Pagine

domenica 25 febbraio 2018

Apple pie.



Ieri sono stata invitata per una bellissima intervista a "Contatto Radio Popolare Network" da Fabio Fabbiani e siccome non mi presento mai a mani vuote agli appuntamenti importanti, gli ho portato questa apple pie, accompagnata da del gelato alla vainglia. In studio erano presenti gli altri dj della radio Maurizio Castagna, Alessandro Hicks Mazzanti e Mattia Corsi..è finita che abbiamo fatto merenda tutti insieme!

Ingredienti:


  • 300 g di farina 00
  • 150 g di burro morbido
  •  60 g di zucchero a velo
  •  50 ml di acqua
  •  1 pizzico di sale


Per il ripieno:


  •  3 mele
  • succo di 1 limone
  • 60 g di zucchero di canna
  • 1 cucchiaio di cannella
  • 1 pizzico di sale
  •  1 cucchiaio di amido di mais
  • qualche fiocchetto di burro

Pelate, pulite e tagliate a cubetti le mele, conditele poi con il succo di limone, lo zucchero, la cannella, il sale e l'amido di mais. Mescolate bene. Fate sciogliere il burro in una padella e cuocete le mele che avete preparato, fino a che non risulteranno morbide.. Accendere il forno a 170°. In una ciotola impastate la farina con il burro morbido, aggiungete lo zucchero a velo e un pizzico di sale.
 Versate l’acqua e amalgamatela velocemente formando un panetto che riporrete in frigorifero per mezz’ora.
Stendete poi la frolla e formate due dischi sottili. Con un disco foderate una tortiera con bordo basso (3-4 cm), da 25 cm di diametro, e riempitela con il ripieno di mele, aggiungete qualche fiocchetto di burro sulla superficie.
Coprite con il secondo disco di frolla, unite i due dischi pizzicando la pasta ai bordi e ripiegandola su se stessa. Incidete con 4 tagli la superficie della torta.  Cuocete in forno a 170° per  35 minuti.

Song: "My Babe" Ike and Tina Turner


Le più belle gambe del pianeta, la donna più impegnata nello show biz che ha cantato, sudato e sfrecciato fino alla fama come cantante solista della Ike e Tina Revue, Tina Turner è stata la prima donna nel rock and roll che non cantava solo usando la voce ma usava tutto il suo corpo per interpretare le canzoni. Mentre molti altri artisti cantavano  i loro brani stando fermi o oscillando un po ', Tina era tutta energia cinetica e sessualità incandescente. Era uno stile basato sulle performance che aveva visto nella chiesa pentecostale da bambina a Nutbush, Tennesse. Dopo che la madre se ne andò, quando Anna Mae Bullock (il suo vero nome) aveva 10 anni ,fu cresciuta dai cugini e da una sorella a Saint Louis. A sedici anni, all'inizio del '56 incontra Ike Turner di 8 anni più vecchio, il leader di una band chiamata "The Kings Of Rhythm" al Club Manhattan,  un night club di Saint Louis che Tina frequentava. La storia racconta che Tina lo tormentò per lasciarla cantare, e quando rifiutò, saltò sul palco una notte durante l'intervallo, afferrò il microfono e lo lasciò senza parole. Ike la assunse rapidamente per cantare nel coro, e le cambiò il nome in Tina, più esotico,  e al volgere del decennio fu l'innegabile protagonista della dinamica band “Ike e Tina Turner Revue”. Nel '60 il loro crudo e terroso "A Fool In Love" ha sfondato il numero 2 delle classifiche R & B. Seguono altri successi  negli anni '60: "I'm Blue", "Poor Fool", "I Can not Belivee What You Say", "It's Gonna Work Out Fine", "I Idolize You" e il capolavoro di Phil Spector " River Deep, Mountain High " registrato senza Ike. Il canto di Tina, tuttavia, è stato sicuramente apprezzato maggiormente dal vivo, dove ha messo sempre tutto il suo corpo nelle sue esibizioni. "Io non canto solo la mia canzone, le recito", ha detto. Nel '69 il gruppo apre per i Rolling Stones nel loro favoloso tour degli Stati Uniti del '69. Mick Jagger ha detto di lei “è l’unica ad avere la mia stessa aggressività sul palco”. Il '70 inizia con più hit di Ike e Tina turner: "Come Togeter" "I Want To Take You Higher", "Proud Mary" e l’autobiografica " Nutbush City Limits" . Ma è la vita privata di Tina ad essere un viaggio all’inferno: subito dopo il matrimonio con Ike sono iniziati gli abusi fisici ed emotivi:  la bruciava con le sigarette accese, la picchiava in maniera talmente violenta da arrivare a romperle più volte il naso e le costole. Nel 1968 Tina arriva a tentare il suicidio e nel 1970 iniziò a girare armata per paura della violenza inaudita di Ike, alimentata ulteriormente dall’abuso di droga. Grazie allo studio del Buddismo, nel 1976 trova la forza per lasciare Ike : aveva quasi quarant’anni ma ricomincia daccapo la sua seconda vita. Si converte al rock, suona nei bar e nei locali di periferia e dopo una dura gavetta tardiva arriva il nuovo successo, da single, nella vita e sul palco. La canzone del riscatto è Private Dancer, poi trionfa con What’s love got to do with it e i suoi concerti vanno esauriti: entrerà nel Guinness dei primati per essere la cantante solista ad aver venduto più biglietti al mondo. Ora Tina ha 78 anni, vive in Svizzera ,si è sposata da poco dopo aver vissuto quasi vent'anni col compagno Erwin Back , non canta più ma continua ad avere delle gambe bellissime.



