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domenica 31 dicembre 2017

Insalata di capodanno.



Ultima ricetta del 2017..pronti a festeggiare il capodanno? Dopo tanti anni di feste e nottate in giro quest anno ho deciso di restare a casa con degli amici e proporre loro un menù tutto "Soulkitchen" ! Tra i piatti che cuicinerò non mancherà questa insalata molto particolare, con sapori abbastanza contrastanti ma perfetti nell'insieme..vi auguro un meraviglioso 2018, pieno di cibo e musica!

Ingredienti:

  • 1 cedro 
  • 1 avocado maturo
  • 4 pezzi di cuori di palma 
  • 150 gr di gamberi
  • 1 scalogno
  • 1 pezzo di zenzero
  • i chicchi della metà di un melagronano
  • il succo di due mandarini
  • olio evo
  • sale, pepe
Sbucciare il cedro, tagliarlo a rondelle spesse mezzo centimetro e disporlo nel piatto di portata. Pulire i gamberi e scottarli interi per qualche minuto in una padella con un pò d'olio, scalogno e zenzero tagliati molto sottili. Non devono cuocere molto, solo diventare leggermente rosati. Salate e lasciate raffreddare. Nel frattempo pulite l'avocado e tagliatelo a dadini. Sgranate il melograno e raccogliete i chicchi in una tazza. Preparate una vinagrette emulsionando il succo dei due mandarini, l'olio e il sale. Ora potete comporre il piatto: adagiate i gamberi sulle fette di cedro, cospargeteli di avocado, cuori di palma tagliati a pezzetti e chicchi di melograno, condite il tutto con la vinagrette..

