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domenica 15 marzo 2020

Dorayaki di Damiano.



In questi giorni molto difficili l'unica cosa che possiamo fare è restare a casa e cercare di combattere il senso di impotenza e la paura. Come? Non ne ho idea, posso solo raccontarvi quello che faccio io:
1) Dopo anni di completa inattività ho ricominciato a fare yoga e con grandissima soddisfazione posso ammettere di non essere la cariatide che immaginavo
2) Ascolto tanta musica : vinili ma anche la radio (Capital) 
3) Leggo : ho sistemato tutti i vecchi libri nella nuova libreria e ho scoperto alcune chicche da leggere e rileggere
4) Guardo film
5)Studio con mio figlio, e se non fosse che litighiamo quasi sempre,  sarebbe anche divertente
6) Cucino tantissimo. E insegno a Damiano come si cucina. 
Il punto 6 non è una grande novità nella mia routine quotidiana ma in questi giorni ho quello che di solito mi manca quando mi metto a cucinare : il tempo. Quindi ogni giorno ci mettiamo in cucina e spiego le mie ricette a mio figlio di 7 anni che in questi giorni è diventato bravissimo a preparare il minestrone, le lasagne, i biscotti, e le melanzane alla parmigiana. Per questo motivo, questa volta sarà lui a cucinare la ricetta della domenica e a scegliere il disco che l'accompagnerà..iniziamo!

Ingredienti:


  • 200 g di farina 00
  • 180 g di zucchero a velo
  • 75 ml di latte a temperatura ambiente
  • 1/2 bustina di lievito per dolci (8 g)
  • 3 uova a temperatura ambiente
  • 1 cucchiaio di miele
  • olio di semi
Per farcire:
  • crema alle nocciole e cioccolato
Come ben saprete i dorayaki sono i famosi dolcetti giapponesi di cui Doraemon è ghiotto e si preparano così:
In una ciotola sbattete molto bene le uova con lo zucchero fino ad ottenere un composto gonfio e spumoso. Unite il miele, la farina e il lievito ben setacciati. Girate con una frusta.
Aggiungete il latte a filo, sempre mescolando. Dovrete ottenere una pastella densa che farete riposare a temperatura ambiente e coperto con la pellicola alimentare per circa 20 minuti. Riscaldate una padella antiaderente appena unta di olio e versatevi al centro una piccola quantità di pastella. Fate cuocere a fuoco basso fino a quando si saranno formate delle bolle sulla superifcie. Girate e proseguite la cottura.
Farcite i dorayaki apponendo un cucchiaio di crema di nocciole e cioccolato al centro di metà dei pancake dal lato meno cotto. Chiudete con quelli restanti facendo in modo che la parte più cotta resti in alto. Servite subito.

Song: " Sono Solo Canzonette" Edoardo Bennato



Per accompagnare i suoi dorayaki Damiano ha scelto uno dei suoi vinili preferiti, "Sono Solo Canzonette" di Edoardo Bennato, il primo disco che gli ho regalato. Il titolo a questo album sembra che  sia stato suggerito al bravissimo Bennato nientemeno che Enzo Jannacci. I due stavano registrando negli stessi giorni in Brianza, in due studi comunicanti. Il mixer dello studio in cui stava registrando Bennato era completamente coperto di nastri di scotch bianco che impedivano di toccare i faders , con tanto di cartello con su scritto  “NON TOCCARE!“. Jannacci, ironicamente , sotto quel “non toccare”  scrisse: “sono solo canzonette”..una presa in giro a tanta paranoia. Bennato ne fu divertito e decise di lavorare su quella frase, e alla fine realizzò l'album più venduto della sua carriera. Come saprete si tratta di un concept album che  si ispira  alla favola di Peter Pan e con semplicità  Bennato smitizza la figura del cantautore come profeta politico o istigatore di masse ben sapendo che, in realtà, le loro parole sono state fondamentali per i giovani. Quelle che lui scrive  "sono solo canzonette" ,otto tracce che spaziano tra il rock e il blues, nate dalla voglia di comunicare il suo pensiero con allegria , distogliendo la mente dai problemi e regalando un pò di  spensieratezza senza escludere la possibilità di riflettere. Non sono trattati politici nè esortazioni di ribellione ma semplici espressioni di un'arte quale è la musica. Perchè alla fine il mondo nell'Isola che non c'è non è tanto diverso dal nostro: ci sono i prepotenti che fanno la voce grossa  come capitan Uncino, i servi ubbidienti, per i quali è più importante avere il bicchiere sempre pieno che aver studiato, come Spugna e i ribelli come Peter, che non vogliono crescere , non vogliono vivere in un mondo in cui non è più possibile essere semplicemente felici, innocenti. Per Bennato le favole «sono state le piattaforme per parlare delle contraddizioni della società, della doppiezza della gente, specie i politici, della pressappocaggine e della grettezza imperante, senza però fare moralismi, senza sembrare retorico. In questo senso è nata la mia "trilogia" fiabesca, dal Pinocchio di "Burattino senza fili" al Peter Pan di "Sono solo Canzonette" fino alla "Fantastica storia del Pifferaio magico". Il messaggio è sempre lo stesso, perché la società è sempre la stessa, i padroni anche. Le favole sono il mezzo per parlarne. L'unica differenza è che nelle favole spesso i cattivi diventano buoni. Nella realtà no». (Edoardo Bennato: Peter Pan anch’Io  L’isola come fuga dalla realtà, Napoli e le canzoni impegnate di Natascia Galeno | Interviste Esclusive)
 Dentro questo album i testi sono pungenti e chiari, così da prestarsi a diversi livelli di lettura : un bambino ne coglie la magia che lo fa entrare nella favola, un adulto riesce a respirare la tensione e il fermento della società italiana di fine anni 70. A me fa venir voglia di cantare e sono felice di poterlo fare assieme a mio figlio.








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