domenica 18 febbraio 2018

Gnocchetti alle pere e gorgonzola.


Questa domenica vi propongo un primo abbinando due ingredienti che amo molto, il gorgonzola e le pere, arricchendo il tutto con l'aggiunta del radicchio e delle noci. ho usato questa salsa morbida e voluttuosa per condire degli gnocchetti di patate..quello che ci voleva per scaldare il cuore e la pancia in questa fredda giornata di Febbraio!

Ingredienti:
  • 500 g di gnocchetti di patate
  • 180 g di gorgonzola dolce
  •  2 pere abate
  •  30 g di noci
  • un cespo di radicchio trevigiano
  • 1 scalogno
  • Un pizzico di noce moscata
  •  3 o 4 cucchiai di latte
  • 30 g di burro
  • Parmigiano grattugiato q.b

Portare una grande pentola di acqua salata ad ebollizione.
Sbucciare ed affettare le pere in fette e poi ogni fettina a metà. Tagliare lo scalogno a fettine sottili e il radicchio a striscioline.
Sciogliere il burro in una padella a fuoco medio. Una volta caldo, aggiungere la pera e lo scalogno e cuocere a fuoco basso per 4 minuti. Aggiungere il radicchio tagliato a striscioline e il gorgonzola, con i cucchiai di latte per sciogliere più velocemente il formaggio. Se occorre aggiungere un mestolo di acqua in ebollizione per rendere la crema più morbida. Cuocere gli gnocchi in acqua bollente per 2 minuti. Sono cotti quando salgono a galla in superficie. Con una schiumaiola trasferirli in padella e condire insieme alla crema di gorgonzola e pere. Sbriciolare le noci sugli gnocchetti caldi e amalgamare il tutto. servire con una spolverata di parmigiano grattugiato.