Song: "Under my Thumb" The Rolling Stones



Tra Beatles e Rolling Stones non ho mai avuto dubbi: Beatles tutta la vita. Ma ci sono dei dischi degli Stones che ascolto sempre volentieri e "Aftermath" è uno di questi.
Pubblicato nel Gran Bretagna e il loro sesto album uscito in America, "Aftermath" è stato il vero   secondo album dei Rolling Stones, dopo "Out Of Our Heads" del 1965. Questo, come quello precedente, è uscito in due versioni distinte nel Regno Unito e negli Stati Uniti, una pratica comune per l'epoca. La versione inglese di Aftermath si apre con "Mother's Little Helper". La versione americana si apre con "Paint It, Black", una canzone che non appare nemmeno nella versione inglese. Non c'è modo di sbagliarsi qui; entrambe le canzoni sono ottimi modi per aprire un album. “What a drag it is getting old ", cantata in uno splendido isolamento senza alcun collegamento con il primo verso, è un'introduzione provocatoria e coinvolgente.  Detto questo, "Mother's Little Helper" è anche una grande canzone con testi favolosi e una linea di basso altrettanto forte, e fa buon uso anche del sitar. Non è una sorpresa il fatto che abbiano usato il sitar in due canzoni di rock 'n' roll allegre, in contrasto con il tipico uso pop-rock del sitar in brani più contemplativi.
Rimanendo con la versione inglese per il resto di questa recensione, "Stupid Girl" è la prossima traccia. Jagger ha ammesso che su questa canzone il suo tono è un pò più duro di quello che immaginava perché mentre la scriveva era coinvolto in una serie di cattive relazioni sentimentali con un considerevole numero di ragazze.  Penso che l'accompagnamento d'organo di Ian Stewart faccia davvero funzionare questa canzone, bilanciando la ruvidezza di Jagger con l'entusiasmo melodico e ritmico. Lo squisito abbinamento di Brian Jones al dulcimer, strumento che aveva appena imparato a suonare, e Keith Richards alla chitarra acustica annuncia "Lady Jane", una delle canzoni più atipiche nel catalogo di The Stones. E' una delicata  ballata d’amore, in cui  il cantante si sottomette ad una Lady Jane che diventa la sua padrona. Si diceva che questa canzone riguardasse la droga, con il codice "Lady Anne" per l'anfetamina e "Lady Jane" un riferimento alla marijuana (come in "Mary Jane"). In "Under My Thumb" a mio parere Mick Jagger da il suo meglio. Anche qui  Brian Jones si supera musicalmente e offre il gancio per marimba molto seducente che guida uno dei migliori sforzi musicali degli Stones. Ogni singola parte, dalla batteria di Charlie al basso fuzz di Bill Wyman alla chitarra elettrica di Keith fino al riempimento di chitarra acustica di Brian, viene suonata e arrangiata con perfezione. Lo so che le femministe avranno da ridire perché il testo non è molto lusinghiero nei confronti delle donne ma resta comunque una bellissima canzone. Sfortunatamente "Aftermath" include molto riempimento perché non tutte le canzoni hanno colpito nel segno. "Doncha Bother Me", una canzone vivace e ben organizzata che viene trascurata non solo per ciò che è accaduto prima, ma anche per quello che viene dopo. "Goin 'Home" è un jam blues di 11 minuti, notevole per la sua lunghezza, ma abbastanza banale. Altre canzoni sono un po’ più interessanti come il piano rock "Flight 505", e l'allegro, folk / bluegrass acustico "High and Dry", che ha un bel margine grazie alla voce di Jagger e all'arpa di Jones, ma contiene anche un fastidioso, immediato e distratto battito del charleston. Assolutamente assente dalla versione americana, ma fortunatamente presente nella versione inglese, gli Stones hanno l'opportunità di salvare la canzone "Out of Time" dall'orribile interpretazione di Chris Farlowe, che in qualche modo ha avuto un successo minore. Oltre alla voce esagerata, la versione di Farlowe è ingombra di archi e perde il ritmo, la versione degli Stones scorre in modo naturale e dinamico .
Segue l'impertinente e sexy rock di  "It's Not Easy", caratterizzato da ritardi vocali molto interessanti, sottofondo e grandi armonie sulla linea di chiusura del coro. E’ la volta di "I Am Waiting” , molto sottotono per una canzone dei Rolling Stone: i versi hanno un tocco folk-rock quasi spettrale nelle chitarre tintinnanti e pensierose."Take It Or Leave It" mi ricorda qualcosa tra Gene Pitney e Roy Orbison, uno stile più in sintonia con il periodo di "Out of Our Heads" . Con "Think" ritornano al loro stile inconfondibile, alla “Satisfaction”: Charlie Watts fa davvero un buon lavoro su questo pezzo. La versione inglese si chiude con l'atmosfera leggera e frizzante di "What to Do", un genere che continueranno ad esplorare con maggiore successo in "Between the Buttons and Beggars Banquet".
Afthermath , tirando le somme, resta uno dei dischi più importanti per comprendere l'importanza di Brian Jones e la crescita musicale di questa band.

domenica 24 dicembre 2017

Cibo e Vino a 33 giri!



Questa domenica non vi propongo una ricetta ma vi racconto cosa è successo giovedì 21 Dicembre al "Lavoratorio Artistico": io e Federico Faggioni Aka Jukebox Sommelier abbiamo avuto il piacere di trasmettere in diretta audio e video la puntata 0 del nostro nuovo programma radio : "Cibo e Vino a 33 giri", che andrà in onda sulle frequenze web di "Radio Rogna" http://www.lavoratorioartistico.it/ dal 24 Gennaio. E' stata una serata veramente divertente in cui il meraviglioso Simone Ricciardi, uno degli ideatori e conduttore di Radio Rogna, ci ha accompagnati nella nostra degustazione enoculivinilica. Alle note di "Parole, Parole", reintrepretata dal complesso Tadà con Filippo Timi e Serena Altavilla alla voce, abbiamo iniziato la nostra cena: l'antipasto che ho proposto è stato una tartare di avocado preparata con un bel frutto maturo,delle cipolle di tropea e dei pomodorini affettati in piccolissimi pezzi, il tutto amalgamato grazie a un filo di denso aceto balsamico e ad accompagnare Robert Plant e colleghi con D’yer Mak’er . Jukebox Sommelier ha risposto abbinando al mio antipasto un prosecco della Valdobbiadene, frizzantino come l’impatto al palato della cipolla cruda e leggermente abboccato come l’avocado e ha rilanciato musicalmente con con “fievre en la jungla” groove funk in spezia latina. Dopo tanta sensualità sonora è arrivato il primo:  dei timballini di riso venere con gamberi e zenzero. Pensando alla dea dell’amore e della bellezza Venere, che nasce dalle spume del mare così come il riso incontra il mare con i gamberi e diventa afrodisiaco grazie allo zenzero. Tra i tanti cantanti che hanno voluto rendere omaggio a questa divinità ne ho scelto uno degli anni '50, Frankie Avalon con la sua "Venus".
Per esaltare i sapori dei  timballi Jukebox Sommelier ha scelto un gewurtztraminer del Trentino
dagli aromi ricchi, concentrati, suadenti, affascinanti e potenti
e in consonanza al sapor di brillantina della mia scelta musicale ha scelto "I
 got lucky" di Elvis Presley
e mi ha invitato a ballare uno scatenato twist!

