Pagine

domenica 15 dicembre 2019

Strudel integrale di verdure.



Questa domenica, invece di preparare la classica torta di verdure ho pensato di proporvi uno strudel salato, usando per l’impasto una sfoglia integrale. Nel ripieno si possono mettere tutte le verdure che preferite e ovviamente il pecorino può essere sostituito con il parmigiano..questa è la mia ricetta, usatela come più vi piace e lasciatevi accompagnare dai suoni incredibili di questo disco..

Ingredienti:
Per la sfoglia:
300 gr di farina integrale
50 gr di farina 00
120 ml di acqua
60 ml di olio d'oliva extravergine
1 cucchiaino di sale

Per il ripieno:
1 broccolo
1 melanzana
1 carota
1 peperone rosso
1 cipolla
500 gr di zucca
1 patata
500 gr di funghi champignon
4 cucchiai di pecorino grattugiato
q.b. di olio d'oliva extravergine
q.b. di sale
pangrattato

Iniziamo preparando la pasta sfoglia integrale. Unire la farina integrale e quella bianca, il sale, l'olio d'oliva e l'acqua (a temperatura ambiente). Impastate gli ingredienti e modellate un panetto. Avvolgerlo nella pellicola per alimenti e lasciarlo riposare in frigorifero per 30 minuti. Nel frattempo preparare il ripieno: pulire tutte le verdure e tagliarle a cubetti. Riscaldare un filo abbondante di olio in una padella larga, aggiungete le verdure, regolate di sale e fatele cuocere a fuoco moderato, con il coperchio, per circa 10-15 minuti, girandole ogni tanto. Quando le verdure sono morbide lasciatela raffreddare , poi mettetele in una ciotola, aggiungete l’uovo, il pecorino grattugiato ed emulsionate tutto con un frullatore ad immersione.  Stendere in una sfoglia  molto sottile, distribuitevi un po' di pangrattato che assorbirà l'umidità delle verdure e stendete la farcitura all’interno, lasciando un po' di bordo per poter chiudere lo strudel. Arrotolare lo strudel su se stesso, arrivando a posizionare la chiusura verso il basso e chiudete anche le estremità e mettetelo su una teglia rivestita con della carta forno, praticate delle incisioni con un coltello affilato ed infornatelo in forno preriscaldato a 180° per 40 minuti. Sfornate lo strudel e lasciatelo raffreddare completamente.

Song: "Nightswimming" R.E.M


Nightswimming deserves a quiet night
The photograph on the dashboard, taken years ago
Turned around backwards so the windshield shows
Every streetlight reveals the picture in reverse
Still, it's so much clearer
I forgot my shirt at the water's edge
The moon is low tonight…

Nel 1994 avevo 19 anni, cambiavo colore di capelli  ogni due mesi , ogni sabato sera andavo a ballare in Baraonda, e quando tornavo a casa, alle 3 del mattino ascoltavo “Nightswimming”, perdendomi dietro a queste frasi.  Automatic For the People è sicuramente il disco dei R.E.M che ho ascoltato di più : in un periodo in cui il grunge era al suo apice ho sempre pensato che loro avessero qualcosa di completamente diverso e unico rispetto alle band del tempo , ponendosi al centro di quell’ondata di dubbi, angosce che ha caratterizzato i testi di gruppi come Nirvana, Pearl Jam e molti altri, ma rimanendo assolutamente fedeli a se stessi. Automatic For The People esce nel 1992 ed è il loro settimo lavoro , tra i precedenti metterei sul podio Murmur e Out Of Time, due capolavori. Dopo il successo mondiale di Out of Time i quattro si rinchiusero in uno studio e abbandonata l’idea di fare un disco rock di dedicarono a composizioni che dessero l’idea del disagio, dell’inadeguatezza. Nacque un disco di ballate, con un sacco di strumentazione acustica con testi cupi e sconcertanti, come la traccia di apertura, "Drive" che mescola chitarre acustiche cupe con la magia del basso di John Paul Jones , ospite d’onore del disco, mentre lo stile della filastrocca dei testi fornisce un contrappunto inquietante. È un approccio insolito per REM aprire un album con una canzone così intima, visto che i loro ultimi numerosi album sono iniziati con tracce più amichevoli e ottimistiche . Le canzoni più rock di Automatic for the People , "The Sidewinder Sleeps Tonite” e  "Ignoreland" sono  distanti tra loro ma funzionano bene nel contesto dell'album e sono delle boccate d’aria i tra le tracce più struggenti del disco.  I testi di Stipe si concentrano principalmente su aree di relazioni personali e di riflessione generale, e la strumentazione aiuta a sostenere questi argomenti. Come in una delle canzoni più conosciute dell'album,  "Everybody Hurts", riferita ai suicidi adolescenziali, inno a non mollare di fronte alla disperazione che spinge a farla finita. Tutto il dolore del mondo condensato in pochi, semplicissimi versi.  Ma ora vorrei fermarmi sulla mia canzone preferita, Nightswimming : la canzone include solo Mike Mills al pianoforte, Michael Stipe alla voce e strumenti orchestrali arrangiati da John Paul Jones. La struttura circolare della canzone, che non si risolve mai in qualcosa di simile a un ritornello, evoca la sensazione di essere intrappolati in un dolce ricordo: guardando una foto sul cruscotto dell’auto che sta guidando, il narratore ricorda le serate giovanili trascorse vicino all'acqua, nuotando e osservando la luna e il suo corpo riflettersi su di essa. Inevitabilmente, i ricordi si allargano per rivelare un compagno che era presente in quei momenti ed emergono i complicati sentimenti per quella persona. La canzone sostiene magnificamente una specie di luogo malinconico tra nostalgia e rimpianto, diventando l'equivalente uditivo di un viaggio notturno trascorso riflettendo su un tempo passato ma non dimenticato:
 " The photograph on the dashboard, taken years ago
Turned around backwards so the windshield shows
Every streetlight reveals the picture in reverse
Still, it's so much clearer."
Nightswimming  è una stupenda opera d'arte. I REM sono essenzialmente una band che lavora a livello emotivo, e Automatic For The People è il loro disco più emotivamente articolato: triste e doloroso, ma anche divertente, infuriato, esultante, bramoso. E sicuramente è il mio preferito.

domenica 1 dicembre 2019

Fettuccine integrali al cavolfiore violetto di Catania.


Qualche giorno fa dal mio verduraio di fiducia ho trovato un bellissimo cavolfiore violetto, una varietà catanese di cavolfiore, coltivato nelle terre vulcaniche vicino all'Etna. Il suo colore è dovuto agli antociani, un mix di sostanze benefiche che proteggono dai tumori. Come tutti i cavoli è ricco di vitamina C, potassio, fosforo e calcio, vitamine A, B2, K e acido folico, un alto contenuto di sali minerali ed è notevole il contenuto in fibra alimentare. Ed è pure buonissimo! Io l’ho usato per condire queste fettuccine integrali e l’ho mescolato a noci e pane nero sbriciolato con un filo di olio di oliva extravergine, mentre mi ascoltavo un disco bellissimo..

Ingredienti:


  • 400 gr di fettuccine integrali
  • 1 cavolo violetto
  • 2 spicchi d’aglio
  • 1 cipolla di tropea
  • 30 gr di noci
  • Due fette di pane nero posato (multicereali)
  • Olio extravergine d’oliva

Lavare il cavolo e tagliarlo in tante cimette. Lessarlo quindi  in abbondante acqua salata lasciandolo abbastanza sodo.Nel frattempo in una padella mettere l’olio, la cipolla di tropea tagliata a fette .Scaldare il tutto e aggiungere  il cavolo lessato, scolato. Dopo 10 minuti di cottura prendere metà delle cime e frullarle in un mixer ad immersione allungando se necessario con un po’ di acqua di cottura. Cuocere la pasta nell’acqua dei cavoli lessati. Mentre cuoce tritare le noci a coltello e sbriciolare il pane. Scolare la pasta e metterla in padella, aggiungere a questo punto la crema di cavolo, eventualmente ancora acqua di cottura , il pane e le noci sminuzzate. Impiattare con un filo di olio e un pizzico di pepe.

Song: "Enjoy The Silence" Depeche Mode


Ho avuto la fortuna di poter vedere i Depeche Mode dal vivo nel 2006, con la mia amica Katia allo stadio Olimpico  durante il loro “Tour of the Universe”,  che accompagnava l’uscita dell' album “Sounds of the Universe”.  Dal vivo Dave Gahan è una forza della natura: ha tenuto il palco per quasi due ore incantando tutti con la sua voce e la sua incredibile presenza scenica.  La scenografia e i video sono stati curati impeccabilmente da Anton Corbijin, che li segue dal video di Enjoy The Silence, insomma è stato un concerto perfetto, io e Katia abbiamo cantato e  ballato per tutta la sera. Poi succede che per qualche anno mi sono dimenticata di loro, preferendo dedicarmi all’ascolto di altri gruppi. Ma una sera, in Borgata a Lerici trovo “Violator” in vinile e si riaccende la fiamma: lo porto a casa e una volta messo sul piatto ritorna tutto l’amore per Gahan e compagni. L'intero album è semplicemente buio, cupo e agghiacciante per l'umore e la natura e dimostra che la vita non si basa sempre sull'essere felici e contenti. Ogni canzone è  un ascolto assolutamente incredibile e davvero essenziale, tutto guidato da testi sorprendenti, songwriting geniale, ritmi accattivanti, avvincenti, ritmi ballabili e melodie oscure, campionamento creativo e grande uso di sintetizzatori e linee di piano, il tutto completato da la voce incredibilmente profonda e imponente del cantante David che porta ogni singolo testo a una vita vibrante, ad eccezione di "Sweetest Perfection" e "Blue Dress" cantate da Martin Gore.  "Violator" è un capolavoro assolutamente geniale e intelligente, con canzoni incredibili, come "World in My Eyes" con una melodia oscura, funky, bella e cupa, e dal ritmo accattivante o il singolo "Personal Jesus" imperturbabilmente orecchiabile e coinvolgente, e ancora "Waiting for the night", che è bella, tranquilla, buia per arrivare alla mia canzone preferita, un classico dei classici ,forse una delle canzoni più belle dei Depeche Mode, "Enjoy the Silence" ,guidata in modo brillante e impeccabile da un riff e sintetizzatori di chitarra semplici ma molto ipnotizzanti e dalle incredibili consegne vocali di Gahan che portano la canzone direttamente in un accumulo di pura beatitudine ballabile. Il testo è stato scritto da Martin Gore, e si sente: ogni sua canzone è un piccolo gioiello, sia in Violator che negli altri album. Quindi, mettete il disco sul piatto e godetevi 47 minuti di bellezza..

Words like violence
Break the silence
Come crashing in
Into my little world
Painful to me
Pierce right through me
Can't you understand
Oh my little girl
All I ever wanted
All I ever needed
Is here in my arms
Words are very unnecessary
They can only do harm
Vows are spoken
To be broken
Feelings are intense
Words are trivial
Pleasures remain
So does the pain
Words are meaningless
And forgettable
All I ever wanted
All I ever needed
Is here in my arms
Words are very unnecessary
They can only do harm

domenica 10 novembre 2019

Melanzane gratinate con noci e mele.