Song: "Get Back" The Beatles


“Let it be”  è lo sforzo di quattro uomini adulti con storie condivise e futuri divergenti che cercano di spremere il sangue dalle pietre. L'album contiene alcuni momenti di brillantezza  tra  jam e un trio di performance meravigliosamente stravaganti registrate nel gennaio 1969, ma è sopratutto figlio di Paul McCartney. Aveva preso le redini del gruppo dalla morte del manager Brian Epstein nel 1967, e con  relazioni sempre più tese, la più grande band di tutti i tempi ha iniziato a frantumarsi. Paul sembrava il meno disponibile ad accettare questa realtà. In qualche modo, è riuscito a convincere John Lennon, George Harrison e Ringo Starr che il modo migliore per andare avanti era assumere una troupe cinematografica e girare un film sugli sforzi della band per provare una serie di esibizioni dal vivo che avrebbe aiutato a spazzare via i dissapori e rendere tutto “faboulous” ancora una volta. Ma non sempre le cose vanno come le immaginiamo: Harrison è stato il primo a scattare, e ha lasciato il gruppo per circa una settimana durante le sessioni di registrazione. Accettò di tornare, ma solo se si fossero trasferiti dal palcoscenico di Twickenham, dove lavoravano, allo studio nel seminterrato della loro Apple Corps a Londra. Fu lì che il gruppo si accovacciò per il resto del mese, un intero mese di litigi in cui la band è stata in grado di registrare materiale sufficiente per mixare un album per uno spettacolo televisivo o un lungometraggio, culminando nell'ormai famosa esibizione dal vivo sul tetto dell'edificio Apple, l'ultima volta che hanno suonato insieme in pubblico. Ma i tentativi di mixare l'album hanno dato risultati insoddisfacenti e i nastri sono stati accantonati. Phil Spector si occuperà del mixaggio finale (presentando diverse tracce con sovraincisioni orchestrali) dopo che il gruppo ha respinto  le versioni messe insieme dall'ingegnere Glyn Johns. I suoi contributi sono stati a lungo oggetto di dibattito e controversie, ma è stato in grado di produrre un disco che la maggior parte della band riteneva valesse la pena di pubblicare. Dei quattro, John è il meno coinvolto nel progetto e ha solo due canzoni da solista per contribuire al lavoro:  "I Dig a Pony",  in modalità canora alla Bob Dylan, in cui snocciola frasi sensa senso su un soulful blues-rock ancorato dalla sua chitarra ritmata e il gioiello "Across the Universe" scritta da Lennon nel 1968,  dopo aver litigato con sua moglie Cynthia. " Let It Be", come la maggior parte degli album dell'ultimo periodo, era opera di Paul. Scrisse e cantò la maggior parte del materiale, con John Lennon che si ritirava in modo creativo dal procedimento. I contributi di McCartney consistevano nei tre successi dell'album, "The Long and Winding Road", "Get Back" e la title track “Let it Be”più altre trace meno incisive come "Two of Us" un  duetto alla Everly Brothers, e "I've Got a Feeling" nata unendo una delle sue canzoni con una di Lennon (ironia della sorte, la canzone di Paul celebrava il suo amore verso Linda mentre la parte di John era riferito al periodo difficile dopo il divorzio da Cynthia). George Harrison propose per "Let it Be" alcune canzoni qualitativamente più valide di altre poi incluse nell'album (All Things Must Pass, Let It Down, Isn't It A Pity, tutte racchiuse successivamente nel suo album da solista All Things Must Pass) ma la tiepida accoglienza degli altri Beatles lo indussero a fare un passo indietro e a firmare due tracce più "semplici": “For Your Blue” , un blues di struttura classica ma scorrevole e distesa,  dove rende omaggio a Elmore James,chitarrista slide del Missouri che rivoluzionò lo stile blues nel corso degli anni '50, e “I, Me, Mine” che  racchiude uno dei capisaldi della filosofia indiana con la quale Harrison acquisiva sempre maggiore familiarità, l’idea che l’individualismo impedisca di raggiungere la coscenza cosmica in cui non esiste più “ego”.
Se per tutti  Abbey Road  è la più netta conclusione dei Beatles - finisce anche con "The End"-,   Let It Be"  ci ricorda che nessuno è infallibile, non puoi forzare l'ispirazione, e niente dura per sempre.


domenica 11 febbraio 2018

Crema di mascarpone ai mirtilli.



Ecco un dolce al cucchiaio veramente semplice che soddisferà la voglia di qualcosa di buono in pochi minuti. E' nato una notte, mentre stavo lavorando al pc per scrivere le puntate per "Cibo e Vino a 33 Giri" e mi è venuta fame: ho aperto il frigo e ho unito gli ingredienti che più mi ispiravano..e l'energia creativa è andata alle stelle!