Dopo aver danzato è arrivato il momento del secondo ; un viaggio culinario tra Sicilia e Grecia, con delle morbidissime polpette di melanzane e menta da tuffare nello tzaziki. L'unico problema è stato trovare una canzone adatta a questo piatto ma quel biricchino di Jukebox Sommellier è venuto in mio aiuto con l'esilarante "Ma che bontà!" di Mina, e all’aroma mediterraneo del mio piatto ha accostato un calariversa rosso, vellutato blend di nero d’avola e merlot e insieme abbiamo ascoltato un’interessante amalgama di jazz e musica mediorientale  "Egypt Strut" di Salah Ragab. Finalmente è arrivato il momento più dolce della serata, il dessert: crema di mascarpone al sentore di caffè e cacao con amaretti e granella di nocciole… dopo averne assaggiato un cucchiaio la reazione del mio amico è stata come quella del cantante dei Troggs in  “I can’t control myself”! A tanta dolcezza Jukebox ha risposto con lo zuccherino di un moscato d’asti e la voce di Marisa Monte con la cover di "Chocolate" di Tim Maia. La   nostra cena è terminata  con le note di "The Bare Necessities" dal Libro della Giungla, nella versione di Melody Gardot e Raphael Gualazzi, e con lei il mio racconto di questa incredibile serata, ma se avete voglia di accompagnarci in altre degustazioni, io e il mio caro amico Jukebox Sommelier vi diamo appuntamento a Gennaio; da mercoledì 24 alle ore 11 e in replica il venerdì all '01.00 e il sabato alle 18.00 con  la nostra rubrica settimanale "Cibo e Vino a 33 giri,  sulle frequenze di "Radio Rogna" www.lavoratorioartistico.itbuon Natale da Soulkitchen e..w la radio!!
..e se volete ascoltare la puntata 0..cliccate qui sotto!
https://soundcloud.com/francesca-bonafortuna/cibo-e-vino-a-33-giri-puntata-0



Un ringraziamento speciale a Nunzio Carpentiero e Laura Tamberi per le magnifiche fotografie.

domenica 17 dicembre 2017

Torta speziata all'arancia.


Si sta avvicinando il natale e in questo periodo dell'anno sono le spezie a farla da padrone nella mia soulkitchen! Questa domenica vorrei farvi provare questa torta semplicissima, decorata con la ghiaccia reale,  da gustare davanti a un te caldo mentre fuori piove..aspettando il sole!