Ormai sapete che mi piace cucinare le verdure, e questa settimana ho preparato un sacco di piatti interessanti che inserirò presto nel blog. L’amore per le verdure c’è da sempre ma la voglia di cucinarle in sostituzione della carne è nata dopo aver letto il nuovo libro di Jonathan Safran Foer, Possiamo salvare il mondo prima di cena. Ormai sappiamo tutti che un'alimentazione naturale influenza in modo decisivo il nostro benessere e quello del pianeta, e rappresenta un elemento fondamentale per migliorare la qualità di vita e che le nostre scelte si riflettono sul mondo. E poi la verdura è buonissima in ogni stagione e si presta a tantissime preparazioni, basta avere un po' di fantasia e osare qualche abbinamento ardito, come ho fatto con queste melanzane gratinate..andate a leggervi la ricetta e fatemi sapere se vi è piaciuto l’abbinamento dell’ortaggio con la frutta!

Ingredienti

  • 2 Melanzane
  • 4 Noci
  • 1 mela
  • 3 fette di pancarré tostate
  • 1 cucchiaio Formaggio grattugiato
  • q.b. Olio extravergine d'oliva
  • qualche foglia di maggiorana
  • q.b. Sale
  • q.b. Pepe


 Lavare le melanzane, asciugare e tagliare a fette di circa 1 cm di spessore , adagiarle su un piatto e fare spurgare per mezz’ora. Tagliare a coltello i gherigli di noce, raccogliere in una ciotola con il pancarré tostato tagliato a cubetti piccoli, il formaggio grattugiato, un pizzico di sale e pepe, le foglie di maggiorana e la mela tagliata a piccoli cubetti, mescolare il tutto e tenere da parte. Accendere il forno e riscaldare a 180° e rivestire la placca con la carta forno. Spennellare con l’olio extravergine d’oliva su entrambi i lati e disporle una accanto all’altra nella placca. Cuocere in forno già caldo per 10 minuti. Tirare fuori la placca, ricoprire ogni fetta di melanzana con il miscuglio alle noci, infornare di nuovo e continuare la cottura per altri 10 minuti. Sfornare le melanzane gratinate al forno alle noci, sistemare in un piatto da portata e servire.

Song: "A Pair Of Brown Eyes" The Pogues


Il mio compagno dice che i miei occhi hanno il colore del bosco, un mix tra giallo, verde scuro e marrone. In questi giorni riflettevo che , mentre ci sono un sacco di canzoni che celebrano la bellezza degli occhi azzurri e non mancano le ballate sugli occhi verdi , quelli che sono affascinati dagli occhi marroni hanno molto meno da scegliere. Ma Van Morrison ci ha reso giustizia quando ha cantato di non aver dimenticato la bella ragazza dagli occhi castani che gli ha rubato il cuore. E cercando tra i miei autori preferiti ho scoperto che non è l’unico. Anche quel genio maledetto di Sheane MacGowan  ha scritto qualcosa a proposito un paio di occhi marroni. A Pair Of Brown Eyes è contenuta in, Rum, Sodomy and Lush, il secondo disco dei Pogues, quello con la copertina ispirata alla Zattera della Medusa di Théodore Géricault. Rum, Sodomy e The Lash è ampiamente considerato come il miglior lavoro della band, assieme a If I Should Fall From Grace With God , con un’altissima qualità del songwriting di MacGowan . E la musica offre una controparte perfetta per i suoi testi quasi ringhiati, con ogni sorta di violini che rendono i cori ballabili. In A Pair Of Brown Eyes un ragazzo sta affogando il suo dolore per aver perso la sua ragazza bevendo in un pub ,  mentre Johnny Cash canta dal jukebox. Un vecchio ubriaco si siede con lui e inizia a vagare per la propria vita, per come è tornato dalla guerra, dove ha visto orrori, per scoprire che la sua ragazza dagli occhi castani se n'è andata con un altro. La reazione immediata del giovane bevitore è di disprezzare il vecchio  per aver rovinato la sua orgia di autocommiserazione e di inciampare fuori dal pub con rabbia. Ma poi, ripensa. Forse capisce che il vecchio ha avuto una vita molto più dura, e quindi sviluppa un senso di prospettiva sulla propria, pensando che nel suo cammino potrà incontrare di nuovo un paio di occhi marroni . O forse si lancia nel canale, disperato. Non sappiamo com’è andata a finire,  l'aria di dolore e vite intrecciate viene lasciata sospesa in una delle canzoni più belle dei Pogues.

domenica 27 ottobre 2019

Gnocchi di semolino alla zucca.


Questa domenica mi è venuta voglia di preparare uno dei miei piatti preferiti, gli gnocchi di semolino,  uno di quei cibi che mi riporta all'infanzia: mia madre me li preparava spesso, condendoli con burro e salvia. La mia versione è arricchita con della zucca e priva di uova..una rivisitazione autunnale di un piatto semplice che riempie il cuore e lo stomaco!

Ingredienti:
  • 500 gr di zucca 
  • 100 gr di semolino
  • 40 gr di burro
  • 1 cipolla
  • Qualche cucchiaio di parmigiano grattugiato
  • Sale q.b.
  • qualche foglia di salvia.

Pulite  la zucca e tagliatela a pezzi, sbucciate e affettate la cipolla molto sottile. Trasferire tutto in un tegame con 30 g di burro e sale, unite poca acqua e cuocete col coperchio per circa 30 minuti, a fuoco basso.
Quando le verdure saranno morbide passatele al mixer direttamente nel tegame di cottura e rimettetelo sul fuoco aggiungendo mezzo bicchiere d'acqua e poi versate il semolino a pioggia, mescolando fino a formare un impasto molto sodo. Togliete dal fuoco fate raffreddare per 20 minuti.
Formate gli gnocchi e cuoceteli in acqua bollente salata, occorreranno pochi minuti, il tempo di farli venire a galla, raccoglieteli con una schiumarola e conditeli con il formaggio grattugiato e il burro rimasto, fatto fondere precedentemente con qualche foglia di salvia.

Song: "My Funny Valentine" Chet Baker.


Qualche giorno fa ho visto un film,  Born to Be Blue , in cui Ethan Hawke interpreta Chet Baker. Ok, ammetto di avere un debole per Ethan Hawke da quando l'ho visto recitare in Prima dell'Alba ma penso di essere obiettiva dicendo che si mette nei panni di Baker in modo molto convincente, restituendo al pubblico un ritratto del trombettista non caricaturale, come purtroppo accade spesso nei biopic. Born to Be Blue è ambientato al momento del pestaggio di Baker e affronta i tentativi del trombettista di imparare a suonare di nuovo liberandosi dalle droghe. Hawke, eterno adolescente, pieno di fascino, è una scelta perfetta perché ha la stessa simpatia ipnotica che Chet possedeva da giovane .Gran parte di Born to Be Blue riguarda il bisogno di Baker di essere accettato, e  rispettato, dal grande trombettista Miles Davis , il musicista più famoso, influente e alla moda della sua epoca.
Baker occupa una nicchia speciale nella storia del jazz non tanto per via della sua tromba, ma per la sua voce peculiare e disarmante in canzoni come My Funny Valentine e Let's Get Lost . Baker era un bravo trombettista, anche se non eccezionale. Ma la sua voce delicata e innocente credo sia unica in tutta la storia del jazz. Mezzo secolo dopo essere stati registrate le sue canzoni suonano ancora strane e ossessionanti .Nonostante tutti i suoi problemi causati dalla dipendenza dalle droghe, nonostante il fatto che le sue abilità siano costantemente diminuite fino alla sua morte  ad Amsterdam nel 1988, Baker ha continuato ad affascinare altri artisti musicalmente molto più dotati. Dopo il servizio militare nell'esercito entrò a far parte della band di Gerry Mulligan, tra il 1952 e il 1954, con cui interpreta la bellissima "My Funny Valentine"di Richard Rodgers. Ma i problemi di droga che affliggevano entrambi fecero sciogliere la collaborazione. Baker si dedicò alla carriera solista e incominciò a cantare sul serio. La sua voce delicata, quasi soffiata riscosse grande successo. Frequentò l'Europa e l'Italia, dove incontrò un giovanissimo Ennio Morricone con cui compose alcune colonne sonore rimaste pressoché sconosciute.
La dipendenza dall'eroina lo rese emotivamente instabile,  fu arrestato a Lucca e rimase in prigione per un anno, durante il quale si consumò per l'astinenza dalla musica. Gli fu concessa la possibilità di suonare la sua tromba 5 minuti due volte al giorno. Nel 1966 il trombettista perse i denti anteriori, il motivo ufficiale raccontato dal musicista stesso fu quello di una scontro fisico avvenuto durante una rapina. Ma si racconta anche che i denti gli furono estratti per via di complicazioni derivanti dall’eroina. Sta di fatto che Baker dovette utilizzare la dentiera e riabituarsi a suonare in modo diverso. Fu un colpo per lui. Nel 1988 morì lanciandosi da una finestra del Prins Hendrik Hotel di Amsterdam. Non è ben chiaro se si sia suicidato o sia stato ucciso, la sua morte resta un mistero. Ma ogni volta che metto sul piatto questo disco i brividi corrono lungo la schiena..

Tu sei la mia divertente innamorata
dolce simpatica innamorata
fai sorridere il mio cuore
le tue espressioni fanno ridere
per niente fotogeniche
resti sempre la mia opera d’arte preferita
La tua figura non è all’altezza di quelle greche?
La tua bocca talmente sottile
che appena la apri per parlare sembra che sorridi
ma non cambiare un solo capello per me
Non farlo, se ti sto a cuore
resta la mia divertente innamorata
ogni giorno è il giorno degli innamorati
ogni giorno è il giorno degli innamorati.




domenica 29 settembre 2019

I caplèt.

 


Mio padre è un cuoco ma a cucinare mi ha insegnato mia madre. Ho fatto le prime crostate a 4 anni e quando ne avevo 6 mia madre mi ha insegnato a preparare la pasta fresca e i tortellini, quelli da cuocere in brodo..mi piaceva molto aiutarla a riempire i cerchi di pasta e arrotolarli intorno alle dita per dare forma a ciò che avremmo mangiato per cena.
Credevo di essere brava e veloce in questa pratica, ma poi è arrivata Marina, mia suocera, a sovvertire ogni mia certezza: prima di tutto, Marina è emiliana e lì non ci sono i tortellini ma i caplèt, che oltre ad essere farciti con tre tipi di carne diversi, vitello, manzo e maiale, sono piccoli. Ma proprio piccolissimi, non più grandi della falangetta del dito mignolo.Piccoli e perfetti come l'ombelico di Venere: la leggenda narra che Venere un giorno si svegliò affamata e chiamò un cuoco nella sua stanza da letto. Questi, vedendo quel magnifico corpo, rimase così sconcertato che si rinchiuse in cucina, deciso a riprodurre almeno un particolare della dea. Con fervore impastò la sfoglia, tagliò tanti quadratini, li farcì di carne e li richiuse arrotolandoli al dito. Così, "imitando di Venere il bellico, l'arte di fare il tortellino apprese".
Una domenica, a Collagna, il paese nell’Appennino emiliano in cui vive, Marina mi ha insegnato a fare i caplèt, ed è stata un’operazione veramente complicata dare una forma dignitosa a quei piccolissimi concentrati di bontà. Dopo vari tentativi ce l’ho fatta e a cena ho portato a tavola 4 piatti fumanti di caplèt in brodo e una grande soddisfazione!



