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domenica 29 settembre 2019

I caplèt.

 


Mio padre è un cuoco ma a cucinare mi ha insegnato mia madre. Ho fatto le prime crostate a 4 anni e quando ne avevo 6 mia madre mi ha insegnato a preparare la pasta fresca e i tortellini, quelli da cuocere in brodo..mi piaceva molto aiutarla a riempire i cerchi di pasta e arrotolarli intorno alle dita per dare forma a ciò che avremmo mangiato per cena.
Credevo di essere brava e veloce in questa pratica, ma poi è arrivata Marina, mia suocera, a sovvertire ogni mia certezza: prima di tutto, Marina è emiliana e lì non ci sono i tortellini ma i caplèt, che oltre ad essere farciti con tre tipi di carne diversi, vitello, manzo e maiale, sono piccoli. Ma proprio piccolissimi, non più grandi della falangetta del dito mignolo.Piccoli e perfetti come l'ombelico di Venere: la leggenda narra che Venere un giorno si svegliò affamata e chiamò un cuoco nella sua stanza da letto. Questi, vedendo quel magnifico corpo, rimase così sconcertato che si rinchiuse in cucina, deciso a riprodurre almeno un particolare della dea. Con fervore impastò la sfoglia, tagliò tanti quadratini, li farcì di carne e li richiuse arrotolandoli al dito. Così, "imitando di Venere il bellico, l'arte di fare il tortellino apprese".
Una domenica, a Collagna, il paese nell’Appennino emiliano in cui vive, Marina mi ha insegnato a fare i caplèt, ed è stata un’operazione veramente complicata dare una forma dignitosa a quei piccolissimi concentrati di bontà. Dopo vari tentativi ce l’ho fatta e a cena ho portato a tavola 4 piatti fumanti di caplèt in brodo e una grande soddisfazione!



Ingredienti:
  • 600 g Farina 00
  • 150 g Parmigiano Reggiano  grattugiato
  • 50 g Mortadella Bologna 
  • 50 g Carne trita di vitello
  • 50 g Carne trita di manzo
  • 50 g Carne trita di maiale
  • 50 g Burro
  • 6 pz Uova
  • Brodo di carne
  • Noce moscata
  • Sale

Prima di tutto rosolate la carne trita in una padella con il burro, dopo alcuni minuti versatela in una ciotola. Unite la mortadella tritata, il parmigiano, un pizzico di sale e di noce moscata. Versate la farina a fontana sulla spianatoia, unite un pizzico di sale poi rompetevi nel mezzo le uova; impastate ottenendo una pasta soda e liscia; copritela e fatela riposare per 30’.Tirate la pasta con il matterello in una sfoglia sottile, poi con una rotella ricavatene tanti quadrati (devono essere piccoli, 2 cm!) su ognuno appoggiate una piccola noce di ripieno poi ripiegate la pasta a triangolo. E ora la parte più difficile:  saldate i bordi quindi, girando il triangolo intorno al dito, fate combaciare le due punte; man mano mettete i caplèt su un telo. Cuoceteli in brodo bollente e serviteli con il parmigiano.




Song: "All My Loving" The Beatles



Un album dalla copertina “luttuosa”. Così venne definita dalla EMI e da Epstein la foto scelta dal fotografo Robert Freeman per “With The Beatles”. Ma i Fab Four non vollero sentire ragioni: quella foto secondo loro era perfetta e l’album venne pubblicato otto mesi dopo di” Please Please Me”. Ed è stato un successo immediato. L'album vendette 250mila copie in 4 giorni e, nel settembre del 1965 divenne il primo album inglese a vendere un milione di copie nel Regno Unito .Un sequel di primissimo ordine, che sviluppa il proprio tono e aggiunge profondità alle sonorità dell’album di debutto. Questo album è in effetti una ripetizione della formula e una continuazione del loro primo album: un brano originale in apertura, ed una cover in chiusura con in mezzo un  mix di brani inediti e di cover, con Lennon che si prende il ruolo di leader, McCarntey che sperimenta ritmi latineggianti e tutti e quattro, Ringo compreso, alla voce solista almeno per un brano. Ma un rapido ascolto delle melodie rivela una levigatezza più fluida in studio rispetto alla qualità leggermente più ruvida e simile al garage del debutto. Questa è davvero la prima volta che i Beatles iniziano a utilizzare i trucchi in studio come il doppio tracciamento della voce e  il songwriting fa un salto di qualità. "All My Loving" è tra i primi brani presentati da Paul McCartney che sembra adattato da uno standard pop di anni fa e lascia presagire che presto non sarà soltanto il più brillante dei comprimari di John Lennon, ma un suo concorrente alla leadership del gruppo. George Harrison per la prima volta canta da solista tre brani ,” Roll Over Beethoven” ,” Devil In Her Heart” e “ Don't Bother Me” di cui è autore.  Come nel debutto, questo album contiene sei cover tratte dal loro repertorio live. I Beatles adoravano la Motown e cercavano nel negozio di dischi NEMS di Brian Epstein i tesori nascosti dell'etichetta di Detroit, e in questo album ci sono dei veri e proprie gemme, come “You Really Got An Hold On Me” di Smokey Robinson & The Miracles e “Please , Mr Postman” delle Marvelettes. Ma anche le altre cover sono impresse con la loro personalità come se fossero tutti brani propri.  "Roll Over Beethoven" ha poco da invidiare alla versione originale, "Money" ringhia con il tipico tono acido di Lennon mentre McCartney mostra la sua inclinazione tipica per gli standard pop con "Till There Was You" e in "Devil In Her Heart" i  Beatles misero nel brano i cori come quelli delle Donays, ma con un andamento più fluido, senza gli staccato che caratterizzavano il pezzo originale. Insomma per me With The Beatles resta un album molto bello da ascoltare, che lascia presagire di cosa potevano essere capaci di fare quei 4 ragazzi poco più che ventenni.


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