Ingredienti:

  • 3 Uova Medie
  • 150 g Zucchero
  • 200 ml di succo d'arancia
  • 300 g Farina 00
  • 1 cucchiaio Olio Di Semi
  • 1 bustina Lievito Per Dolci
  • 1 cucchiaio di Zenzero In Polvere
  • 1 cucchiaino Cannella In Polvere
  • 1/2 cucchiaino di chiodi di garofano macinati

Grattugiate la scorza di due arance e spremetele ; otterrete circa 200 ml di succo. Mescolate il lievito e la farina, in una ciotola rompete le uova ed unite lo zucchero. Montate per 3 – 4 minuti con le fruste elettriche fino ad ottenere un composto bello spumoso, quasi bianco.Aggiungete il succo, la scorza delle arance ed il cucchiaio di olio. Unite zenzero , chiodi di garofano macinati , cannella e aggiungete poco alla volta la farina mescolata con il lievito. Versate il composto nella tortiera ed infornate per  minuti nel ripiano centrale del forno, pre riscaldato a 180 gradi per 30 minuti. Controllate che la torta sia cotta con uno stecchino e sfornate.

 Song: "Love Street " The Doors





Dopo aver realizzato due album rivoluzionari e sconvolgenti nello spazio di un solo anno e aver terminato un tour spettacolare controverso, i Doors hanno affrontato la loro prima vera sfida: scrivere e registrare in studio nuove canzoni che avrebbero rivaleggiato con le gemme prodotte nei primi anni. L' album omonimo è un capolavoro assoluto mentre il secondo, "Strange Days", è una perla del rock psichedelico degli anni '60, il terzo, che doveva essere chiamato "Celebration of the Lizard", era pensato  su un poema di Jim Morrison che doveva occupare tutto il secondo lato dell'album. Ma ad un certo punto della registrazione  qualcuno ha avuto da ridire (gli esecutivi dello studio, produttore di album, musicisti?) E il progetto è stato demolito. La sezione veloce centrale della suite "Celebration", "Not To Touch the Earth", è stata conservata per il nuovo album e questo è stato rinominato, "Waiting for the Sun”. A causa della demolizione del pezzo "Celebration", la band ora aveva bisogno di materiale extra per completare l'album, quindi hanno salvato una canzone demo: “Hello I Love You "per aprire l'album, in cui la linea melodica principale è gestita dal sintetizzatore di Manzarek, mentre la tastiera , perfetta per completare la canzone, aggiunge un tocco psichedelico alla canzone. Nella seconda canzone," Love Street " la chitarra jazz e il pianoforte che accompagnano il tema principale donando il suono di una ninnananna al brano. E poi ci sono le "ballate pop psichedeliche", come "Summer's Almost Gone", "Wintertime Love” che non hanno quasi nulla a che fare con i modelli rock ma devono invece un notevole ispirazione dal classico  (Morrison spesso ammetteva il suo amore per Frank Sinatra e per Elvis Presley, per quanto riguarda gli stili di canto). "Unknown Soldier" è l'eredità duratura di Morrison come poeta e artista e non solo una forte canzone di protesta  contro la guerra del Vietnam, ma un rifiuto personale dei valori familiari di lui, cresciuto in una famiglia militare. Apre il lato B "Spanish Caravan"  il principale contributo di Robby Krieger all'album.Il suono dello stile di flamenco spagnolo  della chitarra non è complicato ma meravigliosamente efficace nella linea melodia piuttosto orecchiabile. “My Wild Love": una canzone cantata "a capella" (con battiti di mani e strumenti a percussione) della band. È una visione arcaica del canto indiano dei cantanti che danza attorno al fuoco notturno nel deserto. È molto diversa dalle altre , un buon esperimento fatto in studio. “We Could Be So Good Together", a mio parere la meno convoncente dell'album, è una canzone pop rock che penso possa essere stata scelta come singolo. Non prima dell'ultima canzone ci troviamo di nuovo di fronte alle inquietanti previsioni di Jim Morrison quando canta in "Yes, The River Knows" "Vado, ma ho bisogno di un po 'di tempo. Ho promesso che avrei annegato me stesso nel vino mistico”. L'album finisce con il botto, "Five to One" è la canzone più potente. A tutti gli avvertimenti delle sue legioni di seguaci di prendersela comoda, Jim grida "Nessuno esce vivo da qui!" .”Waiting for the sun” è forse uno degli album meno apprezzati dai molti fan dei Doors ma per me resta un capolavoro da ascoltare e riascoltare.

domenica 10 dicembre 2017

Le puntarelle.