Ingredienti:
  • 600 g Farina 00
  • 150 g Parmigiano Reggiano  grattugiato
  • 50 g Mortadella Bologna 
  • 50 g Carne trita di vitello
  • 50 g Carne trita di manzo
  • 50 g Carne trita di maiale
  • 50 g Burro
  • 6 pz Uova
  • Brodo di carne
  • Noce moscata
  • Sale

Prima di tutto rosolate la carne trita in una padella con il burro, dopo alcuni minuti versatela in una ciotola. Unite la mortadella tritata, il parmigiano, un pizzico di sale e di noce moscata. Versate la farina a fontana sulla spianatoia, unite un pizzico di sale poi rompetevi nel mezzo le uova; impastate ottenendo una pasta soda e liscia; copritela e fatela riposare per 30’.Tirate la pasta con il matterello in una sfoglia sottile, poi con una rotella ricavatene tanti quadrati (devono essere piccoli, 2 cm!) su ognuno appoggiate una piccola noce di ripieno poi ripiegate la pasta a triangolo. E ora la parte più difficile:  saldate i bordi quindi, girando il triangolo intorno al dito, fate combaciare le due punte; man mano mettete i caplèt su un telo. Cuoceteli in brodo bollente e serviteli con il parmigiano.




Song: "All My Loving" The Beatles



Un album dalla copertina “luttuosa”. Così venne definita dalla EMI e da Epstein la foto scelta dal fotografo Robert Freeman per “With The Beatles”. Ma i Fab Four non vollero sentire ragioni: quella foto secondo loro era perfetta e l’album venne pubblicato otto mesi dopo di” Please Please Me”. Ed è stato un successo immediato. L'album vendette 250mila copie in 4 giorni e, nel settembre del 1965 divenne il primo album inglese a vendere un milione di copie nel Regno Unito .Un sequel di primissimo ordine, che sviluppa il proprio tono e aggiunge profondità alle sonorità dell’album di debutto. Questo album è in effetti una ripetizione della formula e una continuazione del loro primo album: un brano originale in apertura, ed una cover in chiusura con in mezzo un  mix di brani inediti e di cover, con Lennon che si prende il ruolo di leader, McCarntey che sperimenta ritmi latineggianti e tutti e quattro, Ringo compreso, alla voce solista almeno per un brano. Ma un rapido ascolto delle melodie rivela una levigatezza più fluida in studio rispetto alla qualità leggermente più ruvida e simile al garage del debutto. Questa è davvero la prima volta che i Beatles iniziano a utilizzare i trucchi in studio come il doppio tracciamento della voce e  il songwriting fa un salto di qualità. "All My Loving" è tra i primi brani presentati da Paul McCartney che sembra adattato da uno standard pop di anni fa e lascia presagire che presto non sarà soltanto il più brillante dei comprimari di John Lennon, ma un suo concorrente alla leadership del gruppo. George Harrison per la prima volta canta da solista tre brani ,” Roll Over Beethoven” ,” Devil In Her Heart” e “ Don't Bother Me” di cui è autore.  Come nel debutto, questo album contiene sei cover tratte dal loro repertorio live. I Beatles adoravano la Motown e cercavano nel negozio di dischi NEMS di Brian Epstein i tesori nascosti dell'etichetta di Detroit, e in questo album ci sono dei veri e proprie gemme, come “You Really Got An Hold On Me” di Smokey Robinson & The Miracles e “Please , Mr Postman” delle Marvelettes. Ma anche le altre cover sono impresse con la loro personalità come se fossero tutti brani propri.  "Roll Over Beethoven" ha poco da invidiare alla versione originale, "Money" ringhia con il tipico tono acido di Lennon mentre McCartney mostra la sua inclinazione tipica per gli standard pop con "Till There Was You" e in "Devil In Her Heart" i  Beatles misero nel brano i cori come quelli delle Donays, ma con un andamento più fluido, senza gli staccato che caratterizzavano il pezzo originale. Insomma per me With The Beatles resta un album molto bello da ascoltare, che lascia presagire di cosa potevano essere capaci di fare quei 4 ragazzi poco più che ventenni.


domenica 1 settembre 2019

Plumcake al miele di castagno e noci.



Settembre è arrivato ma per me l’estate non è ancora finita: trascorro buona parte delle mie giornate in barca, raggiungendo le spiagge più belle del “mio” golfo assieme alla mia famiglia. Ma nonostante la vita un po' zingara di questi mesi non ho smesso di cucinare con passione e questa mattina al risveglio il mio compagno e mio figlio hanno trovato sul tavolo un plumcake molto profumato, con miele e noci. Abbiamo fatto colazione come piace a me, tutti insieme, ascoltando i fab four.. e ora siamo pronti per prendere la Niña e uscire in mare!

Ingredienti:

  • 50 gr farina 00
  • 180 gr gherigli di noce
  • 120 gr burro
  • 90 gr miele di castagno
  • 50 gr zucchero di canna
  • 2 vasetti di yogurt naturale
  • 2 uova
  • 1 bustina lievito vanigliato
  • q.b. sale

 Mettete le noci su un tagliere e tritatele non troppo finemente con un coltello a lama larga. Sbattete le uova con lo zucchero e il sale, finchè saranno chiare e spumose. Unite 90 g di miele di castagno alle uova e sbattete ancora per un paio di minuti. Aggiungete alle uova la farina setacciata con il lievito, alternandola al burro sciolto e tiepido, alle noci e allo yogurt. Dovrete ottenere un composto morbido e ben amalgamato. Versate il composto in uno stampo da plumcake e cuocete in forno già  caldo a 170°C per circa 50 min .

Song: "I'm The Walrus" The Beatles


Nel 1967, uno studente della Quarry Bank High School  inviò a John Lennon una lettera in cui gli diceva che il suo insegnante stava conducendo una lezione analizzando le canzoni dei Beatles. Questa lettera è stata la motivazione iniziale per John di scrivere una canzone che era al di là dell'analisi per la semplice ragione che non voleva che avesse alcun senso. L'intero scopo della canzone, secondo John, era di confondere. "Walrus sta solo raccontando un sogno", ha ricordato John più di un decennio dopo averlo composto.  "I Am The Walrus", la canzone senza rima o significato, è stata scritta in tre parti: la prima parte è stata scritta da John durante un viaggio acido, la seconda parte è stata scritta durante un altro viaggio acido la settimana successiva, e la terza parte è stata terminata dopo che incontrò Yoko, il trip più lungo della sua vita. Era quindi un composto di tre frammenti di canzoni con un testo completamente delirante, che faceva riferimento ad altre canzoni, a onomatopee , a filastrocche cantate da bambini condite da termini coniati appositamente da Lennon. Pare siano nascosti nel testo anche riferimenti a persone, come Allen Ginsberg che divenendo seguace di Hare Krishna si trasforma in uno degli “elemaentary penguins”, gli ingenui che pongono la propria fede in un solo idolo; a Erik Burdon, “the egg man”, soprannome affibiatogli da Lennon dopo che Burdon gli raccontò di una sua bizzarra performance sessuale sotto l’effetto di droghe (per i dettagli riguardanti l’uovo vi rimando a pag 276 de “Il libro Bianco dei Beatles”!) ; e ancora “semolina-Norman- Pilchard”, il sergente della polizia antidroga che aveva dato filo da torcere a molti artisti del periodo, compresi i Beatles e i Rolling Stones. E poi i riferimenti ad altre canzoni : la strofa iniziale “ I am he as you are he as you are me and we are all together” potrebbe essere stata ispirata da una vecchia canzone militare del 1800, Walking to Pretoria mentre” See how they fly like Lucy in the sky “ cita chiaramente la canzone dei Beatles. Il protagonista della canzone è stato ispirato dalla poesia di Lewis Carroll, " The Walrus and The Carpenter ". Through the Looking Glass di Lewis Carroll (uno dei libri preferiti da John quando era giovane) diede a Lennon il titolo della canzone e il testo ricorrente, "I am the walrus". In quel libro, Carroll includeva la poesia "Il tricheco e il carpentiere". John, da sempre il Beatle più politico, aveva "capito" che la poesia era il commento di Carroll sul "sistema capitalista e operaio". Fu solo dopo che John si rese conto che il tricheco era "il cattivo" nella poesia e che avrebbe dovuto chiamare la canzone "I am the Carpenter"...insomma questa canzone è un vero e proprio trip e come tale non richede troppe spiegazioni, meglio chiudere gli occhi, ascoltarla e partire..

I am he as you are he as you are me
And we are all together
See how they run like pigs from a gun
See how they fly
I'm crying
Sitting on a corn flake
Waiting for the van to come
Corporation T-shirt, stupid bloody Tuesday
Man you've been a naughty boy
You let your face grow long
I am the egg man
They are the egg men
I am the walrus
Goo goo g'joob
Mr. City policeman sitting
Pretty little policemen in a row
See how they fly like Lucy in the sky
See how they run
I'm crying
I'm crying, I'm crying, I'm crying
Yellow matter custard
Dripping from a dead dog's eye
Crabalocker fishwife, pornographic priestess
Boy, you've been a naughty girl
You let your knickers down
I am the egg man
They are the egg men
I am the walrus
Goo goo g'joob
Sitting in an English garden
Waiting for the sun
If the sun don't come you get a tan
From standing in the English rain
I am the egg man (How do you do sir?)
They are the egg men (The man maintains a fortune)
I am the walrus
Goo goo g'joob, goo goo goo g'joob
Expert, texpert choking smokers
Don't you think the joker laughs at you (Ho ho ho, hee hee hee, hah hah hah)
See how they smile like pigs in a sty
See how they snide
I'm crying
Semolina Pilchard
Climbing up the Eiffel tower
Elementary penguin singing Hare Krishna
Man, you should have seen them kicking Edgar Allen Poe
I am the egg man
They are the egg men
I am the walrus
Goo goo g'joob, goo goo goo g'joob
Goo goo g'joob, goo goo goo g'joob, goo goo

domenica 28 luglio 2019

La caponatina di Adelina.



