Pagine

domenica 25 giugno 2017

Summer sandwiches di melanzane e zucchine


E' iniziata l'estate e abitando al mare mi capita spesso di fermarmi in spiaggia fino a tardi, per poi arrivare a casa affamatissima! Questi "sandwiches" sono perfetti sia per un pasto veloce e leggero ma anche come aperitivo, per stuzzicare l'appetito di chi avrete la fortuna di far sedere alla vostra tavola..

Ingredienti:
  • 2 melanzane
  • 2 zucchine
  • 200 g di passata di pomodoro 
  • una cipolla 
  •  un mazzetto di basilico 
  • olio extravergine d'oliva 
  • zucchero 
  • sale, pepe
  • 5 pomodori pizzutelli
  • 200 g di pesto
Tagliare le melanzane a fette alte mezzo cm, cospargerle di sale e lasciare spurgare per un'ora. Soffriggere la cipolla tritata con un po' d'olio, unire la passata , salate, pepate, aggiungere un pizzico di zucchero e cuocete per 20 minuti. Poi profumare con parte del basilico tritato.
Lavate le zucchine, tagliatele a fette alte mezzo cm e grigliatele. Cuocete allo stesso modo anche le melanzane lavare e asciugare.
Preparare il pesto (seguite le istruzioni nella ricetta degli spaghetti di zucchine!). In una ciotola unite il sugo di pomodoro al pesto ottenuto, mescolando in modo che si amalgamino.
Formate dei sandwich disponendo a strati melanzane, zucchine, due foglie di basilico, qualche pezzetto di pomodoro e un cucchiaio di pesto rosso. Lasciate raffreddare per un paio d'ore e gustateveli dopo essere tornati da una lunga giornata di mare!

Song: "Break On Through" The Doors





Mi sembrava doveroso parlare dei Doors, gruppo grazie al quale, da adolescente,  ho iniziato a comprare e collezionare vinili. Sono trascorsi 50 anni dall’uscita di “The Doors”, uno dei migliori album di debutto nella storia del rock, con una mescolanza generi che spaziano dal rock, al blues, alla classica, al  jazz accompagnati da una lirica fortemente poetica. Visionario, intenso, selvaggio, il disco è un saggio del talento poetico di Morrison, ma anche della straordinaria abilità degli altri musicisti: Robby Krieger, ottimo compositore e chitarrista,,Ray Manzarek, tastierista e organista in grado di comporre ed eseguire anche melodiche linee di basso, John Densmore, batterista jazz in perfetta sintonia con i tempi teatrali e i rituali ipnotici della band. L'alchimia musicale dei Doors fonde blues e rock psichedelico, poesia decadente e teatralità, rituali occulti ,fornendo un contesto seducente per la voce accattivante di Jim Morrison. "Light My Fire" è stato il brano che ha superato le classifiche e ha consacrato la band nel girone delle star, ma il resto dell'album è altrettanto impressionante: "Break on Through" (il loro primo singolo ) due minuti tiratissimi per un inno generazionale Morrison predica la ribellione e la ricerca della libertà assoluta, “Soul Kitchen”, tributo a un ristorante di cucina a Venice Beach chiamato Olivia's dove a Jim piaceva andare perché gli ricordava il cibo di casa che riscaldava la sua "anima",la lisergica "The Crystal Ship", in cui si viaggia in luoghi surreali e mondi remoti, nei quali ritrovarsi dopo aver abbattuto ogni barriera. Da qui si torna con i piedi per terra con "Twentieth Century Fox" ( a mio parere la meno interessante del disco) per passare ad “Alabama Song” cover di una canzone lirica tedesca scritta nel 1929 da Kurt Weill e Bertolt Brecht.. Dopo questi due intermezzi l'anima incendiaria dei Doors riprende il sopravvento nei sette minuti di "Light My Fire", ode al sesso che si consuma tra le fiamme di un blues-rock selvaggio firmato da Krieger. Giriamo il disco e parte “Back door man” seguito dalla melodica "I Looked at You" e  "Take As It Comes" .A questo punto si potrebbe pensare che l’album abbia preso una piega più “easy” ma i Doors sono anche maestri nello stemperare il pathos con improvvisi cali di tensione, infatti arriva "End Of The Night" una fiaba notturna a far presagire che il finale sarà tutt’altro che leggero: "The End” 11 minuti per la versione rock del mito di Edipo che ti annebbia la mente; la voce suadente di Jim ti schiaffeggia improvvisamente con il suo urlo "Mother, I want to fuck you!", Il brano sarà reso ancor più immortale dalla colonna sonora di "Apocalypse Now", il capolavoro di Francis Ford Coppola.  La puntina si alza e io torno con i piedi per terra , ma è stato bellissimo tornare quindicenne per 43 min..