Almeno una volta l'anno vado a Roma a trovare dei miei carissimi amici e se capita in inverno non può mancare la tappa a Campo de Fiori per comprare le puntarelle al mercato. Ma cosa sono queste "puntarelle"? È il cuore della cicoria, tagliato sottilissimo e fatto arricciare nell'acqua e ghiaccio. Possono essere utilizzate sia come antipasto che come contorno. La ricetta che vi propongo è quella romana, semplice e di una bontà strepitosa!

Ingredienti:

  • 800 gr di puntarelle
  • 2 cucchiai di pasta d'acciughe
  • 2 spicchi d'aglio
  • Olio extravergine d'oliva
Lavare le puntarelle e asciugarle con un canovaccio da cucina, poi tagliarle a striscioline molto sottili. Riempire una ciotola con acqua e ghiaccio e immergervi le puntarelle tagliate. Prepare la salsa: tagliare i due spicchi d'aglio a pezzi piccolissimi e metterli in una ciotola assieme alla pasta d'acciughe e l'olio, emulsionando fino a che diventi una cremina. Scolare le puntarelle e travasarle nel contenitore del condimento, amalgamando bene il tutto. 

Song: "Queen Jane Approximately" Bon Dylan




Non mi sono mai definita una fan di Bob Dylan, ma Highway 61 Revisited è uno degli album della mia collezione che metto più spesso nel piatto. Pubblicato nel 1965, è il primo album completamente elettronico di Bob Dylan; questo significa che ha abbandonato la chitarra acustica e l'armonica solista per un blues rock and roll su quasi ogni traccia. Il suo album precedente, “Bringing It All Back Home” , pubblicato l'anno prima, conteneva canzoni metà acustiche e metà elettroniche ma Highway 61 Revisited è stato il primo album completamente elettrico con cui Dylan ha portato la sua band  in tour. Molti fan odiavano questo disco. Furono oltraggiati dal fatto che Dylan pubblicasse qualcosa oltre alle sue famose ballate di protesta acustiche, e quando suonò "Like a Rolling Stone" al Newport Folk Festival nel luglio del 1965, la gente fischiò fino a quando si riuscì a malapena a sentire la musica. L'album ha ricevuto molte recensioni sgradevoli,  i fan “puristi” si sentirono tradititi da questa svolta rock del loro menestrello. “Highway 61 Revisited” era il primo vero album rock and roll di Dylan, e includeva influenze dirette da musicisti blues tradizionali piuttosto che i suoi suoni folk originali. Le influenze sono ovvie e Dylan le ha rese evidenti. Michael Bloomfield, che ha suonato nella Paul Butterfield Blues Band, ha suonato la chitarra solista nell'album, e molti dei suoi testi alludono a artisti e canzoni blues tradizionali. Iniziare un album con una canzone di sei minuti è rischioso, ma "Like a Rolling Stone" contiene abbastanza potenza e ferocia per attirare l'ascoltatore. La canzone è in parte autobiografica e probabilmente una delle migliori tracce di apertura di sempre."Tombstone Blues" accelera un avvio già elettrico. Come la canzone del titolo "Highway 61 Revisited" e "Desolation Row" emerge l'uso di Dylan di nomi famosi nelle sue canzoni per creare una parabola  senza tempo e completamente surreale. La chitarra di "Tombstone Blues" è una delle più belle di qualsiasi album di Dylan. " It Takes a Lot to Laugh, It Takes a Train to Cry" è una ballata blues più classica e porta l'armonica a pieno effetto;  non stravolge lo strumento e lo fa sentire come una parte organica del ritmo brioso e il piano ha una qualità quasi ragtime. "From a Buick 6" è probabilmente la canzone più debole dell'album poiché i testi non sono così selvaggi come tutto il resto, ma la musica è ancora incredibile in tutto.  "Ballad of a Thin Man": testo graffiante  che prende in giro chiunque non sia coinvolto nell'evoluzione di Dylan. Questo album è Dylan che esorcizza tutta la sua rabbia e frustrazione verso tutti quelli che non l'hanno capito o che volevano che fosse la loro scimmia ballerina, "Ballad of a Thin Man" è la chiave di volta dell'album e di quei sentimenti. Ed ecco la mia preferita  dell'album. " Queen Jane Approximately”, altrettanto severa come "Mr. Jones ", ma suona molto più amichevole a causa del tono vocale più leggero di Dylan. Sta ancora parlando di qualcuno che non è consapevole di quanto siano tutti veramente stupidi. Si ritiene che la canzone si riferisca alla cantante ed ex compagna di Dylan, Joan Baez, ma solo lui sa se è vero. È forse più corretto dire che questa canzone si applica a tutte le persone coinvolte nel movimento popolare che Dylan stava cercando di lasciare."Highway 61 Revisited", la strada che attraversa il cuore dell'America - e così fa la canzone con i suoi surreali scherzi cosmici, e ci mostra dove questa musica apparentemente semplice , il blues , può portarci."Just Like Tom Thumbs Blues" è una canzone da postumi di sbornia dalle battute iniziali che parlano di perdita a Juarez, in Messico. La canzone discute anche di come la natura distruttiva di tutte quelle cose che pensiamo di desiderare così tanto da lasciarci cambiare in peggio. "Desolation Row" è la traccia finale è un'epica di 11 minuti che riesce a mantenere l'orecchio interessato perché vuoi vedere cosa c'è intorno alla prossima curva di parole. Ha una grande chitarra acustica  che suona come se Dylan stesse cantando la canzone in una taverna poco illuminata sperduta chissà dove Se "Like A Rolling Stone" è un perfetto apripista, questo è il finale che interrompe lo show e che chiude quello che per me è il più grande album di Dylan.