“Appena aperto il frigorifero, la vide. La caponatina! Sciavuròsa, colorita, abbondante, riempiva un piatto funnùto, una porzione per almeno quattro pirsone. Erano mesi che la cammarera Adelina non gliela faceva trovare. Il pane, nel sacco di plastica, era fresco, accattato nella matinata. Naturali, spontanee, gli acchianarono in bocca le note della marcia trionfale dell’Aida. Canticchiandole, raprì la porta-finestra doppo avere addrumato la luce della verandina. Sì, la notte era frisca, ma avrebbe consentito la mangiata all’aperto. Conzò il tavolinetto, portò fora il piatto, il vino, il pane e s'assittò." (Andrea Camilleri “La gita a Tindari).
Era nato per raccontare storie Andra Camilleri. E lo faceva con quella voce roca, sicula, incantarice che non avrei mai smesso di ascoltare. Sarebbe stato bellissimo poter cenare con lui che di cibo scriveva con maestria nei suoi Montalbano. La passione che ha verso il cibo il commissario Montalbano è così prepotente da farlo diventare protagonista trasversale di tutte le storie. Per lui, il cibo è l’oggetto del desiderio e i segreti delle gustose pietanze sono custoditi da Calogero, “un diavolo in cucina, mi costringe a peccare”, dal suo successore, l’oste Enzo e dalla “cammarera” Adelina, che lo nutre quotidianamente come una madre. Il piatto di oggi è un omaggio per un uomo che andandosene ha lasciato un vuoto enorme nella nostra vita.


Ingredienti:

2 melanzane violette tonde
4 coste di sedano
6 cucchiai di aceto di vino bianco
3 cucchiaini di zucchero
50 gr di mandorle tostate
1 tazzina di capperi sotto sale
2 tazzine di olive verdi
1 cipolla di Tropea
salsa di pomodoro
1 spicchio d’aglio
pinoli
olio extravergine d’oliva
sale.


Per prima cosa lavare le melanzane, tagliarle a dadini e le lasciare riposare cospargendole con del sale fino per far loro perdere l`amaro. Dopo circa un’ ora  risciacquare le melanzane sotto acqua corrente per eliminare il sale e asciugarle. Tagliare il sedano e la cipolla. A parte rosolare in un tegame con poco olio d'oliva le olive denocciolate , i capperi e le mandorle tostate tagliate a scaglie . Aggiungere la salsa di pomodoro e condire con l'aceto e lo zucchero. Friggere separatamente le melanzane e il sedano . Versare nel tegame del sugo le melanzane e il sedano fritti e lasciarle insaporire a fuoco bassissimo, scuotendo di tanto il tegame per non farle attaccare e aggiungendo il sale se necessario. Servire fredda, meglio il giorno dopo della preparazione!


Song: Malarazza" Domenico Modugno


Questa canzone è legata a un mio viaggio a Stromboli : durante una gita in barca attorno all’isola ci siamo fermati a fare immersione e abbiamo trovato dei ricci. Nel tentativo di aprirli mi sono punta molte volte e ho iniziato a lamentarmi. Il mio amico Gioacchino ridendo ha iniziato a canticchiare “Tu ti lamenti, ma che ti lamenti? Pigghia nu bastoni e tira fora li denti!”; non conoscevo questa canzone e lui mi ha spiegato che si trattava di una canzone popolare cantata da molti interpreti tra cui una delle sue cantanti preferite, Ginevra Di Marco. Da quel momento, ogni volta che mi capita di ascoltarla ripenso al quel magnifico pomeriggio..ma di cosa parla questa canzone?. E’ un dialogo tra un bracciante e un crocifisso di Gesù percepito come l'ultimo baluardo a difesa degli umili. Il bracciante, metafora del popolo siciliano da secoli abituato a subire soprusi e a chinare il capo di fronte all'ingiustizia, elenca le sofferenze patite a causa del suo padrone e invoca una punizione divina: «Signuri, ‘u me' patruni mi strapazza, / mi tratta comu un cani di la via; / tuttu si pigghia ccu la so manazza, mancu la vita mia dici che è mia. Distruggila Gesu sta malarazza » (Cristo, il mio padrone mi picchia, mi tratta come un cane della strada,si prende tutto con le sue mani, neanche la mia vita dice che è mia..distruggila Gesù questa razza infame) La risposta del Cristo è sorprendente, perché invece di predicare il perdono cristiano invita l'uomo a non rassegnarsi e a reagire: «E tu forsi chi hai ciunchi li vrazza, / o puru l'hai ‘nchiuvati comu a mia? / Cui voli la giustizia si la fazza, / né speri ch'àutru la fazza pri tia» (forse si sono spezzate le tue braccia? Chi vuole la giustizia, se la faccia! Nessuno ormai la farà più per te ). Il lamento era stato riscoperto nella sua forma poetica originale negli anni '70 da Dario Fo, che la aveva inserita  nello spettacolo “Ci ragiono e canto”.  Fu incisa e pubblicata nel 1976 da Domenico Modugno, come lato A del singolo Malarazza / Né con te né senza te e ne seguì un’azione legale intentata da Fo. La causa per plagio fu persa da Dario Fo: non ne sussistevano le cause, in quanto si trattava comunque di un componimento popolare, anonimo e di pubblico dominio. Modugno considerava la sua versione di Malarazza un canto contro la mafia, un’esortazione alla ribellione.

Nu servu tempu fa d’intra na piazza
Prigava a Cristu in cruci e ci ricia:
“Cristu, lu mi padroni mi strapazza
mi tratta comu un cani pi la via.

Si pigghia tuttu cu la sua manazza
Mancu la vita mia rici che è mia
Distruggila Gesù sta malarazza!
Distruggila Gesù fallu pi mmia!
…fallu pi mia!”

Tu ti lamenti, ma che ti lamenti? Pigghia nu bastoni e tira fora li denti!
Tu ti lamenti, ma che ti lamenti? Pigghia nu bastoni e tira fora li denti!
Tu ti lamenti, ma che ti lamenti? Pigghia nu bastoni e tira fora li denti!
Tu ti lamenti, ma che ti lamenti? Pigghia nu bastoni e tira fora li denti!
Tu ti lamenti, ma che ti lamenti? Pigghia nu bastoni e tira fora li denti!
Tu ti lamenti, ma che ti lamenti? Pigghia nu bastoni e tira fora li denti!

E Cristu m’arrispunni dalla cruci:
“Forsi si so spizzati li to vrazza?
Cu voli la giustizia si la fazza!
Nisciuni ormai chiù la farà pi ttia!

Si tu si un uomo e nun si testa pazza,
ascolta beni sta sentenzia mia,
ca iu ‘nchiodatu in cruci nun saria
s’avissi fattu ciò ca dicu a ttia.
Ca iù ‘inchiadatu in cruci nun saria!”

Tu ti lamenti, ma che ti lamenti? Pigghia nu bastoni e tira fora li denti!
Tu ti lamenti, ma che ti lamenti? Pigghia nu bastoni e tira fora li denti!
Tu ti lamenti, ma che ti lamenti? Pigghia nu bastoni e tira fora li denti!
Tu ti lamenti, ma che ti lamenti? Pigghia nu bastoni e tira fora li denti!
Tu ti lamenti, ma che ti lamenti? Pigghia nu bastoni e tira fora li denti!
Tu ti lamenti, ma che ti lamenti? Pigghia nu bastoni e tira fora li denti!
Un servo tempo fa dentro una piazza
pregava Cristo in Croce e gli diceva:
Cristo, il mio padrone mi picchia,
mi tratta come un cane della strada,

si prende tutto con le sue mani,
neanche la mia vita dice che è mia.
Distruggila, Gesù, questa razza infame!
Distruggila, Gesù, fallo per me!
… fallo per me!

Tu ti lamenti, ma che ti lamenti? Prendi un bastone e tira fuori i denti!

E cristo mi risponde della croce:
forse si sono spezzate le tue braccia?
Chi vuole la giustizia, se la faccia!
Nessuno ormai la farà più per te.

Si tu sei un uomo e non una testa pazza
ascolta bene questo mio consiglio
perché io non sarei inchiodato qui
se avessi fatto ciò che ti dico.
Io non sarei inchiodato qui!

Tu ti lamenti, ma che ti lamenti? Prendi un bastone e tira fuori i denti!



domenica 30 giugno 2019

La pasta fresca di Marina.

 

Questo fine settimana siamo scappati in montagna, a Collagna, nell'Appennino emiliano, per trovare un po' di refrigerio. Lì vive Marina, mia suocera, a “casa Cotogno",  la casa di famiglia che è stata dei suoi genitori, dove un tempo sua madre faceva il formaggio con il latte delle capre che suo padre portava al pascolo ogni giorno. La vita nel paese sembra essersi fermata : esiste il buon vicinato, per cui il casaro regala la ricotta a Marina e lei in cambio gli prepara una sue buonissime torte; Otello che ha l'orto vicino a casa sua le porta spesso la verdura fresca in cambio di un caffè e quattro chiacchiere..insomma qui la vita è una roba che mica va presa di corsa, ogni cosa può essere fatta con il tempo e la dedizione che merita. Così ieri mattina sono scesa in cucina a fare colazione e ho visto Marina intenta a stendere la pasta fresca : era talmente concentrata nel suo lavoro che per molto tempo non si è accorta della mia presenza, e questo mi ha permesso di godermi la poesia della sua gestualità. Con le strisce di pasta ha preparato delle tagliatelle che abbiamo mangiato a pranzo,  condite con un ottimo sugo di funghi freschi. Questo è il cibo che nutre il cuore.

Ingredienti:

  • 500 gr di farina tipo zero
  • 5 uova e un tuorlo
  • 1 cucchiaino raso di sale

Prima di iniziare vorrei consigliarvi di impastare su una superficie ruvida, come una spianatoia di legno perché così farete meno fatica. Disponete la farina a fontana sulla spianatoia, aggiungete un pizzico di sale e aprite le uova nel cratere. Con una forchetta, sbattete leggermente le uova e cominciate a impastare prendendo la farina dai bordi della fontana. Insistete per una quindicina di minuti, impastando energicamente e tirando la pasta in tutte le direzioni. Per aumentare l’elasticità, sbattetela di tanto in tanto sulla spianatoia infarinata. Una volta ottenuto un impasto elastico e omogeneo, avvolgetelo nella pellicola o copritelo con un panno umido e lasciatelo riposare 30 minuti. A questo punto, stendetelo sulla spianatoia e lavoratelo con il mattarello: proseguite fino a ottenere uno spessore di 3-5 millimetri. In alternativa, aiutatevi con una macchinetta per la pasta. Mettete le strisce di pasta a stendere per una mezz’mezza oretta e poi utilizzatele come preferite..