domenica 18 giugno 2017

Spaghetti crudisti di zucchine con pesto e pomodorini.





C’è chi ama ricevere fiori dal proprio innamorato, io preferisco di gran lunga ricevere cibo e conoscendomi ieri il mio compagno mi ha comprato delle magnifiche zucchine biologiche con le quali ho preparato un piatto decisamente estivo, idratante, fresco con ingredienti di stagione. Le zucchine sono ortaggi molto ricchi di acqua quindi molto indicati in estate. Il loro sapore delicato si sposa molto bene con quello più deciso e profumato del pesto. L’aggiunta di pomodorini dà una nota colorata e gustosa a questo piatto. La preparazione è facilissima e velocissima, senza cottura. Una volta conditi gli spaghetti vanno serviti immediatamente perché, essendo le zucchine molto ricche di acqua, perdono la loro freschezza.

Ingredienti:

  • 4 zucchine medie
  • 6 cucchiai pesto
  • 10 pomodorini di Pachino tagliati in pezzi
  • sale e pepe macinato fresco
  • Foglie di basilico per decorare
Ingredienti per il pesto:

  • 25 gr di foglie di basilico 
  • 50 ml di olio extravergine d'oliva 
  • 35 gr di parmigiano reggiano da grattugiare 15gr di pecorino da grattugiare 
  • 8 gr di pinoli
  • 1/2 spicchio d'aglio
  • 1 pizzico di sale grosso.
Prima di tutto preparate il pesto: mettete tutti gli ingredienti nel bicchiere del minipimer ed emulsionante fino a formare una crema.

Lavare le zucchine, tagliare le estremità. Preparare gli spaghetti usando l’apposito affetta verdure per tagliare le verdure a julienne.
In una ciotola condire gli “spaghetti” con 5 cucchiai di pesto e i pomodorini. Salare e pepare a piacere.
Disporre gli spaghetti su un piatto di portata, decorare con del pesto e basilico.