Ingredienti:
  • 250 gr di mascarpone
  • 2 cucchiai di marmellata di mirtilli
  • 1 cucchiaio di pinoli
  • 4 biscotti Digestive
  • 10 mirtilli freschi
In una terrina montate il mascarpone con la marmellata, formando una crema morbida. Sbriciolate i biscotti. In una coppetta alternate un cucchiaio di crema al mascarpone, un cucchiaino di biscotto sbriciolato e qualche pinolo. Guarnite l'ultimo strato di crema con i mirtilli freschi.

Song: "You're Gonna Miss Me"  The 13 Floor Elevators 




Qualche giorno fa sono entrata nel mio negozio di dischi di fiducia e cercando tra i vinili è apparso l’occhio di “The Psychedelic Sounds of the 13th Floor Elevators”. Il mio cuore ha avuto un sussulto: avevo già questo disco in cd ma averlo in vinile ha reso la mia giornata molto più interessante! Più di ogni altro gruppo, incluse le celebri band di San Francisco che  seguirono durante la favolosa Summer of Love, i 13 th Floor Elevators sposarono con orgoglio le virtù del passaggio dall' "altra parte” attraverso l'utilizzo di droghe psichedeliche e con la loro musica, intendevano fornire la colonna sonora per questo viaggio. Roger Kynard Erickson , il membro più giovane del gruppo è stato cacciato dalla Travis High School di Austin nel suo ultimo anno perchè si era fatto crescere i  capelli come i Rolling Stones. Aveva già scritto "You're Gonna Miss Me", un successo minore per gli  Spades, quando nel 1965 fu avvicinato per far parte in una sorta di supergruppo texano. Il chitarrista Stacy Sutherland, il bassista Benny Thurman e il batterista John Ike Walton erano cresciuti suonando a Port Arthur; la loro amica e vicina, Janis Joplin, ha cantato per poco tempo come voce di supporto per gli Elevators prima di partire per conto suo. I musicisti sono stati presentati ad Erickson da Tommy Hall,  un sedicente poeta beat che citava gli scritti di Timothy Leary e Aldous Huxley e suonava la "brocca elettrica" ​​in un'altra band chiamata Conqueroo. Il nome stesso della nuova band ha dichiarato il desiderio di essere diversi: il 13 ° piano non esiste in molti grattacieli per motivi di superstizione. Al gruppo piaceva anche sottolineare che "m" è la tredicesima lettera dell'alfabeto, fosse la prima lettera in "marijuana".
Mentre Hall ha dato alla band uno sfondo filosofico, Erickson ha fornito il suo focus musicale. Dotato di una famiglia di talento - sua madre era una cantante lirica dilettante, e il suo fratello più giovane Sumner è un suonatore di tuba sinfonica di livello mondiale - Roky ha emulato le grida soul di Little Richard e James Brown. Ma durante i momenti più teneri degli Elevators, come la bellissima ballata "Splash 1 (Now I'm Home)", l'emozione lamentosa della sua voce porta alla mente un altro grande cantante texano, Buddy Holly. Gli Elevators si sono guadagnati una reputazione grazie a potenti spettacoli dal vivo e un singolo indipendente con una nuova versione di "You're Gonna Miss Me". Era una dichiarazione contro un amante errante tra suppliche piene di dolore e minacce psicotiche che Erickson ululava al pubblico. "Ti sveglierai una mattina mentre il sole saluta l'alba / Ti guarderai intorno e scoprirai che me ne sono andato / Non ti rendi conto / Mi mancherai, piccola!". Questa esplosione viene trasmessa su un battito propulsivo e sulla churning di Sutherland e dalla  chitarra di Duane Eddy. E attraverso tutto scorre il groviglio acuto della brocca elettrica di Hall. La brocca era stata una base delle combo folk e bluegrass dei primi anni '60, ma Hall la amplificava tenendo un microfono vicino all'apertura. Ha affermato di trarre ispirazione musicale dal free jazz di John Coltrane, ma più di ogni altra cosa, i suoi rumori casuali prefigurano i caotici sintetizzatori di gruppi successivi dell'arte-rock come Roxy Music e Pere Ubu. Nonostante sia stato registrato rapidamente su tre tracce, "The Psychedelic Sounds of the 13th Floor Elevators" è un risultato impressionante. Come diceva Erickson, "La musica ti fa vedere le cose se vuoi," e i suoni e le strutture delle canzoni evocano visceralmente gli argomenti lirici a portata di mano. La selvaggia "Roller Coaster" è come una corsa fuori dai parchi di divertimenti. Il coro di "Reverberation (Doubt)" riecheggia come se rimbalzasse sulle pareti di un'oscura caverna; "Splash 1" crea onde sonore come le increspature su uno stagno, e "Fire Engine" è spinto dalla chitarra e dalla brocca che si fondono per evocare sirene urgenti e lamentose. Non sorprendentemente, la band attirò l'attenzione delle forze dell'ordine:  "Era un po 'come essere nella banda di Jesse James", ha detto il bassista Danny Galindo, che è entrato nel gruppo nel 1967. "Avevamo i poliziotti dopo di noi ovunque andassimo." Poco dopo aver registrato il secondo album, "Easter Everywhere", Erickson è stato arrestato per possesso di marijuana. In tribunale, i suoi avvocati chiamarono uno psichiatra che disse che il cantante aveva fatto 300 viaggi LSD che avevano "incasinato" la sua mente, ma la strategia fallì: fu assolto per pazzia ma confinato in un ospedale psichiatrico statale, drogato con torazina, e sottoposto a terapia d'urto.
Anche se "The Psychedelic Sounds of the 13th Floor Elevators" non è mai stato collegato a un pubblico di massa, sicuramente ha ispirato moltissimi gruppi, dai Jefferson Airplane ai Grateful Dead; i Rolling Stones hanno riscritto "Monkey Island" come "Monkey Man" e Pink Floyd ha sollevato il tema principale di "More" da "Roller Coaster".
Più tardi, durante l'esplosione punk, Lenny Kaye ha incluso "You're Gonna Miss" come la traccia centrale della sua compilation di garage-rock "Nuggets" e i Television hanno suonato la cover di "Fire Engine".