Song:" Aemilia" Francesco Guccini


Le Alpi, si sa, sono un muro di sasso, una diga confusa, fanno tabula rasa
di noi che qui sotto, lontano, più in basso, abbiamo la casa;
la casa ed i piedi in questa spianata di sole che strozza la gola alle rane,
di nebbia compatta, scabrosa, stirata che sembra di pane
ed una strada antica come l' uomo marcata ai bordi dalla fantasie di un duomo
e fiumi, falsi avventurieri che trasformano i padani in marinai non veri...
Emilia sdraiata fra i campi e sui prati, lagune e piroghe delle terramare,
guerrieri del Nord dai capelli gessati, ne hai visti passare!
Emilia allungata fra l' olmo e il vigneto, voltata a cercare quel mare mancante
e il monte Appennino rivela il segreto e diventa un gigante.
Lungo la strada fra una piazza e un duomo hai messo al mondo questa specie d' uomo:
vero, aperto, finto, strano, chiuso, anarchico, verdiano... brutta razza, l' emiliano!
Emilia sognante fra l' oggi e il domani, di cibo, motori, di lusso e balere,
Emilia di facce, di grida, di mani, sarà un grande piacere
vedere in futuro da un mondo lontano quaggiù sulla terra una macchia di verde
e sentire il mio cuore che batte più piano e là dentro si perde...
passeggia un cane e abbaia al vento un uomo...
Ora ti saluto, è quasi sera, si fa tardi, si va a vivere o a dormire da Las Vegas a Piacenza,
fari per chilometri ti accecano testardi, ma io sento che hai pazienza, dovrai ancora sopportarci...




domenica 16 giugno 2019

Orecchiette al sapore di mare.



Abitando in un paese di mare è molto facile dopo una giornata di lavoro,rimanere in spiaggia fino a tardi per godersi la bellezza di una nuotata al tramonto. Vicino alla spiaggia dove mi piace trascorrere le mie giornate c'è un piccolo chiosco che vende frutti di mare dove spesso, prima di tornare a casa mi fermo a bere un bicchiere di vino accompagnato da un paio di ostriche del golfo..e poi compro muscoli e vongole, per preparare qualcosa di gustoso per cena!

Ingredienti
  • 400 gr orecchiette
  •  1 kg di muscoli
  • 1 kg di vongole
  •  1 mazzetto di asparagi
  • Olio d’oliva q b
  • 2 spicchi d' aglio 
  • 300 Gr di pomodorini 
  • Prezzemolo tritato q b
  • Mezzo bicchiere di vino bianco 
Pulire e lavare molto bene i muscoli e le vongole,  fare aprire i molluschi in due pentole separate con pochissima acqua, senza farli cuocere troppo, togliere il frutto dalle valve e recuperare l’acqua filtrandola bene. Pelare gli asparagi, eliminare la parte più dura e cuocerli in acqua con il sale. Pulire e tritare l’aglio e il prezzemolo. Lavare e  a pezzetti i pomodorini. In una padella mettere l’olio d’oliva e l’aglio, fare imbiondire appena rimestando con cura, tagliare grossolanamente la metà dei frutti di mare e versarli , mescolare e poi bagnare con il vino, aggiungere i pomodorini, le punte d’asparagi e un mestolino di acqua dei frutti stessi, fare bollire per cinque minuti. Cuocere le orecchiette, scolare molto bene e versarla nella padella della salsa, mantecare con cura, una presa di prezzemolo e un filo di olio d’oliva, servire guarnendo con alcuni muscoli e vongole interi e qualche punta d’asparago in evidenza.

Song:"My Generation" the Who


È difficile immaginare oggi  l'impatto che Live At Leeds ha avuto per chi lo ha ascoltato nel 1970.
Il disco era di sole sei tracce, tre delle quali erano cover: Shakin 'All Over di Johnny Kidd , Summertime Blues di Eddie Cochran e Young Man Blues di Mose Allison - insieme a Substitute, My Generation e Magic Bus . Non era breve,  My Generation era lunga 16 minuti e comprendeva frammenti di See Me, Feel Me, Listening To You, Underture, Naked Eye e The Seeker , mentre Magic Bus durava di sette minuti e mezzo.  Ma era semplice, crudo, brutalmente forte per il tempo , presentato in una scarna copertina marrone.  Tommy aveva cambiato radicalmente la vita del gruppo: per promuovere l'album nel 1969, gli Who avevano fatto un lungo tour mondiale e  deciso di registrare gli spettacoli per un album dal vivo. Quando sono tornati, Bob Pridden, il loro ingeniere del suono ha saggiato i nastri per tre settimane e ha riferito che erano tutti molto buoni, ma non sapeva da dove cominciare. Con una scadenza incombente, è stato deciso che il modo più semplice per concludere la cosa fosse registrare due spettacoli il weekend di San Valentino - a Leeds e Hull.
Dopo mesi passati a suonare un'opera rock, la band era al culmine e pronta a scatenarsi.
Hull avrebbe dovuto essere la registrazione dal vivo, con il Leeds come riscaldamento e back-up. E la band ricordava che Hull era il migliore dei due spettacoli, con il municipio che offriva un'acustica più calda. ma c'era un problema: il basso di John Entwistle mancava completamente dalla registrazione di Hull,quindi ripiegarono per il concerto di Leeds. Tutta la forza del gruppo è stata catturata su un disco, la loro ferocia e potenza non hanno eguali. Townshend e Entwistle brillano,Daltrey ha una gran voce ma la vera stella è Moon, che si schianta sulla batteria come fosse posseduto. Registrato come un bootleg, senza sovraincisioni, con suoni in presa diretta, rumori e dialoghi col pubblico, questo è uno dei pochissimi dischi da cui si può percepire l´energia di un vero concerto, e se le armonie slanciate dei membri della band non sono sempre assolutamente perfette, beh, è ​​un album dal vivo, e non dovrebbe  essere  perfetto. I punti salienti di questo album sono molti. "Heaven and Hell" spinge il disco con forza, con i potenti accordi di Pete Townshend, gli energici arpeggi di basso di John Entwistle e la batteria selvaggia di Keith Moon che si fondono perfettamente. Mi piace la versione leggermente rallentata di "I Can not Explain", il cambio di ritmo in "Fortune Teller" mentre la canzone accelera, passa da Townshend a Roger Daltrey alla voce in "Tattoo","My Generation" diventa un medley blues, con estratti di varie canzoni di "Tommy". Live at Leeds cattura una band nei suoi anni "affamati e arrabbiati",Young Man Blues, Substitute, Summertime Blues e Shakin 'All Over definiscono praticamente tutto ciò che il rock live dovrebbe essere.Un disco dove traspare l' affiatamento della band ,la loro energia strabordante e le improvvisazioni geniali,con un suono ignorante e purissimo allo stesso tempo. Chitarra, basso, batteria. Non serve altro.

domenica 2 giugno 2019

Easy Rider e salvia in tempura.



Ricevere dei fiori  fa sempre piacere, soprattutto se accade senza una ragione precisa. Solitamente chi li regala conosce i gusti di chi gli sta accanto, se i lui o lei amano le rose, o le margherite o magari le orchidee. A me piacciono le piante aromatiche!  Il mio compagno lo sa e qualche giorno fa è arrivato a casa con un enorme bouquet composto da rosmaino, maggiorana, timo e salvia con delle foglie giganti. Aveva un profumo buonissimo che ha invaso la cucina. Per ringraziarlo ho preparato come antipasto delle foglie di salvia fritte in tempura, una tecnica giapponese per realizzare un fritto croccante e leggero. Per una pastella perfetta, basta miscelare acqua frizzante gelata e farina, meglio se di riso. Anche gli ingredienti da friggere devono essere freddi e tenuti in frigorifero fino al momento dell’uso, così la differenza di temperatura con l’olio caldo sigillerà la pastella, renderà la frittura leggera e non assorbirà olio.

Ingredienti

  • 1 mazzetto di salvia (circa 30 foglie grandi) 
  • 100 gr  farina di riso 
  • 100 gr di acqua gasata (molto fredda) 
  • Sale q.b.
  • Olio di semi di girasole q.b.

          Lavate le foglie di salvia , asciugatele e mettetele in frigo. Preparate la pastella  mescolando velocemente 100 g di farina di riso e 100 g di acqua gasata freddissima. La pastella deve risultare fluida. Mettete anche questa a riposare in frigorifero per 30 minuti circa.
          Scaldate l’olio che deve raggiungere la temperatura di 180°C, (se non avete un termometro da cucina , versate una goccia di pastella nell'olio bollente e se si gonfia è pronto). Prendete le foglie di salvia e immergetele una ad una nella pastella e poi friggetele, rigirandole con una pinza da cucina. Basteranno pochi minuti e la vostra salvia in tempura sarà pronta, dovrete solo aggiungere un pizzico di sale..e andare a mettere sull'altro piatto questo disco..

          Song: "Born To Be Wilde" Steppenwolf



          01. The Pusher – Steppenwolf
          02. Born To Be Wild – Steppenwolf
          03. I Wasn’t Born To Follow – The Byrds
          04. The Weight – The Band
          05. If You Want To Be A Bird – The Holy Modal Rounders
          06. Dont’ Bogart Me – Fraternity of Man
          07. If Six Was Nine – The Jimi Hendrix Experience
          08. Kyrie Eleison Mardi Gras – The Electric Prunes
          09. It’s Alright Ma (I’m Only Bleeding) – Roger McGuinn
          10. Ballad Of Easy Rider – Roger McGuinn