  Song: "1969" The Stooges



Il punk fu inventato nel 1969 e non a New York né tantomeno a Londra  ma nella città industriale per eccellenza, capitale dell'industria automobilistica, che svela il suo cuore di tenebra, marcio e nichilista, diventando punto di riferimento per una generazione di proto-punk affamati di sesso, droga e rock'n'roll: Detroit. E' proprio a Detroit che nascono gli Stooges, gruppo guidato dal frontman James Jewel Osterberg alias Iggy Pop che sul finire degli anni Sessanta cambiò il corso della storia della musica, proponendo una personale rivisitazione del rock degli anni sessanta (Hendrix e i Doors) esasperandone la componente decadentista e sguaiatamente disperata. Debuttano nella notte di Halloween del 1967. Ed è proprio il carisma del frontman ad attirare una folla di curiosi alle loro prime esibizioni. Iggy Stooge - come fa chiamare - è un animale da palcoscenico, un pazzo che incendia la platea ricorrendo a ogni forma di esibizionismo, comprese forme di autolesionismo selvaggio. Durante i live non di rado si procura ferite sul petto e sulle braccia; e c'è chi lo ritiene il vero inventore dello stage diving .
Danny Fields dell'Elektra in quel 1968 è a Detroit per ingaggiare gli Mc5 (amici e grandi sostenitori degli Stooges) e quando li vede dal vivo rimane folgorato per la potenza del suono e l’impatto della band sul pubblico. E un anno dopo, nell’agosto del 1969, esce The Stooges, il loro primo album. A produrlo, viene chiamato John Cale, ormai in rottura con i Velvet Underground. Questo album li catapulta nella scena musicale americana come un fulmine a ciel sereno negli anni del festival di Woodstok e del "Flower Power". E’il manifesto della noia e dell'insoddisfazione generazionale cui la band si fa portabandiera, una caduta senza appigli all’inferno, dove non c'è alcuna speranza di salvezza o di auto-realizzazione. Tutto appare già chiaro fin dal primo riff di chitarra dell'album, quello che dà il via alla opening-track 1969 che rappresenta la frustrazione di una generazione di sconfitti ancora prima di nascere, una generazione “no future”, così come la nomineranno poi i Sex Pistols, quasi un decennio dopo; tutta l'insoddisfazione della band è rappresentata divinamente dalla voce sguaiata di Iggy Pop che pronuncia con disillusione la frase culminante: “It's another year for me and you/Another year with nothing to do“. Con il secondo pezzo si toccano gli apici della depravazione e della ricerca di un'anarchia autodistruttiva: I Wanna Be Your Dog è il manifesto perfetto del punk-prima-del-punk, una canzone violentissima caratterizzata da un riff paurosamente compatto e ipnotico. Il pezzo esplode con il furente ritornello che ripete per tre volte di fila, con rabbia sempre maggiore, l'aspirazione di Iggy a ridursi ad un oggetto di sfogo sessuale. Il terzo brano dell'album, We Will Fall spezza il ritmo e di fatto fa da spartiacque del disco. E’ un pezzo lungo dieci minuti che ricorda i deliri di Morrison: sembra di essere in mezzo ad una seduta spiritica nella quale l'”Iguana” è un medium inquietante che ci racconta le sue aspirazione di uno squallido amore consumato nella stanza 121 di un motel, chiudendo il brano con una frustrante considerazione: sono le sei del mattino, è tempo di chiudere questa parentesi amorosa e di ritornare alla noia di tutti i giorni, addio. Si ritorna al punk con No Fun, tanto è vero che i Sex Pistols chiusero il loro ultimo concerto proprio con questa cover: nella prima parte della canzone Iggy, sempre supportato strumentalmente dai suoi degni accompagnatori, ci mostra l'inutilità e la disperata solitudine del genere umano (“Nessun divertimento ad andare in giro/Sentendosi sempre allo stesso modo. Real Cool Time ci riprta al desiderio amoroso, o meglio sessuale dell’iguana, il quale ulula la sua brama di fissare un appuntamento: lo stesso concetto si ripete per tutta la canzone, per mettere in risalto la disperata ricerca di emozioni che alla fine si risolvono sempre in un circolo vizioso, quello dell'insoddisfazione che lo porta alla  continua ricerca di emozioni e della continua disillusione di essi. Con Ann i toni si smorzano e Iggy Pop ritorna a fare il Jim Morrison, anche per quanto riguarda le liriche: è pura poesia, anche se si intravede sempre in qualche modo la frustrazione di un desiderio che non potrà mai appagare fino in fondo sé stesso (“Ho guardato dentro i tuoi gelidi, gelidi occhi/Mi sono sentito così bene, così bene/Ho galleggiato nelle tue piscine/Mi sono sentito così debole, così triste”). Il tema dell'amore non corrisposto e della disillusione dei desideri insiti nella natura umana ritorna anche nella seguente Not Right, nella quale Iggy con il solito tedio pronuncia svogliato le solite rime di desolazione (“Voglio qualcosa, vogli qualcosa questa notte/Ma lei non puoi aiutarmi perchè non è a posto/No, no, no, no/E' sempre, è sempre la stessa menata”). Lo stesso tema conclude anche l'album in un apice di depravazione e degenerazione, quella Little Doll in cui Iggy narra il suo massimo momento di realizzazione, una nottata passata con una “bambolina”, una prostituta, unico spicchio di felicità (apparente) in una vita caratterizzata da frustrazioni e insoddisfazioni. Il disco è finito, il braccetto torna al suo posto e ti accorgi di aver ascoltato  34 minuti e mezzo di pura energia distruttivamente punk ..lunga vita a Iggy, lunga vita agli Stooges!


