Le friselle sono una ricetta pugliese che comprende anche moltissime varianti: si tratta di taralli a forma di ciambella con un buco al centro. Si vendono in varie grandezze e sono prodotte da tutti i forni; nel leccese e nel tarantino le chiamano “frise”. Sono abbastanza croccanti, ma basta immergerle in un po’ d’acqua e si ammorbidiscono. Vanno poi condite con i sapori tipici del luogo: pomodori ciliegini, origano, olio extra vergine d’oliva e acciughe. Ho aggiunto la feta per rendere il piatto ancora più saporito!
Ingredienti:
- 4 Filetti di acciughe
- 100 gr di feta
- 4 Spicchi d'aglio
- 4 Friselle
- 6 Foglie di basilico
- Olio extravergine d'oliva
- Sale
- 100 Gr Pomodori
- Origano
Bagnate le friselle con acqua salata per ammorbidirle (a seconda dei vostri gusti), dopodiché ponetele in un piatto.
Tagliate a piccoli pezzetti i pomodori e la feta, metteteli in un contenitore e condite con olio, sale, basilico spezzettato, i filetti di acciughe, origano e aglio schiacciato che, in alternativa, potete anche solo sfregare sulle friselle.
Dividete il composto di pomodoro ponendolo sulle 4 friselle e poi servite.
Song: "Hungry freaks, daddy" Frank Zappa
Un pazzo. O forse una mente lucida in un mondo di folli. Frank Zappa è qualsiasi cosa mente umana possa suggerire, ma è soprattutto un artista difficile da dimenticare e da catalogare una volta fatta la sua conoscenza. Negli anni 50 aveva un amore e una meta: amava il blues e voleva attraverso questo fare soldi in gran quantità, anzi lo dichiarava sfacciatamente: "Voglio avere una mia band e fare soldi a palate".
Zappa, fin da subito, ha ben chiaro in mente cosa vuole fare da grande. Si ispira ad artisti avanguardistici contemporanei come Edgar Varèse, Igor Stravinskj e Karlheinz Stockhausen, la cui influenza sul nostro sarà tangibile fin dalle prime opere. È un artista colto, Zappa, che non ha scrupoli a prendersi gioco del bigottismo imperante nella società perbenista americana del periodo. Le sue canzoni vanno oltre il semplice ausilio di melodia, la musica nelle sue mani diventa un'affilatissima spada con cui fare a pezzi il tradizionalismo, non solo di costume: quello che Zappa propone è di stravolgere il sistema dall'interno, per poi far sì che cambi anche all'esterno.
Ecco quindi "Freak Out", fondamentale album d'esordio, che altro non è che un attacco coraggioso a menti preconfezionate, fatte di salutismo ormonalmente represso. È una sfida satirica, una presa di giro colta e ironica nei confronti di un mondo che si gongolava in un "American Dream" all'epoca ancora integro e senza rughe. Zappa dimostrava che questo sogno era una utopia: attraverso le sue "canzoni stupide" (come lui per primo amava definirle) si faceva portavoce anarchico dei "diversi", di coloro che vogliono il cambiamento, e lo vogliono subito.
Non interessa a Zappa cosa gli altri penseranno di lui, non interessa se sarà bandito o sbeffeggiato - riesce a vedere nel futuro e attraverso questa ottica particolare riesce a veicolare la sua musica manipolandola per i propri fini. Attraverso melodie subdole e ammiccanti, Zappa cita frasi rivoluzionarie che, come strali, produrranno tempeste scandalistiche facendo gridare all'orrore: "Mister America, tira dritto/ davanti alle menti che non riesci a dominare/ Mister America, cerca di nascondere/ il vuoto che hai dentro/ Se anche ti rendessi conto di come hai mentito/ e degli squallidi trucchi che hai tentato/ neppure allora fermeresti la marea crescente...". Frasi che hanno in sé i geni della rivoluzione.
A modo suo, Zappa è stato un precursore del movimento anarcoide che di lì a qualche anno verrà catalogato sotto l'etichetta "punk", ancor prima nei contenuti che nell'impatto sonoro e soprattutto visivo. Lui per primo si è sentito un diverso, in un mondo anomalo, stravagante in una società bigotta e perbenista, ma intimamente stupida e timorosa dei cambiamenti, impaurita di guardare verso l'orizzonte del futuro, una generazione grottesca di tanti Peter Pan che in definitiva (anche se la massa del periodo non lo ammetterà mai) non ne voleva sapere di crescere e aveva paura di guardarsi allo specchio, fino a diventare una caricatura di se stessa. Ed è da queste caricature che Zappa costruisce il suo mondo freak, nel tentativo stravolgerlo. Come un ragno che costruisce la tela per intrappolare la propria preda, Zappa attraverso suoni (a tratti) dolci e melodici avvicina l'ingenuo ascoltatore per sorprenderlo con i pantaloni abbassati e far vedere, come in uno specchio immaginario, tutto quello che l'ascoltatore è in realtà e che per lungo tempo si è ostinato a non voler riconoscere.
Frank Zappa è un genio assoluto, che non può essere circoscritto semplicemente sotto la voce di musicista o chitarrista: è un artista, un innovatore, forse l'innovatore per eccellenza. Colui che mai ha ripetuto un lavoro, un disco, simile a quello precedente, un personaggio che oltre a prendersi gioco e sfidare la società ha saputo ridersi addosso, con una sottile e intelligente autoironia....
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