i The Barracudas. La band si riforma nel 1996, a gennaio, con la formazione originale. I sei si ritrovano in studio per remixare i loro primi due lavori e si accorgono di poter ancora continuare a suonare insieme e che le tensioni tra i componenti erano sparite...signore e signori, i Radio Birdman sono tornati!
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