Il territorio ligure in questa stagione è ricco di borragine,
una pianta caratteristica per i fiori blu e le foglie ricoperte da una sottile
peluria. I fiori e le foglie sono entrambi commestibili, ma è preferibile
mangiare, soprattutto quest’ultime, cotte, sia per eliminare facilmente la
peluria, sia per non rischiare un’intossicazione del fegato: sembra infatti che
le foglie, a crudo, presentino sostanze epatossiche. La borragine può
essere trattata come gli spinaci e le biete e questa domenica ho pensato di prepararvi
proprio una torta di borragine e bieta.
Ingredienti:
700 g di bieta
100 g di foglie di borragine
40 g di parmigiano grattugiato
3 uova
20 g di burro
250 g di ricotta
2 porri
2 cucchiai di latte
5 cucchiai di olio extravergine di oliva
sale
Per la pasta
250 g di farina
1 cucchiaio di olio extravergine di oliva
sale
Preparare la pasta: lavorare a lungo la farina setacciata con l’olio extravergine di
oliva, unire anche 1/2 bicchiere scarso di acqua e un pizzico di sale. Impastare
fino a che gli ingredienti non saranno amalgamati, quindi modellare una palla,
avvolgerla in un foglio di pellicola trasparente e farla riposare per 1
ora. Nel frattempo, pulire la bieta e farla scottare per qualche minuto
in acqua bollente e salata, poi scolarla, strizzarla e tagliarla grossolanamente. Tritare i porri mondati e farli soffriggere in una
padella con 4 cucchiai di olio extravergine. Unire la bieta e farla insaporire
mescolando. Lasciar raffreddare, unire le uova sbattute, la ricotta, la
borragine pulita e tagliata grossolanamente, il parmigiano, aggiustare di sale
e mescolare per ottenere un composto omogeneo. Imburrare uno stampo a
cerniera, foderarlo con un disco di pasta
e riempirlo con il ripieno. Chiudere i bordi della torta e
spennellarli con il latte. Infornate a 180 °C per circa 40 minuti.
Song: " Feelin' Good" Nina Simone.
Nina
Simone è stata una delle più grandi cantanti e autrici della storia della musica, probabilmente
l’unica a esprimersi ai massimi livelli sia nel jazz sia nel blues, soul, folk,
pop, o qualsivoglia genere musicale che le fosse vicino per sensibilità e
radici culturali. Ma non tutte le storie sono fiabe e la vita di Nina Simone ne
è la dimostrazione. La sua potente voce l'ha portata in giro per il mondo ma nonostante
il suo successo,la Simone ha faticato enormemente per raggiungere lo status
leggendario che ha oggi. Da bambina, il suo sogno non era
quello di diventare una famosa musicista jazz. In realtà, voleva essere una
pianista da concerto, adottando il suo stile da suoni come Beethoven e Brahms.
Sperava persino di essere la prima concertista afroamericana. Tuttavia, il mondo aveva altri piani per lei. I
soldi nella sua famiglia erano pochi, e arrivò il momento in cui non poteva più
permettersi una scuola di alto livello come la Julliard. Di conseguenza, Nina
lasciò il prestigioso college e tornò a casa. Immagina di essere in grado di
entrare in una scuola di musica estremamente competitiva solo per dover
rinunciare a causa di fondi insufficienti. Questo era uno dei tanti ostacoli
che Nina si è trovata a dover superare. Mentre era a casa, Nina non ha
abbandonato la sua passione per la musica. Poiché il denaro scarseggiava, iniziò a dare lezioni di musica agli studenti
del suo quartiere. Dopo aver insegnato per qualche tempo, decise di provare a
promuovere la sua educazione musicale. Per fare questo, ha presentato una
domanda al Curtis Institute of Music ma gli è stato negato l’accesso a causa
della sua razza : era una donna di colore che cercava di farsi un nome quando
tutti intorno a lei volevano che lei tacesse. Questo è uno dei motivi per cui ,
una volta arrivata al successo, Nina Simone si è trovata coinvolta nel
movimento per i diritti civili e ha usato la sua musica per elevare i neri in
tutto il paese e in tutto il mondo. Sebbene fosse stata discriminata a causa
della sua razza, Nina era molto orgogliosa di essere nera e di creare canzoni
con testi di empowerment e rivoluzione. L’attentato del 1963 a una chiesa di
Birmingham rappresenta uno dei punti di svolta della carriera di Nina Simone. Ha
scritto “Mississipi Goddam” come forma di protesta e la canzone l’ha
trasformata in qualcosa di molto raro, ai tempi: una cantante nera che
raccontava i movimenti dei diritti civili. Mentre tutti gli attivisti
iniziarono ad apprezzare Nina Simone, le stazioni radiofoniche mostrarono tutto
il loro disappunto non solo censurando “Mississipi Goddam” dalle loro
trasmissioni , mandando indietro i dischi spezzati a metà.Dal momento in cui
Nina Simone ha iniziato a focalizzare le sue energie sui movimenti per i
diritti civili, capitava spesso di sentirle dire sul palcoscenico cose come:
“Siete pronti a uccidere per la causa, se necessario?”. L’artista non ha mai
nascosto quello che pensava, nemmeno a Martin Luther King, a cui una volta
disse: “Io non sono contro la violenza»
e lui le rispose «non c’è problema sorella. Non devi esserlo». Quel sentimento di estraniazione e di
contrastata ambizione è ampiamente leggibile in tutta la sua opera così come la
sua spasmodica ricerca d’amore, avversata da ruvide violenze da parte del
marito Adrew Strudd e dalle sue di violenze, nei confronti della figlia.. Non
sorprende che i dualismi che hanno marchiato a fuoco la sua esistenza l’abbiano
portata da un lato alla gloria per via di una musicalità, una potenza e una
capacità forse anche spaventosa di rendere l’essenza stessa di una canzone;
dall’altro verso una follia quasi inevitabile che la portò a vere crisi maniaco
depressive che sfociarono in una dagnosi di disturbo bipolare Una sensibilità
esasperata e tormentata si è riflessa dunque su tutto, travolgendo gli animi,
le cose, i rapporti umani, la carriera artistica tra splendori eccelsi e
miserie inenarrabili. Di sicuro la sua integrità di donna e di artista l’ha
trascinata verso la purezza della sincerità assoluta di fronte alla musica, al
cospetto dell’esistenza.
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