All'alba del rock alternativo, la Warner Bros. ha rilasciato un omaggio  a Erickson dal titolo "Where the Pyramid Meets the Eye". Con contributi di artisti come REM, Butthole Surfers e Jesus and Mary Chain, il suo roster stellare è un ampio tributo al potere duraturo di una voce indimenticabile e uno dei più grandi album dell'era psichedelica.

domenica 4 febbraio 2018

Salmone al cartoccio con arancia e mandorle.




E' un pò di tempo che non posto una ricetta di pesce e questa domenica mi è venuta voglia di proporvene una molto sana e gustosa. Ho cotto questi due tranci di salmone al cartoccio e ho aggiunto cavoletti di Bruxelles, cipolla di Tropea, scaglie di mandorle e succo d'arancia. Questo tipo di cottura permette di mantenere intatte le proprietà nutritive degli ingredienti e conferisce al piatto un' aroma buonissimo!


Ingredienti:

  • 2 tranci di salmone
  • 6 cavoletti di Bruxelles
  • 1 cipolla di tropea grande
  • 1 spicchio d'aglio
  • il succo di un'arancia
  • 3 cucchiai  di mandorle in scaglie
  • sale
  • olio evo
              Accendete il forno a 180°. Preparate il cartoccio stendendo la carta forno sulla lacca. Lavate e tagliate i cavoletti in 4 parti , la cipolla in fette sottili e distribuiteli sulla carta, adagiatevi sopra i tranci di salmone. Salate il tutto e irrorate con il succo d'arancia e e con un filo d'olio. Cospargete di mandorle. Chiudete il cartoccio e infornate per 20 minuti.

