Ingredienti:
- 4 zucchine medie
- 6 cucchiai pesto
- 10 pomodorini di Pachino tagliati in pezzi
- sale e pepe macinato fresco
- Foglie di basilico per decorare
Ingredienti per il pesto:
- 25 gr di foglie di basilico
- 50 ml di olio extravergine d'oliva
- 35 gr di parmigiano reggiano da grattugiare 15gr di pecorino da grattugiare
- 8 gr di pinoli
- 1/2 spicchio d'aglio
- 1 pizzico di sale grosso.
Prima di tutto preparate il pesto: mettete tutti gli ingredienti nel bicchiere del minipimer ed emulsionante fino a formare una crema.
Lavare le zucchine, tagliare le estremità. Preparare gli
spaghetti usando l’apposito affetta verdure per tagliare le verdure a julienne.
In una ciotola condire gli “spaghetti” con 5 cucchiai di
pesto e i pomodorini. Salare e pepare a piacere.
Disporre gli spaghetti su un piatto di portata, decorare con
del pesto e basilico.
Il punk fu inventato nel 1969 e non a New York né tantomeno a
Londra ma nella città industriale per
eccellenza, capitale dell'industria automobilistica, che svela il suo cuore di
tenebra, marcio e nichilista, diventando punto di riferimento per una
generazione di proto-punk affamati di sesso, droga e rock'n'roll: Detroit. E'
proprio a Detroit che nascono gli Stooges,
gruppo guidato dal frontman James Jewel Osterberg alias Iggy Pop che sul finire
degli anni Sessanta cambiò il corso della storia della musica, proponendo una
personale rivisitazione del rock degli anni sessanta (Hendrix e i Doors)
esasperandone la componente decadentista e sguaiatamente disperata. Debuttano
nella notte di Halloween del 1967. Ed è proprio il carisma del frontman ad
attirare una folla di curiosi alle loro prime esibizioni. Iggy Stooge - come fa
chiamare - è un animale da palcoscenico, un pazzo che incendia la platea
ricorrendo a ogni forma di esibizionismo, comprese forme di autolesionismo
selvaggio. Durante i live non di rado si procura ferite sul petto e sulle
braccia; e c'è chi lo ritiene il vero inventore dello stage diving .
Danny Fields dell'Elektra in quel 1968 è a Detroit per
ingaggiare gli Mc5 (amici e grandi sostenitori degli Stooges) e quando li
vede dal vivo rimane folgorato per la potenza del suono e l’impatto della band
sul pubblico. E un anno dopo, nell’agosto del 1969, esce The Stooges, il loro primo album. A produrlo,
viene chiamato John Cale, ormai in rottura con i Velvet Underground.
Questo album li catapulta nella scena musicale americana come un fulmine a ciel
sereno negli anni del festival di Woodstok e del "Flower Power". E’il
manifesto della noia e dell'insoddisfazione generazionale cui la band si fa portabandiera,
una caduta senza appigli all’inferno, dove non c'è alcuna speranza di salvezza
o di auto-realizzazione. Tutto appare già chiaro fin dal primo riff di chitarra
dell'album, quello che dà il via alla opening-track 1969 che rappresenta
la frustrazione di una generazione di sconfitti ancora prima di nascere, una
generazione “no future”, così come la nomineranno poi i Sex Pistols, quasi un
decennio dopo; tutta l'insoddisfazione della band è rappresentata divinamente
dalla voce sguaiata di Iggy Pop che pronuncia con disillusione la frase
culminante: “It's another year for me and you/Another year with nothing to
do“. Con il secondo pezzo si toccano gli apici della depravazione e della
ricerca di un'anarchia autodistruttiva: I Wanna Be Your Dog è il
manifesto perfetto del punk-prima-del-punk, una canzone violentissima
caratterizzata da un riff paurosamente compatto e ipnotico. Il pezzo esplode
con il furente ritornello che ripete per tre volte di fila, con rabbia sempre
maggiore, l'aspirazione di Iggy a ridursi ad un oggetto di sfogo sessuale. Il
terzo brano dell'album, We Will Fall spezza il ritmo e di
fatto fa da spartiacque del disco. E’ un pezzo lungo dieci minuti che
ricorda i deliri di Morrison: sembra di essere in mezzo ad una seduta spiritica
nella quale l'”Iguana” è un medium inquietante che ci racconta le sue
aspirazione di uno squallido amore consumato nella stanza 121 di un motel,
chiudendo il brano con una frustrante considerazione: sono le sei del mattino,
è tempo di chiudere questa parentesi amorosa e di ritornare alla noia di tutti
i giorni, addio. Si ritorna al punk con No Fun, tanto è vero che i Sex Pistols
chiusero il loro ultimo concerto proprio con questa cover: nella prima parte
della canzone Iggy, sempre supportato strumentalmente dai suoi degni
accompagnatori, ci mostra l'inutilità e la disperata solitudine del genere
umano (“Nessun divertimento ad andare in giro/Sentendosi sempre allo stesso
modo. Real
Cool Time ci riprta al desiderio amoroso, o meglio sessuale dell’iguana, il
quale ulula la sua brama di fissare un appuntamento: lo stesso concetto si
ripete per tutta la canzone, per mettere in risalto la disperata ricerca di
emozioni che alla fine si risolvono sempre in un circolo vizioso, quello
dell'insoddisfazione che lo porta alla continua ricerca di emozioni e della continua
disillusione di essi. Con Ann i
toni si smorzano e Iggy Pop ritorna a fare il Jim Morrison, anche per quanto
riguarda le liriche: è pura poesia, anche se si intravede sempre in qualche
modo la frustrazione di un desiderio che non potrà mai appagare fino in fondo
sé stesso (“Ho guardato dentro i tuoi gelidi, gelidi occhi/Mi sono sentito
così bene, così bene/Ho galleggiato nelle tue piscine/Mi sono sentito così
debole, così triste”). Il tema dell'amore non corrisposto e della
disillusione dei desideri insiti nella natura umana ritorna anche nella
seguente Not Right, nella quale Iggy con il solito tedio pronuncia
svogliato le solite rime di desolazione (“Voglio qualcosa, vogli qualcosa
questa notte/Ma lei non puoi aiutarmi perchè non è a posto/No, no, no, no/E'
sempre, è sempre la stessa menata”). Lo stesso tema conclude anche l'album
in un apice di depravazione e degenerazione, quella Little Doll in cui
Iggy narra il suo massimo momento di realizzazione, una nottata passata con una
“bambolina”, una prostituta, unico spicchio di felicità (apparente) in una vita
caratterizzata da frustrazioni e insoddisfazioni. Il disco è finito, il
braccetto torna al suo posto e ti accorgi di aver ascoltato 34 minuti e mezzo di pura energia
distruttivamente punk ..lunga vita a Iggy, lunga vita agli Stooges!
sempre più brava!
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