domenica 3 dicembre 2017

Cestini di polenta e funghi.



Benvenuto dicembre! Con l'arrivo del freddo ho voglia di cibi caldi e sostanziosi e la polenta con i funghi è uno di quelli che preferisco in assoluto. Ho provato a unire i due ingredienti in maniera un pò diversa, realizzando dei cestini di polenta e funghi mono-porzione e li ho serviti con le lenticchie, per scaldare il cuore e lo stomaco dei miei invitati..

Ingredienti:
  • 200 gr di farina per polenta a cottura istantanea
  • 400 gr di funghi pioppini
  • 125 gr di panna liquida
  • 100 gr di scamorza affumicata
  • 30 gr di pecorino grattugiato
  • olio extra vergine di oliva
  • 1 mazzetto di prezzemolo
  • 1 spicchio d’aglio
  • sale e pepe
  • 1/2 bicchiere di vino bianco
Portare a ebollizione 1 litro e mezzo d’acqua, aggiungere il sale e versare la polenta a pioggia. Mescolare e far cuocere per il tempo indicato sulla confezione.
Versare la polenta negli stampini precedentemente imburrati e far raffreddare.
Pulire i funghi, tagliarli grossolanamente e farli rosolare con un po’ d’olio e lo spicchio d’aglio, in una padella aderente per 5 minuti. Aggiungere il vino bianco fino a che non si asciuga. Insaporire con sale, pepe e il prezzemolo tritato. Aggiungere la panna liquida.
Estrarre la polenta dagli stampini e con uno scavino fare una buco. Farcire prima con una fettina di scamorza affumicata, poi aggiungere i funghi e una spruzzata di pecorino grattugiato.
Mettere i cestini in forno a 200° per 10/15 minuti fino a che la superficie diventa dorata.