              Song: "Land: Horses / Land of a Thousand Dances / La Mer" Patty Smith


              Patti Smith è stata uno dei personaggi più affascinanti della "new wave ". Nata da una famiglia proletaria a Chicago,nel '67 si trasferisce a New York,dove trova più o meno,lo stesso ambiente e le stesse problematiche dei sobborghi di Chicago,ma tutto ampliato,amplificato.A sedici anni ha un figlio che darà però in adozione,lavora saltuariamente come commessa,operaia,ha i primi approcci con la musica come recensore per il settore giovani con la rivista Creem,coltiva la sua grande passione per le poesie e tra il '71 e il '73,pubblica tre raccolte: Seventh,Kodak e Witt.Musicalmente è cresciuta ascoltando gli Stones,Hendrix,Iggy e gli Stooges,Dylan,attraverso l'amore per Morrison ed i Doors,si è appassionata al surrealismo. Comincia a maturare dentro se,l'idea di unire le sue grandi passioni,il rock e le poesie,l'idea di musicare i testi che scrive.Sua guida spirituale,che la aiuterà producendo il suo esordio discografico,”Horses”, è l'ex Velvet John Cale. Un album di debutto col botto, a partire dalla copertina di Robert Mapplethorpe, suonato con la leggenda dell'epoca del CBGB Tom Verlaine alla chitarra. Nello studio di registrazione Cale ha fatto la cosa migliore che poteva fare come produttore: ha catturato l'essenza grezza delle esibizioni dal vivo di Smith in quel momento - la combinazione grezza di poesia, canto sciamanico e brivido del rock 'n' roll. Horses è un disco che parte dai simbolismi,la Smith identifica l'umanità con i cavalli e l'album,è un continuo alternarsi di ambientazioni e di atmosfere,di liriche recitate a mezza bocca,strascicate,per esplodere poi,in emissioni vocali potenti,gutturali,strozzate.I temi riguardano la vita di tutti i giorni,fatti di vita vissuta alternati ad atmosfere allucinate,realtà e irrealtà immerse in atmosfere anfetaminiche.Nella famigerata Gloria dei Them,cantata/recitata in modo stralunato e cupo,vi è inserita una poesia di Patti,che tratta il tema delle credenze cristiane e sottotitolata In excelsis Deo,Redondo Beach,ha come tema il suicidio di una ragazza,raccontato su un ritmo reggae,Birdland è basato su un racconto fantascientifico di Reich,viene improvvisata in studio,è la voce di Patti a farla da padrone,lo strumento pricipale,come del resto,in quasi tutto l'album.La band che accompagna la Smith è formata, oltre che da Verlaine, da Lenny Kaye alla chitarra,Richard Sohl al piano e tastiere,Iva Kral al basso,Jay Dee Daugherty alla batteria,John Cale al basso,Allan Lanier(dei Blue Oyster Cult) alla chitarra.La band si impone di suonare leggermente in secondo piano,un sottofondo creato appositamente per mettere in risalto la voce di Patti e le sue liriche.In Horses,ci sono ballate new-wave come Kimberly con in particalare evidenza le tastiere,in Break it up è la straziata chitarra di Verlaine a porsi all'attenzione,dal disco emergono dal passato gli echi dei Velvet,il brano Land,diviso in tre parti,con il crescendo isterico della parte intitolata Horses che rimanda all'interpretazione di Horses latitudes dei Doors,una seconda parte più improntata al rock,remake della hit dei '60 Land of a thousand dances,mentre la parte conclusiva,intitolata La mer(de) è cantata/recitata dalla Smith in modo quasi sussurrato,il brano è ispirato al tema della droga(la mer(de)) e ai suoi effetti,tratta di un certo Johnny che viene brutalmente ucciso e che non si sa come,successivamente vive svariate avventure,il finale è anticipato per creare nella storia il senso di scombussolamento e la perdita cognitiva del tempo.Nell'ultimo brano,Elegie,si ha appunto un clima melodico improntato alla solennità,con l'apporto di Lanier che con i toni della sua chitarra,rende del tutto particolari le melodie austere del brano. Horses è stato fonte di ispirazione per molti artisti, uno fra tanti Michael Stipe, che racconta di aver scoperto l’album a quindici anni, comprato per lo scatto di Robert Mapplethorpe sulla copertina  e che una volta finito sul piatto del giradischi lo scosse profondamente :”.. fu come se mi strappassero gli arti e me li riattaccassero in una posizione diversa”. Potere della musica