          Se pensiamo alle scene classiche del cinema che rimangono fotografate nella nostra mente, è difficile battere Peter Fonda e Dennis Hopper mentre ruggiscono lungo l'autostrada sulle loro Harley  all'inizio di Easy Rider .
          La scena è spinta dall'inno hard rock degli Steppenwolf "Born to Be Wild". L'esplosivo abbinamento di immagini e suoni attira il pubblico in un selvaggio viaggio attraverso la Route 66. Il 1969 rappresentò la fine degli anni '60 in più di un modo. Mentre Woodstock è arrivato a simboleggiare amore e pace, il concerto gratuito di Altamont ha distrutto il movimento hippie a causa della morte di Meredith Hunter per mano degli Hells Angels. I Beatles iniziarono l'anno con il loro famigerato concerto sul tetto, ma  quell'autunno, John Lennon aveva ufficialmente deciso di rompere il gruppo. Mentre Lennon stava scrivendo "Give Peace a Chance", Charles Manson uccise Sharon Tate e altri oltre Atlantico. Nel mezzo di tutto questo cambiamento e caos, Easy Rider è uscito nei cinema. Un film  diretto da Hopper e prodotto da Fonda, due giovani cineasti ribelli dell'epoca che hanno scelto di lavorare fuori dal sistema di studio holliwoodiano. Il film segue Wyatt, in arte "Captain America" (interpretato da Fonda)  e il suo amico Billy (Hopper) nel loro viaggio sulla Route 66. La coppia viaggia da Los Angeles a New Orleans per celebrare il Mardi Gras, quindi dirigersi verso la Florida per andarsene in pensione. Lungo la strada incontrano hippies, rednecks e George Hanson (interpretato da Jack Nicholson), un avvocato rampante che si unisce a loro. Uno degli aspetti pionieristici di Easy Rider è proprio la sua musica. Le colonne sonore di Hollywood fino ad allora erano di solito una colonna sonora strumentale o una raccolta di canzoni scritte appositamente per un film. E "Il Laureato" dell'anno precedente includeva una manciata di canzoni di Simon & Garfunkel per mettere in luce l'alienazione del protagonista. Easy Rider invece usava canzoni rock contemporanee - molti già successi - come colonna sonora. Inizia con "The Pusher" degli Steppenwolf, con Capitan America che riempie il suo serbatoio di carburante con del denaro “guadagnato” da un affare di droga aggiungendo un livello visivo al significato del brano. "Born To Be Wild"  parla di una grande avventura. Quali immagini migliori per sostenerlo, piuttosto che i corpi dei due bikers che iniziano la loro avventura in tutto il paese?  Con le tastiere in stile Doors e uno dei riff di chitarra più pesanti che escono dal decennio, "Born To Be Wild" rifugge la responsabilità dell'open soundtrack per la possibilità di "esplodere nello spazio". Successivamente, "The Weight" di The Band riproduce le scene dei due cavalieri che si muovono attraverso il deserto con un passeggero che hanno raccolto. Mentre il sole tramonta sul territorio roccioso, il brano crea una sensazione di comunità. Funziona per l'ideale hippie di tutti coloro che vivono insieme in pace e condividendo ciò che possono. Il brano successivo, "Was not Born To Follow", di The Byrds, esemplifica uno dei problemi di questa filosofia di vita con questa riflessione : “ognuno ha i propri obiettivi personali per quello che vuole essere la sua vita. Vivere in una comunità che condivide tutto non lascerebbe nulla per l'individuo. Anche "If 6 was 9" di Jimi Hendrix mostra questo problema in quanto Hendrix afferma di avere un "mondo tutto suo da vivere"."If You Want To Be A Bird” degli  Holy Modal Rounders è un brano psichedelico che descrive  un cattivo modo di viaggiare con l' acido. Il pianoforte suona fuori dalla chiave e le voci suonano come se fossero urla di  ubriachi dal fondo di un pozzo. Durante il film, George Hanson (Jack Nicholson) si è unito ai due motociclisti mentre continuano a muoversi attraverso il paese. La canzone è perfetta perché dove Hanson vorrebbe avere la libertà che i due bikers hanno, non può uscire dal suo guscio abbastanza da farlo davvero.
          Anche se molte delle tracce finora hanno avuto un senso di speranza degli anni '60 per il futuro, il brano di Bob Dylan "It's Alright Ma (I'm Only Bleeding)" non ne contiene. Un cinico racconto dei problemi del mondo segue nei prossimi cinque minuti di canzone. Ormai, l'inverno del 1969 è iniziato e i cambiamenti culturali del decennio si sono fermati. Il viaggio è stato un fallimento, poiché i protagonisti non hanno trovato il lato spirituale che stavano cercando. La canzone è resa ancora più tragica dal momento in cui il loro viaggio finisce violentemente quando il duo viene ucciso sulla strada. C’è un aneddoto dietro alle canzoni di Dylan: Hopper voleva chiudere il film con 'It's Alright Ma' di Dylan". Il problema era che  Dylan pensava che la canzone fosse pretenziosa e non poteva essere messa  alla fine del  film. Oltretutto Dylan disse a Hopper che il film non sarebbe dovuto finire così, con la morte dei protagonisti. Nonostante questo decise di scrivere appositamente “The Ballad Of Easy Rider”, per omaggiare degnamente un film bellissimo, che guardo sempre molto volentieri, sognando di poter vedere un giorno quelle strade, magari proprio cavalcando un Harley!




          domenica 19 maggio 2019

          Lasagne vegetariane e libri bellissimi.



          Siamo a metà maggio e la primavera non è ancora arrivata..quando si è costretti a casa dalla pioggia e non si è appassionati di serie tv, l'unica via d'uscita è ascoltare musica e leggere. In questi ultimi mesi ho ripreso a leggere molto e questa domenica vorrei parlarvi di un libro che mi ha toccato il cuore, e lo faccio mentre in forno stanno cuocendo dele lasagne vegetariane insaporite con il timo raccolto sui monti di San Lorenzo, uno dei luoghi più magici del mio paese.

          Ingredienti:
          • 600 gr asparagi
          • 400 gr funghi champignon
          • 1 cipolla grande
          • 15 lasagne fresche
          • 1,3 ml. latte
          •  50 gr. di burro
          •  3 cucchiai di farina
          • Un cucchiaino di timo fresco
          • q.b. sale
          • q.b. pepe
          • 3 cucchiai olio di oliva extravergine
          •  Parmigiano grattugiato q.b.
          • 1 spicchio aglio


          In un tegame mettete il burro e un pizzico di sale e quando il burro si scioglierà togliete dal fuoco e aggiungete la farina, mescolando energicamente con una frusta per formare una crema densa. Aggiungete subito il latte , poco alla volta ,mescolando sempre energicamente. Dopo aver incorporato tutto il latte rimettete sul fuoco il tegame e cuocete la besciamella a fuoco lento .Pulite 600 g di asparagi, lessateli e tagliateli a rondelle. Pulite e affettate 400 g di funghi champignon. Pulite e affettate a rondelle la cipolla. Fate imbiondire 1 spicchio di aglio in 3 cucchiai di olio extravergine di oliva. Unitevi i funghi e la cipolla fateli rosolare, quindi aggiungete gli asparagi precedentemente lessati, salate e pepate e aggiungete il timo. Imburrate leggermente una teglia da forno. Distribuitevi uno strato di lasagne, uno di asparagi, uno di funghi, qualche anello di cipolla, 3 cucchiai di besciamella  e una spolverata di parmigiano grattugiato. Continuate la serie di strati fino a esaurire gli ingredienti. Infornate a 200°C per 20 minuti e servite subito.




          «Mi arriva una scossa al cervello che mi calma dentro. E non c'entrano soltanto le parole. C'entra come la musica ci porta fuori da noi stessi, lenisce i nostri dolori, scioglie qualcosa nel nostro cuore, ci fa star meglio in modi che non credevamo possibili. [...] La musica è la mia lingua, la colonna sonora che squilla nella mia testa, fatta apposta per soffocar la rabbia di mia madre. È tutto quello che mi dico per sopportare una giornata di spintoni, prese per il culo, insulti. È la mia coperta di Linus, il mio campo di forza, la mia sonora, elettrica, urlante, martellante versione audio della bolla. È il mio Babbo Natale, la mia fatina dei denti, il mio coniglietto di Pasqua. Con la differenza che la musica esiste davvero» (pp. 240-241)
          Ogni tanto arriva un libro che ti rende felice mentre lo leggi. Il nuovo romanzo di Michael Zadoorian è quel tipo di libro. Prima di tutto per l’ambientazione:  Detroit è una città che musicalmente mi ha sempre incuriosita, soprattutto grazie alla Motown, una delle mie etichette discografiche preferite,  che qui è nata nel 1959 e ha  prodotto oltre 180 hit n. 1 in tutto il mondo, definendo il suono di un'epoca grazie al genio di Berry Gordy e al talento dei suoi artisti. Sebbene la Motown Records si sia trasferita a Los Angeles nel 1972, la scena musicale di Detroit non fu affatto abbandonata. Verso la fine degli anni '60, la città si affermò come punto di snodo per la scena rock underground, fornendo un terreno battuto per artisti del calibro di MC5 , Iggy e The Stooges e Alice Cooper. Si potrebbe affermare che le radici del punk siano nate proprio qui.. E poi il protagonista: credo che l’ultimo ragazzo a cui mi sia affezionata così tanto durante la lettura di un romanzo sia stato l’Arturo Bandini dei primi romanzi di Fante, e ora è arrivato un altro adolescente a fargli compagnia, Danny Yzemsky che cerca di  equilibrare una vita domestica disfunzionale con l'improvvisa dura realtà del primo anno in un liceo.Beautiful Music, come vi ho anticipato, è ambientato a Detroit nei primi anni '70, mentre la città sta ancora cercando di affrontare disordini razziali. Danny si sta preparando per iniziare il liceo ed è molto nervoso a riguardo. E' un ragazzo introverso, che preferisce costruire modellini di automobili nella sua taverna anziché familiarizzare con i suoi coetanei. Eppure qualcosa arriva a rivoluzionare il suo mondo: è la musica, ascoltata attraverso la radio che diventa  un appuntamento giornaliero e rituale, qualcosa che gli fa dimenticare gli atti di bullismo subiti a scuola, la tristezza che attanaglia sua madre, la faccia preoccupata di suo padre e tutte le sue paure.  È un solitario che si nasconde nella musica per gestire i problemi della sua vita (cosa a me molto familiare).  Ma dopo che una tragedia colpisce la famiglia, la madre di Danny diventa sempre più incostante e arrabbiata per i sismici cambiamenti culturali che si stanno svolgendo nella sua città e nel mondo e trova un buon nascondiglio mescolando alcool e tranquillanti,  Danny trova la sua ragione per continuare: il rock 'n' roll. In particolare, la batteria e le canzoni heavy-guitar di leggende locali come gli MC5 e Iggy Pop. All’epoca non c'era Spotify, nessuna playlist, nessun youtube con le tue canzoni preferite disponibili in ogni momento. Nessun download da Internet. C'è stato un tempo in cui la radio era la regina e gli stati d'animo, i sensi, ruotavano attorno a ciò che decideva di passare il dj. E magari c'erano solo un paio di stazioni decenti. E i dischi erano sempre rari reperti, da ascoltare in gruppo a casa dell’amico fortunato che aveva abbastanza soldi per poterli comprare. Danny trova uno scopo nella sua vita disastrata: diventare un Dj radiofonico per poter fare quello che ama di più, vivere immerso nella musica.
          "A scuola vado bene, ma conoscere la musica è la mia forza. So che non ti piacerebbe la musica rock, papà. È molto rumorosa, molto diversa da quella che ascoltavi tu. È tutto un grattare di chitarre, esplosioni di batteria e cantanti che urlano. Sono quel che tu definiresti una manica di casinisti. I musicisti hanno i capelli lunghi e prendono un sacco di droghe, a volte ne muoiono, addirittura. Li odieresti in blocco, ma non m’importa. A me piacciono. Voglio lavorare alla radio e far ascoltare musica rumorosa a tutti. C’è tanto rumore da sovrastare – parole cattive, voci maligne e idee stupide. Sono così stufo di sentirle. Farò quanto è in mio potere per diffondere qualcosa di positivo nell’etere.."
          Beautiful Music è un libro che parla di speranza, di passione e di buona musica..cos'altro serve?

          domenica 5 maggio 2019

          Insalata primaverile ..ma non troppo!


          Anche se questa non è proprio una primavera calda a me è venuta voglia di preparare un'insalata fresca e super proteica, che grazie alla varietà dei suoi ingredienti diventa un piatto unico molto gustoso ed energetico.