  Song: "Nebraska" Bruce Springsteen



Una foto in bianco e nero, la scritta rosso sangue del titolo. La copertina dell’album rappresenta perfettamente lo spirito dell’album: ecco “Nebraska” . Registrato da Springsteen a casa sua su un registratore a quattro tracce con chitarra e armonica, le sue dieci canzoni - inizialmente intese come demo – sono scure e desolate, un riflesso di cuori calpestati, vite rovinate e paesaggi aridi.
Il disco si apre con la title track "Nebraska" che definisce immediatamente il tono dell’opera;la sua narrativa in prima persona racconta la vera vita di Charles Starkweather e la sua fidanzata Caril Ann Fugate, che nel 1958 uccisero in otto giorni undici persone. La canzone termina con il protagonista - e, di default, lo stesso Springsteen - che spiega le sue azioni , concludendo con una frase agghiacciante: "Bene, signore, immagino ci sia solo cattiveria in questo mondo."
Questa meschinità scorre attraverso le dieci canzoni che seguono, mentre i loro personaggi raccontano le loro storie. 'Atlantic City' - probabilmente una delle più grandi canzoni degli anni '80 con la sua rassegnata disperazione ("Ho trovato un lavoro e ho cercato di mettere via i miei soldi / Ma ho debiti che nessun uomo onesto può pagare")  descrive una relazione fallimentare in un periodo di turbolenze economiche.  Altrove, i personaggi scoraggiati lottano con il dolore dell'esistenza quotidiana : sono anime perse che non hanno nulla, e per le quali il sogno americano si è manifestato al contrario, non mostrando loro quello che potevano , ma mettendo in evidenza tutto il poco che avevano .'Mansion On the Hill' esprime la triste invidia per chi ha denaro, 'Used Cars' racconta la vergogna di un bambino verso la sua famiglia che può permettersi solo un veicolo di seconda mano, e 'Jonny 99' descrive il destino di un’operaio spinto al crimine dopo aver perso il lavoro.
Tuttavia, queste non sono canzoni didattiche che raccontano all'ascoltatore come o cosa pensare, ma piuttosto ritratti di vite americane in un momento specifico nel tempo. Non giudicano, non moralizzano, non perdonano o condannano le azioni dei loro protagonisti  malasciano l’ascoltatore libero di dare il suo giudizio. Ciò che è inevitabile, tuttavia, è il senso di malinconia e solitudine che trasmette. 'My Father's House' - una canzone intensamente personale che riflette sulla difficile relazione di Springsteen con suo padre, mentre 'Highway Patrolman' è un racconto di una famiglia dilaniata da circostanze e crimine, ma che, nonostante tratti argomento cupo e melodico, riesce comunque a catturare e trasmettere la nostalgia agrodolce dei bei tempi perduti. C'è in  "Reason To Believe", un suggerimento di redenzione e speranza, ma solo di fronte alle avversità estreme .Tutto ciò contribuisce a rendere "Nebraska" un disco solitario, da ascoltare quando si ha voglia di starsene in pace a crogiolarsi nei propri pensieri , magari proprio in una domenica fredda come questa …

domenica 26 novembre 2017

Tagliatelle di farro con zucca, cavolo viola, porcini e noci.



Novembre è quasi finito e l'autunno è nel pieno della sua bellezza. Le foglie stanno cambiando tutte le sfumature di giallo, arancione e rosso, l'aria è frizzante…questa è sicuramente tra le stagioni quella che preferisco, anche a livello “alimentare” perché l’autunno ci regala della verdura buonissima, come quella che ho usato per questa ricetta..

Ingredienti per 4 persone:

  • 250 gr di tagliatelle di farro
  • 1 cipolla
  • mezzo cavolfiore viola.
  • 100 g di zucca già pulita
  • 200 g di funghi porcini
  • olio evo
  • sale
  • 1 spicchio d’aglio
  • 100 gr di noci sminuzzate grossolanamente

Lavate e tagliate a cubetti la zucca. Lavate il cavolfiore e tagliate le cimette. Pulite i funghi e tagliateli a fettine.
In un wok, mettete dell’olio evo e le spezie e poi aggiungete le verdure e le fate saltare per 10 minuti. Quindi coprite con un coperchio e fate cuocere ancora 5 minuti. Aggiungete i funghi e fate cuocere ancora per altri 5 minuti. Regolate di sale.
Nel frattempo fate bollire una pentola con l’acqua e quindi calate la pasta. Scolate al dente la pasta prendendola con un mestolo forato, così da lasciarla piuttosto umida, e ripassatela nel wok per due minuti o tre con il condimento. Impiattare e guarnire con una manciata di noci sminuzzate.

