Questa è una ricetta che unisce sud e nord : i friggitelli campani incontrano la focaccia ligure, creando un unione perfetta per il pranzo di questa domenica!
Ingredienti:
- 1 kg di farina 00
- 600 ml di acqua calda
- 25 g di lievito di birra in cubetto
- 1 cucchiaino di zucchero
- 20 g di sale per l’impasto + un pizzico
- olio extra vergine di oliva
- 1 vaschetta di friggitelli freschi
- 5 filetti di acciughe sott’olio
Prendere
600 ml di acqua calda e dividerla in 2 parti. In una metà sciogliere il cubetto
di lievito di birra con il cucchiaino di zucchero. Nell’altra metà sciogliere i
20 grammi di sale ed emulsionare con 6 cucchiai di olio d’oliva. In una
capiente ciotola versare la farina, formare un incavo al centro e versarvi i
composti creati. Con una forchetta iniziare a mescolare partendo dal centro,
verso l’esterno, incorporando gradatamente la farina. Quando la parte liquida
e’ stata completamente assorbita, versare il tutto sulla spianatoia infarinata
e impastare a mano. Se necessario aggiungere altra farina, fino a quando il
composto risulta omogeneo e non si attacca più alle mani. Riporre nella ciotola
e far lievitare per 1 ora in luogo caldo. Intanto lavare i friggitelli sotto
acqua corrente, inciderli sul fianco per estrarre i semi e i filamenti.
Cuocerli in un tegame con olio , aglio e un pizzico di sale. Lasciare
raffreddare. Tagliare i filetti di acciughe a pezzetti. Trascorso il tempo di
lievitazione riprendere il composto che avrà quasi raddoppiato il proprio
volume ed impastare nuovamente. Foderare la teglia del forno con apposita
carta. Prelevare circa 1/2 impasto da stendere in modo omogeneo direttamente su
tutta la superficie della teglia. ( la quantità di impasto basta per 2 teglie
intere). Rimettere in forno a 50 gradi per un’ora. Terminato il secondo ciclo
di lievitazione, estrarre le focacce dal forno, guarnire con i friggitelli precedentemente cotti, le
acciughe a pezzetti e un filo di olio extra vergine di oliva . Infornare a 180
gradi, possibilmente con funzione ventilata e cuocere per circa 10-15 minuti.
Song: "Human Highway" Neil Young
Questo è uno
dei tre dischi (insieme ad ‘Harvest’ e a ‘Rust Never Sleeps’) che consiglierei
a chi ha voglia di conoscere Neil Young. Soprattutto perché in questo
album c'è qualcosa che ricorda il
passato più felice dell’artista , dopo il biennio oscuro 1973-1975 dovuto a
morti dolorose, il primo figlio con problemi mentali, e abusi di ogni genere. Dalla
copertina si evince questa sferzata di aria pura infatti, sono spariti i colori
scuri lasciando il posto a tinte solari bianche e gialle e non ultimo, l’immagine
di un Neil Young addirittura sorridente. Le brutte vicende di abusi di alcol e
droga sembrano essere superate. Quando “Comes a Time” arriva nei negozi di dischi nell'ottobre del 1978, è
stato un successo travolgente , con vendite immediate molto distanti dai
precedenti lavori, meno radiofonici, come “On The Beach” e ”Tonight is The Night”, che
comprendevano due terzi della sua "Trilogia del dolore". Da “Comes A Time” è stato estrapolato il primo grande successo
radiofonico di Young , "Lotta Love", arrivato alla Top 10 con la
cover di Nicolette Larson , sua voce di
supporto nell’album .Ma “Comes A Time”è
stato originariamente concepito come un progetto acustico solo. Quando Neil
Young ha presentato per la prima volta l'album - originariamente registrato ai
Triad Studios di Miami senza alcun musicista di supporto - i dirigenti, hanno cortesemente suggerito di
registrare le tracce con una band. Le
canzoni, tutte originali, ad eccezione di una bella cover "Four Strong
Winds" di Ian e Sylvia Tyson, evocano immagini di paesaggi ricchi di
alberi in piena fioritura. L'album nel complesso sembra una passeggiata
attraverso un tranquillo prato verde in una giornata di primavera. La traccia
di apertura, "Goin 'Back", definisce questo mood con una chitarra delicata,
archi e un ronzio elettrico che, anche se un po' bizzarro, funziona
egregiamente per enfatizzare. La musica dolce e i testi astratti si combinano
in un modo surrealisticamente stupendo che rimane in qualche modo ineffabile
anche dopo numerosi ascolti. Sebbene le parole suggeriscano un malinconico
desiderio di tornare alla vita in uno stato arcaico. La maggior parte
dell'album conserva questo stato d'animo irresistibile. "Comes A
Time" suggerisce la miracolosa inevitabilità dell'esistenza quotidiana. Un
aspetto sorprendente della chitarra elettrica distorta che ad un certo punto
che imita i tergicristalli del parabrezza ma non altera affatto l'atmosfera
durante "Look Out For My Love". Semmai la intensifica. Anche
"Lotta Love", mantiene
l'atmosfera con il suo scarno arrangiamento di chitarra, basso, piano e
batteria. Ascoltando "Peace of Mind” hai quasi la sensazione di galleggiare sulla schiena
in una placida piscina. "Human Highway" esplode con il folk e il
country alla Woody Guthrie e il ritornello “ How could people get so unkind” riverbera
all'infinito anche dopo il primo ascolto. La strana e alquanto incongrua
"Motorcycle Mama" gorgoglia nel paesaggio sereno e spicca come un po
'fuori posto in un album che altrimenti si crogiola nella calda e indistinta
luce del folk-pop degli anni '70. Poi l'album ritorna su montagne, alberi e
vegetazione e un po 'di malinconia con "Four Strong Winds", l’unica
cover dell’album. “Comes A Time” riconcilia il Neil Young sorridente della
copertina col mondo, anche se temporaneamente..
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