          Ingrdienti:
          • Una mozzarella burrata
          • 6 filetti di acciughe sott'olio
          • 10 fiori di zucca
          • 200 gr di salmone affumicato
          • 2 uova sode
          • 200 gr di legumi misti (ceci, fagioli rossi, fagioli neri.)
          • insalata mista
          • qualche pomodoro ciliegino
          • olio extravergine di oliva
          • sale e pepe
          • qualche foglia di timo fresco
          Per prima cosa preparate i legumi: io ho usato dei legumi misti surgelati comprati al supermercato, li ho cotti con un pò d'acqua e li ho ripassati in padella con olio e timo. Se preferite e avete tempo usate legumi secchi e metteteli a bagno la sera prima e poi bolliteli con uno spicchio d'aglio. In alternativa potete usare legumi in scatola, l'importante è che li scaldiate in una padella con un pò d'olio e qualche foglia di timo.Lavate i fiori di zucca e ripassateli in padella con i filetti di acciughe. Preparate le uova sode,  lavate l'insalata, e i pomodori. Tagliate il salmone e impiattate, ponendo la burrata nel centro. Aprite leggermente la burrata e riempitela di fiori di zucca e acciughe. Condire con olio e sale..e buon appetito!


          Song: "Stupid Cupid" Connie Frances


          La prima persona che mi ha parlato di Connie Frances è stata mia madre. Avrò avuto 13 anni e la sentivo spesso canticchiare canzoni americane degli anni 50,che conosceva grazie alle reinterpretazioni in italiano di molti dei cantanti in voga quando era una ragazza...quindi spaziava da Paul Anka a Neil Sedaka, passando per Pat Boone ma la canzone che le sentivo cantare più spesso era “Stupid Cupid” della Frances, e un giorno mi raccontò della violenza che questa famosissima  artista di origini italiane aveva subito nella stanza di un albergo, un episodio che ovviamente aveva turbato molto mia madre e che è rimasto nascosto nella mia memoria fino a qualche giorno fa, in cui per caso mi sono trovata tra le mani questo lp. L’ho messo sul piatto e ho fatto un po' di ricerca sulla vita di Concetta Rosa Maria Franconero, alias Connie Frances, una donna che ha navigato in ogni tunnel oscuro della sua vita con incrollabile tenacia, sempre aiutata dal suo senso dell'umorismo. Connie Frances stata riconosciuta come la cantante femminile più venduta degli anni '60 . Ma il grande lancio avvenne un’anno prima, nel 1959, con” Stupid Cupid” grazie alla quale Connie entrò prepotentemente nelle classifiche USA e salì fino al 14º posto, mentre i primi grandi successi in Italia sono rappresentati dalla sua versione di “Chitarra Romana” scritta originariamente da Aldo di Lazzaro, di due anni più tardi, e sempre nel 1961, di Jealous of You, una versione in inglese de “Il tango della gelosia”. Il successo italiano è durato per quasi tutti gli anni sessanta con brani come “Mamma”, “Dammi la mano e corri”, “Notti di Spagna”, “La Paloma” fino a Regent's Park, che fece da sigla finale a uno sceneggiato sulla Rai. E come era d’uso in quegli anni, molti dei suoi brani vennero importati , tradotti e reinterpretati in lingua italiana come Where the Boys Are (Qualcuno mi aspetta), colonna sonora del suo film “La spiaggia del desiderio” , che ho avuto la fortuna di trovare in 45 giri. Al culmine della sua fama, la Francis appariva spesso in televisione e recitava in molti film per ragazzi, in particolare Where the Boys Are (1960), per il quale ha anche cantato il tema del film. Verso la metà degli anni '60, tuttavia, lei e altri idoli degli adolescenti americani avevano cominciato a crollare sotto l'ombra degli artisti della British Invasion , e la Francis ha messo la sua carriera in pausa per qualche anno. L'8 novembre 1974, dopo un'esibizione al Westbury Music Fair di New York, Connie Francis venne aggredita nel motel dove soggiornava, violentata e soffocata quasi a morte dal peso di un materasso che l'aggressore (mai più rintracciato) le gettò sopra. Il crimine ha causato un crollo nervoso, un matrimonio distrutto e ha interrotto la sua carriera per anni. Nel 1977, a causa di un intervento chirurgico al naso, Connie perse completamente la voce; venne quindi sottoposta ad altri interventi ma anche quando si riappropriò della voce fu costretta a prendere lezioni di canto, cosa che non aveva mai fatto prima di allora. Tornò in studio di registrazione nel 1978 incidendo l'album” Who's Happy Now?” contenente una versione disco di Where the Boys Are. Seguirono altri due album: “Comme ci, comme ça” e” I'm Me Again”, ma al ritrovato successo seguì un'altra tragedia : nel 1981 muore tragicamente il fratello George Franconero jr. a cui era particolarmente legata, assassinato dai sicari della mafia americana. Ritorna a fare concerti ma  deve anche fare i conti con una sindrome bipolare che la costringe al ritiro per altri quattro anni. La sua carriera e in generale la sua vita sono state inoltre condizionate dalla presenza ingombrante di suo padre, che influenzò molte delle sue scelte , sia dal punto di vista artistico che sentimentale: Connie si è sposata quattro volte ma nessuno dei suoi matrimoni è durato a lungo. Il suo vero amore è stato il cantante e attore Bobby Darin, con il quale ha cantato la celebre “You make me feel so young” ed altri successi. Connie ha rivelato di essersi immediatamente innamorata di Bobby ma il padre ha osteggiato la relazione al punto di presentarsi davanti a Darrin con una pistola, minacciandolo. Da quel momento iniziò una lunga corrispondenza epistolare tra i due, numerose lettere in cui parlavano del loro amore osteggiato e quindi amplificato nel loro immaginario. I due si sono incontrati solo due volte dopo l'incidente con il padre di lei, in una delle quali Darrin era in una camera d’albergo in compagnia di due prostitute ma nonostante questo la Francis considera ancora oggi,  il più grande amore della sua vita..probabilmente perchè gli amori mai consumati sono quelli che rimangono per sempre nella nostra memoria.

          domenica 21 aprile 2019

          I taralli dolci di nonna Rosa.


          In questa domenica di Pasqua voglio regalarvi una ricetta tipica della Puglia, i taralli dolci. Li preparava mia nonna Rosa, la madre di mio padre e per farli il più fedele possibile alla ricetta originale ho chiesto aiuto a mio cugino Emanuele, il figlio della sorella di mia nonna, e a sua sorella Rosa che sta portando avanti con maestria la tradizione culinaria di famiglia mi ha aiutata telefonicamente con i suoi preziosi consigli. Buona Pasqua a tutti!

          Ingredienti:


          • 1kg di farina 00.
          • 400 gr zucchero
          • 250gr di margarina
          • 4 uova
          • 2 buste di lievito
          • 2 bustine di vanillina
          • mezzo bicchiere di liquore all' anice.


          Impastare tutti gli ingredienti fino a formare un impasto molto morbido con cui formare i taralli. La forma classica dei taralli è ad anello, o almeno mia nonna Rosa li faceva così,  ma potete intrecciarli o arrotolarli. Infornare a 180* per 15 minuti , fino a che diventano dorati.

          Song: "Fruit Tree" Nick Drake


          Una delle cose più belle nella vita di un amante dei vinili è quando qualcuno ti fa scoprire un artista che non avevi ancora scoltato. E questa epifania si è realizzata grazie al regalo del mio caro amico Giambo, che per il mio compleanno ha pensato di iniziarmi al culto del sublime, donandomi Five Leaves Left . Questo album prende il controllo assoluto dei tuoi pensieri con canzoni che sono un balsamo per l’anima. Un disco assolutamente essenziale, che richiede di essere ascoltato. Five Leaves Left è uscito quando Drake aveva solo 21 anni, uno sforzo incredibile per qualcuno così giovane. E’un album che fa appello a diversi livelli: testi, voce, lavoro di chitarra, Le sue parole e la sua voce erano foglie che galleggiavano su un flusso di note che spuntavano dalla sua chitarra. La poesia e l'emozione coinvolte nell’album hanno un'energia misteriosa che allo stesso tempo lenisce e rattrista.  Nick Drake è il talento musicale più sconosciuto che sia mai esistito, il suo lavoro è stato snobbato durante la sua vita, ma ora è finalmente riconosciuto per l'opera d'arte che è. Questo, il suo album di debutto, attinge agli artisti e al movimento del tempo e esplora e approfondisce quel suono. Drake crea atmosfere dense alle sue canzoni e dare loro una qualità senza tempo  attraverso una combinazione della sua virtuosa selezione di dita e voce inquietante e affannosa grazie a un sound che trascende il gusto e i confini musicali ed è, in una parola, mozzafiato .Come paroliere Nick Drake usa immagini incredibili e poetiche accompagnandole con la sua delicata chitarra e la sezione di archi. In un attimo i suoi testi possono passare da sentimenti ossessivamente personali a temi classici di amore e desiderio, anche se Nick Drake li descrive come se fossero sconosciuti al mondo. La sua consegna vocale è quasi sussurrata, a volte, aggiungendo l'immenso arazzo che tesse ad ogni canzone. L'apertura con 'Time Has Told Me' è perfetta, un modo meraviglioso per aprire un album di debutto, una dichiarazione di intenti.  Voce ricca, profonda e romantica e la chitarra è davvero ipnotica. 'River Man' che segue è al limite del genio. Il suono della chitarra acustica si adatta perfettamente alle melodie e alle linee vocali. Drake è particolarmente affascinante e misterioso attraverso questa canzone. I testi sono poesia e tutto è semplicemente perfetto. Così come in  'Three Hours' scritta per un suo amico . 'Way To Blue' sgancia interamente la chitarra per concentrarsi sul supporto orchestrato che evidenzia la voce di Nick. Una melodia triste, bella e dolente. Testi che suonano così pieni di solitudine e vanno dritti al cuore. Questo album ti fa venire voglia di abbracciare qualcuno per consolarlo da quanto è emotivamente potente. La musica funziona al meglio esprimendo la gamma di emozioni umane. Nick ha espresso emozioni particolari attraverso "Way To Blue" che forse non sono mai state espresse meglio da chiunque altro nella musica. La chitarra torna per "Day Is Done", una piccola canzoncina che va avanti da 'Way To Blue' in un certo senso - ma si presenta più come una canzone di rassegnazione. E poi arriva "Cello Song", dove Drake sembra felice, è una canzone piena di una particolare energia che riporta alla mente una mattina di primavera. Un'introduzione geniale alla chitarra conduce alla vivace e allegra "Man In A Shed". Manca il romanticismo delle altre canzoni, ma la performance è buona come qualsiasi altra canzone presente nell'album. 'Fruit Tree' è quasi impossibile da descrivere. 'Saturday Sun' è sottilmente influenzata dal jazz e assolutamente stupenda. La tragica fine della giovane vita di Drake rende questo album ancora più inquietante, ma la sua è tra la migliore musica che abbia mai ascoltato.  Il parallelo più vicino a cui riesco a pensare per la bellezza della musica e della voce di Drake , così come alla tragica fine e ai testi profetici, è Jeff Buckley. Un sacco di persone hanno fatto il confronto, e anche se non del tutto corretto o accurato, ci sono delle somiglianze . Entrambi erano brillanti cantautori con un talento vocale unico, sono morti troppo giovani e tragicamente, e sono stati più popolari e celebrati dopo la loro morte rispetto a prima. Ma è qui che le somiglianze tendono a finire, tranne che per il fatto che Drake cantava su "Lilac Time" e Buckley su "Lilac Wine". Drake stava affrontando una malattia mentale quasi paralizzante che alla fine - direttamente o indirettamente - portò alla sua morte prematura. Qualunque cosa succedesse nella sua vita, c'era qualcosa di inquietante nella sua voce, qualcosa che attraversa il tempo per trovare i luoghi solitari che esistono in ognuno di noi.

          domenica 7 aprile 2019

          Zucchine ripiene, pomodorini confit e Sam Cooke.