Song: “I Heard It To The Grapevine” Marvin Gaye



Inizia in modo minaccioso, con un singolo colpo di batteria seguito da un riff di piano elettrico dal suono pericoloso e da un sonoro tamburello portentoso. La canzone si insinua su di noi, e la sua strumentazione - dalle corde vorticose e affilate al pianoforte nervoso sulla dissolvenza - ci dice tutto ciò che dobbiamo sapere sulla situazione. Non ci si deve fidare del mondo. Quest'uomo ha scoperto di essere tradito dalla sua donna, ed è completamente sconvolto..
“I bet you're wonderin' how I knew
'Bout your plans to make me blue
With some other guy you knew before
Between the two of us guys
You know I loved you more
It took me by surprise I must say
When I found out yesterday
Don't you know that I heard it through the grapevine
Not much longer would you be mine
Oh I heard it through the grapevine
Oh I'm just about to lose my mind”
Sembra che tutti alla Motown abbiano sentito parlare di questa canzone "through the grapevine" prima che fosse finalmente registrata. Scritta da Norman Whitfield e Barrett Strong: Strong ha avuto l'idea e ha chiesto agli autori storici della Motown, Holland-Dozier-Holland di lavorare con lui. Si sono rifiutati di accreditare un altro scrittore, così Strong l'ha portato a Whitfield, che ha contribuito a metterlo insieme. La canzone alla fine è diventata un classico della Motown, ma ha avuto un inizio difficile, in quanto i dirigenti della compagnia pensavano che fosse troppo blues e privo di potenziale di successo. Smokey Robinson and the Miracles sono stati i primi a registrare la canzone, ma la loro versione non è stata pubblicata fino anni dopo in un album chiamato Special Occasion. Gli Isley Brothers la registrarono, ma la loro versione non fu pubblicata. Whitfield e Strong hanno poi registrato Marvin Gaye, ma ancora senza fortuna: il capo della Motown Berry Gordy ha scelto "Your Unchanging Love" di Holland-Dozier-Holland al posto di  "Grapevine" come suo prossimo singolo. Infine, una nuova star Motown, Gladys Knight che con i Pips ha registrato la canzone come un rocker gospel. La loro versione fu un successo, entrando nella Top 40 nel novembre 1967 e andando al n. 2 in America. La versione di Marvin Gaye era inclusa nel suo album del 1968 In The Groove (in seguito ri-intitolato I Heard It Through The Grapevine). Dopo che E. Rodney Jones, il disc jockey di Chicago al WVON, iniziò a suonarlo in onda, Berry Gordy riconsiderò e pubblicò la versione di Gaye come singolo, che divenne ancora più popolare e conosciuta come la versione definitiva della canzone. La "Grapevine" di Gaye ha battuto le classifiche circa un anno dopo quella di Knight, andando al numero 1 in America il 14 dicembre 1968.
Whitfield aveva consigliato a Gaye cantare leggermente più in alto della sua gamma normale, che ha creato la voce tesa, e l’ha fatto provare più e più volte fino a quando non è uscito il sound vocale desiderato. Gaye ha spiegato a NME: "Ho semplicemente preso la direzione consigliata, poiché ho sentito che l’idea che stava esponendo era giusta. Se l'avessi fatto io, non l'avrei mai cantato così, ma ci sono molti vantaggi solo cantare il materiale altrui e prenderedecisioni: il lavoro di interpretariato è piuttosto importante, perché quando le persone non sono in grado di esprimere ciò che è nelle loro anime se c'è un artista che può ... allora penso che sia molto prezioso. "

Sono moltissimi gli artisti hanno suonato “Grapevine” ma quelli che mi hanno emozionato di più sono sicuramente i Creedence Clearwater Revival con la loro versione di 11 minuti nel 1970 per il loro album Cosmo's Factory Ike & Tina Turner and The Ikettes, Ben Harper e la versione live della meravigliosa Amy Winehouse con Paul Weller feat. Jools Holland .