domenica 11 giugno 2017

Infused waters



Le infused waters sono acque aromatizzate naturali fatte in casa e preparate con la frutta fresca e con erbe aromatiche, come la menta, la stevia o il basilico. Si tratta di un'ottima idea per preparare delle bevande rinfrescanti, dal sapore gradevole e senza zuccheri o dolcificanti aggiunti. Per la preparazione delle acque aromatizzate naturali ho usato dei barattoli di vetro con coperchio a chiusura ermetica ben puliti (meglio ancora, sterilizzati in acqua bollente) o delle brocche. Potrete filtrare le acque aromatizzate prima di berle e recuperare la frutta per utilizzarla in varie preparazioni. Le acque aromatizzate fatte in casa sonomolto coreografiche , buone da bere e aiutano l'organismo a depurarsi. Ci permettono di mantenerci idratati durante le giornate più calde. Il consiglio è di conservarle in frigorifero 12 ore prima di berle e di consumarle entro poche ore dopo averle filtrate per godere di tutti i loro benefici. Io ne ho preparate alcune con la frutta che avevo a casa, e anche in questo caso vale la regola di lasciare libera l’immaginazione e sperimentare con i vari tipi di frutta e verdura che avete sottomano!
  • Acqua ai mirtilli: Versate uno strato di mirtilli freschi sul fondo del vostro barattolo di vetro. A piacere, potrete aggiungere qualche ago di rosmarino, a seconda dei vostri gusti, prima di versare l'acqua e di chiudere il barattolo. Il rosmarino aiuta la digestione e ha proprietà antinfiammatorie, mentre i mirtilli sono ricchi di antiossidanti.
  • Acqua ai lamponi: Versatene una manciata sul fondo di un barattolo e aggiungete tre fettine di zenzero e qualche fogliolina di menta. Chiudete il barattolo e lasciate riposare in frigo .
  • Acqua alle ciliegie: Approfittate del momento in cui le ciliegie sono di stagione per preparare la vostra acqua aromatizzata naturale. Versatene alcune sul fondo di un bicchiere tagliandole a metà e privandole del nocciolo, e aggiungete l'acqua . Lasciate riposare in frigorifero in un barattolo ben chiuso.
  • Acqua alla pesca: Non dovrete fare altro che lavare, sbucciare e tagliare a fettine una pesca matura. Versate le fette di pesca in una brocca o in uno o più barattoli e lasciate riposare in frigorifero .
  • Acqua limone e zenzero: Per preparare un litro di acqua aromatizzata al limone e zenzero vi serviranno mezzo limone da tagliare a fettine e un pezzetto di radice di zenzero fresco. Versate in una brocca o in barattoli di vetro e lasciate riposare e insaporire .