          Quando preparo un piatto cerco sempre che una volta pronto siano coinvolti tutti i sensi di chi lo assaggia: deve essere buono, ovviamente, ma anche bello, profumato , gradevole al palato per consistenza e all’appagamento dell’udito ci pensa il vinile che metto nel giradischi durante il pasto!  Al supermercato ho trovato delle zucchine tonde e ho deciso di preparale ripene, con riso e fontina, per realizzare un piatto unico servito su un letto di pomodori confit, accompagnato da una delle voci che hanno reso grande il soul, Sam Cooke..

          Ingredienti:


          •  4 zucchine tonde
          • 100 gr di riso carnaroli
          • Mezza cipolla
          • 50 gr di fontina
          • 150 ml di brodo vegetale
          • Mezzo bicchiere di vino bianco
          • Olio extravergine d’oliva
          • Pecorino grattugiato
          • 10 pomodorini
          • 1 spicchio d’aglio
          • 1 cucchiaio di zucchero
          • 1 cucchiaio di timo essicato
          • Origano secco q.b.
          • Sale fino q.b.
          • Pepe nero q.b.

          Lavate le zucchine tonde ed intagliate la parte superiore, che vi servirà per chiudere la zucchina ripiena. Dopodiché incidete con un coltello la parte interna della zucchina, togliete via la polpa con un cucchiaino, e tenetela da parte. Dovrete ottenere delle zucchine vuote all'interno ma senza arrivare a bucare la buccia. Fate bollire le zucchine in acqua salata  per 10 minuti, il tempo necessario a farle ammorbidire un po'. Scolatele zucchine e mettetele a testa in giù su di un canovaccio per eliminare l'acqua in eccesso e fatele freddare prima di riempirle. Preparate i pomodorini confit:  iniziate lavando i pomodorini sotto acqua corrente. Asciugateli con un canovaccio e metteteli su un tagliere, quindi dividete tutti i pomodorini a metà. Disponete i pomodorini tagliati su una teglia ricoperta di carta forno . Salate e pepate a piacere .Preparate un trito di aglio e timo e versatelo su ogni pomodorino e aggiungete anche lo zucchero. Distribuite l’origano secco  e infine versate un filo d’olio su ogni pomodorino . Infornate il tutto a in forno statico preriscaldato a 140° per circa 2 ore, fino a quando l’acqua di vegetazione dei pomodorini non sarà evaporata e questi non risulteranno leggermente abbrustoliti. Ora preparate il risotto: fate soffriggere la cipolla tritata con un filo d'olio insieme alla polpa della zucchina fatta a pezzetti. Aggiungete il riso e sfumate con 1/2 bicchiere di vino. Salate e pepate e fate tostare il riso , poi aggiungete il brodo fino a ricoprirlo. Aggiungete un mestolo ogni volta che il risotto si asciuga ed ultimate la cottura quando sarà al dente. Disponete le zucchine in una teglia ricoperta di carta forno, riempitele con un pezzo di fontina e con il risotto. Spolverate su ogni zucchina il pecorino ed irroratele con un filo d'olio . Infornate a 180°in forno statico per 15 minuti. Servitele coperte dalla calotta su un letto di pomodorini confit.

          Song: "Bring It On Home To Me" Sam Cooke


          Molti artisti hanno reso grande la musica in america, ma c'è un artista che emerge quando esamina chi ha contribuito a colmare il divario tra musica soul e gospel: sto parlando di Sam Cooke. Una miscela di spiritualità e sensualità, raffinatezza, soulfulness con sex  appeal da vendere . Era un bel ragazzo con una voce che catturava la tua attenzione, non importava cosa stesse cantando. Si affacciò per la prima volta nella scena musicale a 15 anni come cantante principale del  gruppo gospel Highway QC’s. A 19 anni si unì ai Soul Stirrers  , ma il bisogno di essere ascoltato al di fuori dell’ambiente religioso iniziò a nutrirsi di lui. Il gruppo è uscito alla in grande con singoli come "Jesus Gave me Water", Nearer to Thee "e" Touch the Hem of the Garment ".Cooke ha registrato la sua prima canzone pop "Lovable" sotto lo pseudonimo di Dale Cook, così da non mettersi in cattiva luce all'interno della comunità gospel. Al culmine del successo di The Soul Stirrer, Sam si allontanò dalla musica gospel. Una delle sue prime registrazioni laiche, "You Send Me" è salita in cima alle classifiche nel 1957. Ha continuato a registrare canzoni come "Everybody Loves to Cha Cha Cha", "(I Love You) For Sentimental Reasons" e "Wonderful World" per Keen Records. Nel 1960, Cooke firmò con la RCA dove realizzò successi come "Chain Gang" "Cupid" "Another Saturday Night" e "Twistin 'the Night Away". Cooke è stato in grado di portare lo spirito della chiesa alla musica popolare, segnando un'era di un nuovo suono. Sam aveva una voce che poteva affrontare ogni tipo di canzone, dalle ballate, alle melodie di danza scanzonate, a ritmo di rithm’& blues. Dal 1960 al 1965, Cooke rimase un pilastro delle classifiche americane. Sam Cooke era più che un artista e un cantautore. Era un uomo d'affari afroamericano di successo che operava all'interno dei confini dell'industria musicale tradizionale. Ha scritto e prodotto dischi per altri cantanti, fondato la sua casa editrice, Kags Music, nonché una società di gestione, e in seguito ha lanciato l'etichetta discografica SAR. Ha anche contribuito a lanciare la carriera di artisti come il suo fratello LC Cooke, Billy Preston, Bobby Womack, Johnnie Taylor e Lou Rawls aiutandoli a passare dalla musica gospel a quella laica. Sam era anche un attivista. Il rifiuto di Sam di cantare in concerti segregati ha portato a quello che molti hanno descritto come uno dei primi veri sforzi nella disobbedienza civile e ha contribuito a inaugurare il nuovo movimento per i diritti civili .Come la stella di Sam sembrava brillare di luce, in un istante, fu oscurata l'11 dicembre 1964. In circostanze misteriose, Cooke fu colpito a morte in un motel di Los Angeles, facendolo tacere per sempre. Il suo ultimo album Ain't That Good News, uscito nel gennaio dello stesso anno, aveva avuto un enorme successo, Sam era all'apice e quella sera al ristorante italiano Martoni's di Cahuenga Boulevard aveva partecipato a una piccola festa in suo onore. Alla festa era assieme ad una affascinante ragazza di ventidue anni di nome Elisa Boyer, che si faceva chiamare Lisa togliendo una "E" al suo nome, dai tratti tipicamente eurasiatici, essendo di madre cinese e padre inglese. Dopo un buon numero di drink Sam lasciò la festa con Elisa e i due si diressero con la Ferrari decapottabile del cantante all'Hacienda Motel, dove presero una stanza alle 2:35 di notte firmando come "Mr e Mrs Cooke". La receptionist che li registrò si chiamava Bertha Lee Franklin e diede loro una camera nella dependance. Poco dopo essersi appartati Elisa corse fuori dalla stanza: in intimo, e stringendo tra le mani degli indumenti, alcuni dei quali erano di Sam. Cercò aiuto presso la portineria della Franklin ma quando bussò nessuno rispose, è fuggì correndo dall'hotel. Lo stesso Sam corse fuori un instante dopo, con indosso solo le scarpe e una giacca. Arrivò alla portineria della Franklin, bussò e siccome nessuno rispondeva neanche a lui tentò di abbattere la porta a spallate. La Franklin gli aprì poco dopo, lui era molto agitato, cercava la ragazza, diceva che l’aveva derubato..la Franklin, spaventata , dopo una collutazione in cui lo colpì con una scopa, gli sparò in mezzo al petto, uccidendolo. La Boyer avrebbe affermato di essere scappata per paura di essere violentata da Cooke, ma da subito sono stati avanzati dubbi sul suo racconto. La ragazza, nonostante raccontasse di lavorare in un albergo era in realtà una prostituta e la conferma di ciò arrivo un solo mese dopo quando fu arrestata per aver concordato una prestazione sessuale a pagamento con un poliziotto sotto copertura. E' strano che una prostituta si rifiutasse di avere rapporti con il cantante, ed è ancora più strano che il portafogli di Cooke contenente patente e carte di credito non fu mai rinvenuto. Viene naturale pensare che la ragazza fosse invece consenziente e che quando Cook si chiuse in bagno decise di scappare con i suoi vestiti sperando così di portare con sé il portafogli e di lasciare il cantante nell'impossibilità di rincorrerla. Come in tutte le morti di persone famose, ci sono anche in questo caso numerose teorie del complotto da parte di chi non crede alla versione accertata dei fatti. La famiglia del cantante ad esempio non ritiene che questi fosse un violento capace di aggredire una donna: né Elisa Boyer né Bertha Franklin. Inoltre sempre secondo la famiglia la Boyer e Cooke si frequentavano da tempo e quindi non si capisce perché Sam avrebbe dovuto tentare di violentarla secondo le modalità raccontate da Elisa. Anche la cantante Etta James non credette alla versione ufficiale sostenendo di aver visto il cadavere di Cooke e che le ferite inferte sono ben superiori a quelle giustificabili dagli spari di una singola persona…la verità è che Sam Cooke non c’è più, ma la sua musica è ancora incredibilmente viva. RCA ha pubblicato postumo "A Change is Gonna Come" sul lato B del singolo "Shake." È una canzone che è considerata uno dei più grandi singoli di tutti i tempi, e una canzone che riporta Cooke al punto di partenza del suo vangelo radici. È stata la risposta di Cooke a "Blowin 'in the Wind" di Bob Dylan. È una canzone che parla di fede e resa dei conti ed è diventata un inno per coloro che lottano e per le ingiustizie nel mondo. La carriera di Sam Cooke è stata la matrice di molti artisti che sono venuti dopo di lui, da artisti come Aretha Franklin, Otis Redding, Al Green, Rod Stewart, R.Kelly e molti altri. A più di 50 anni dopo la sua morte, Sam Cooke rimane una forza da non sottovalutare. Il modo migliore per riassumere la carriera di un uomo che ha spianato la strada a così tanti è molto semplice, e suo fratello lo ha detto nel migliore dei modi:  "Sam era il Re del Soul. Tutti qui erano influenzati da Sam in qualche modo.  Una volta che ascolti la sua voce, non puoi fare a meno di amarlo.” E io sono d’accordo..