Altra ricetta con le patate viola..questa volta le ho usate per preparare delle chicche e le ho condite con la salsa di noci che si sposa bene col sapore particolare di questo tipo di patata.
Ingredienti
- 600 gr di patate viola
- 150 gr di farina
- 1 uovo
- Salsa di noci
Lessate le patate con la buccia per circa 50-60’ in acqua bollente non salata. Scolatele, sbucciatele e passatele allo schiacciapatate sulla spianatoia. Impastate le patate con la farina, l’uovo e un pizzico di sale. Proseguite a impastare fino a ottenere un composto soffice ma abbastanza sodo. Formate dei filoncini sulla spianatoia leggermente infarinata e tagliateli in tocchetti lunghi circa 2 cm. Rigate ogni tocchetto facendolo rotolare sui rebbi della forchetta: ricaverete così gli gnocchi.
Cuoceteli in acqua bollente salata togliendosi dalla pentola non appena verranno a galla. Conditeli subito con la salsa di noci..
Song: "Sunday Morning" The Velvet Underground
Cuoceteli in acqua bollente salata togliendosi dalla pentola non appena verranno a galla. Conditeli subito con la salsa di noci..
Song: "Sunday Morning" The Velvet Underground
(Brian Eno)
È il 1965 , Louie Reed e John Cole stringono amicizia e sodalizio artistico. Vanno a vivere insieme in uno scantinato a Lower East Side e per campare posano come modelli per giornali di cronaca, prestando il volto a stupratori o a serial killer. Intanto Nico, la modella tedesca Christa Paffgen, tramite Bob Dylan conosce Andy Warhol ed entra a far parte del fantasmagorico mondo della Factory. Cale e Reed vogliono formare una band che unisca atmosfere rock, poetica beat e ascendenze folk con la poetica decadente e postmoderna del nichilismo contemporaneo. Chiamano in aiuto il chitarrista (e bassista) Sterling Morrison, che Reed conosce dai tempi dell’università, e il batterista Angus MacLise. Un giovane attore legato alla cerchia della Factory, Gerard Malanga, nota il gruppo in un bar newyorkese e lo suggerisce al regista Paul Morrisey, che proprio in quei giorni stava cercando una band di musica “nuova” da produrre insieme ad Andy Warhol. Il genio della Pop Art va a vederli al Caffe Bizzarre e ne resta estasiato, o meglio sconvolto: la band suona brani lunghissimi e abrasivi, contorti e disturbati da continui feedback di chitarra e ritmi pseudo-tribali. Il cantante recita, come impossessato, liriche agghiaccianti che parlano di angoscia, delirio tossico e perversioni sessuali. Una batterista (la mitica Maureen Moe Tucker, intanto subentrata al posto di MacLise) suona con un set minimalissimo composto da rullante, piatto e grancassa orizzontale, senza usare i piedi. Cale sta in un angolo, avvolto in un mantello, come un lord edoardiano e fa piangere il suo strumento. NicoDi lì a poco i Velvet Underground entrano in studio per registrare il loro album di esordio. Warhol impone Nico, eterea e sconvolgente figura femminile, dalla voce profonda e catacombale, dall’aurea mitteleuropea e il fascino ambiguo da dea infernale. È convinto che al gruppo manchi qualcosa nell’aspetto scenico. Cale è un’ombra nera piegata sulla sua viola, Reed un tossico truccato dall’aspetto scimmiesco e dai modi non troppo coinvolgenti… Nico, nei piani del produttore, avrebbe portato nel gruppo un che di rassicurante, o pop. Ma, naturalmente, non fu così. La cantante partecipa a tre brani: “Femme Fatale”, “All Tomorrow Parties” e “I’ll Be Your Mirror”. Vorrebbe averne di più, ma il suo rapporto con Reed è di odio-amore e soprattutto di gelosia. Per qualche giorno i due sono amanti, poi il gelo. Reed vuole cantare i propri brani e cede solo quelle canzoni che ha appositamente scritto per Nico. Di più non vuole né può fare. Le sue canzoni iperrealiste gli appartengono come figli. In ogni brano c’è qualcosa di profondo: un’angoscia, un terrore, un ricordo, uno scazzo. Tutti momenti autobiografici da cui non riesce a separarsi.
A fine 1966, Sunday Morning fu l'ultima canzone che il gruppo registrò per The Velvet Underground & Nico. La canzone venne richiesta dal produttore Tom Wilson, che pensava che l'album necessitasse di un'altra canzone che avesse il potenziale per essere un singolo di successo. La canzone fu scritta da Lou Reed e John Cale e venne registrata a New York a novembre. All'ultimo momento si decise che la canzone l'avrebbe cantata lo stesso Reed, anziché Nico come si era inizialmente pensato
Dietro la descrizione di una quieta domenica mattina, tranquillo risveglio dopo una notte di bagordi, si cela il racconto allucinato di un suo day-after, il tipico risveglio tossico del disperato, una ninnananna dal suono carezzevole ma dal testo inquietante e paranoico: “Watch out the world’s behind you”, attento, il mondo è alle tue spalle… La musica si scioglie sonnolenta, le paure e gli avvilimenti opprimono l’atmosfera. “Sunday morning and I’m falling”. È domenica mattina e sto crollando...
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