Song: "Honey Boy" The Supremes






Con 12 singoli pop singoli al numero 1 in classifica, numerosi dischi d'oro, concerti esauriti e apparizioni televisive, le Supremes non erano solo il gruppo femminile di maggior successo commerciale negli anni '60, ma tra i primi 5 pilastri della cultura pop / rock / soul di quel decennio . Diana Ross, Mary Wilson e Florence Ballard hanno costituito il gruppo di punta di Motown, il gruppo crossover di musica pop black di Berry Gordy Jr. che si spianò la strada a colpi di hit radio e tour bus per esibizioni in giro per gli States. Furono anche abbracciate dal mondo come simboli di successo afroamericano e di emancipazione femminile. Con Diana Ross a guidare il trio durante i loro anni di punta, hanno rappresentato il classico suono Motown di Holland-Dozier-Holland e lo stile sofisticato dell'etichetta. A differenza di altri cosiddetti gruppi di ragazze, le Supremes avevano un comportamento maturo e affascinante che si appellava ugualmente agli adolescenti e agli adulti. Belle, musicalmente versatili e uniche, le Supremes sono state le “fidanzate d’America”, fissando standard e registrazioni che nessun gruppo ha ancora uguagliato.
Diana Ross, Mary Wilson e Florence Ballard hanno registrato singoli come "Let Me Go the Right Way" "Where Did Our Love Go",  diventata il primo colpo n ° 1 nell'estate del 1964, vendendo oltre 2 milioni di copie,"Baby Love" e " Come See About Me”""Stop! In The Name Of Love"" (# 1 pop, # 2 R & B), "Back In My Arms Again" (# 1 pop e R & B) "e" I Hear A Simphony" (# 1 pop, # 2 R & B) "You Can’t Hurry Love" e "Keep Me Hangin On" sono stati # 1 in entrambi i pop e R & B charts nel 1966. "Love is Here And Now You Are Gone” (# 1 pop e R & B), "The Happening" (# 1 pop, # 12 R & B) e "Reflections" (# 2 pop, # 4 R & B). Nel corso di quel periodo il gruppo appariva settimanalmente nei programmi tv  nazionali. Non solo su spettacoli popolari per gli appassionati delle tre ragazze,  come Shindig e Hullabaloo, ma anche su programmi mainstream come Ed Sullivan, The Tonight Show, The Hollywood Palace e numerosi altri programmi di varietà in cui si sono  divise il palco con leggende di spettacolo come Pearl Bailey e le Andrews Sisters. Hanno registrato in diverse lingue straniere e  i loro concerti richiamavano sempre un pubblico numerosissimo. Erano anche importanti simboli di black power. In quanto tali, furono spesso viste nelle raccolte di fondi per il partito democratico, tra gli altri per il presidente Lyndon Johnson e sono stati invitate a partecipare al funerale di Martin Luther King Jr. nel 1968.
Sebbene i singoli membri del gruppo insistessero nel dire  che fossero una squadra, il pubblico vedeva Diana Ross come la stella. Gordy, il loro manager, nel 1967 cambiò il nome al gruppo, che divenne Diana Ross & The Supremes e "Reflection” è stato il primo singolo ad uscire con questo nome. Da qui iniziarono i problemi nel gruppo: sebbene sia Diana Ross e Mary Wilson abbiano sempre accreditato Florence Ballard come fondatrice del gruppo, entrambe soffrivano dell’ l'imprevedibilità della terza Supreme, l'oscillazione dell'umore e l'eccessivo bere stavano minacciando il futuro del gruppo. La Ballard aveva perso diverse date dei tour e quando era presente il suo aspetto e le sue prestazioni canore lasciavano a desiderare. Ma la cosa che la infastidiva di più era l'attenzione che veniva dedicata a Diana. Nel 1967 lasciò il gruppo.
Nove anni dopo aver lasciato la Motown, è morta di arresto cardiaco a Detroit a 32 anni. Diana Ross e Mary Wilson hanno partecipato al funerale, presieduto dal padre di Aretha Franklin, il reverendo C.L. Franklin. I Four Tops portarono la sua bara fuori dalla Chiesa.
Florence Ballard è stato sostituita da un membro delle  Patti LaBelle & The Blue Belles, Cindy Birdson. A quel punto, l'Holland-Dozier-Holland aveva lasciato Motown, e mentre le Supremes continuavano a avere delle hit con materiale registrato prima della partenza della squadra di produzione, ma  sulla scia di Aretha Franklin e l'ascesa del soul, la loro sofisticazione diventò obsoleta. "Love Child" (# 1 pop, # 2 R & B), è stato il più grande successo delle Supremes del 1968. I loro altri grandi successi erano duetti di gruppo con i Temptations, con cui divisero il palco in due specials televisivi, "T.C.B." (1968) e "G.I.T. su Broadway" (1969). Questi hanno incrementato la vendita  gli album successivi e di  una serie di singoli popolari, tra "I'm Gonna Make You Love Me" and "I'll Try Something New."
All'inizio del 1969 si incomincia a parlare del futuro abbandono da parte di Diana Ross e a novembre la Motown emise il comunicato stampa ufficiale. Venne sostitutita da Jean Terrell, sorella del pugile Ernie Terrell..e qui la loro storia si chiude, almeno per me.
Credo fermamente che le Supremes furono prima, innanzitutto e sempre un gruppo formato da tre meravigliose donne, la cui magia collettiva non poteva essere eclissata da nessun individuo, nemmeno dalla eccelsa Diana Ross.