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domenica 3 dicembre 2017

Cestini di polenta e funghi.



Benvenuto dicembre! Con l'arrivo del freddo ho voglia di cibi caldi e sostanziosi e la polenta con i funghi è uno di quelli che preferisco in assoluto. Ho provato a unire i due ingredienti in maniera un pò diversa, realizzando dei cestini di polenta e funghi mono-porzione e li ho serviti con le lenticchie, per scaldare il cuore e lo stomaco dei miei invitati..

Ingredienti:
  • 200 gr di farina per polenta a cottura istantanea
  • 400 gr di funghi pioppini
  • 125 gr di panna liquida
  • 100 gr di scamorza affumicata
  • 30 gr di pecorino grattugiato
  • olio extra vergine di oliva
  • 1 mazzetto di prezzemolo
  • 1 spicchio d’aglio
  • sale e pepe
  • 1/2 bicchiere di vino bianco
Portare a ebollizione 1 litro e mezzo d’acqua, aggiungere il sale e versare la polenta a pioggia. Mescolare e far cuocere per il tempo indicato sulla confezione.
Versare la polenta negli stampini precedentemente imburrati e far raffreddare.
Pulire i funghi, tagliarli grossolanamente e farli rosolare con un po’ d’olio e lo spicchio d’aglio, in una padella aderente per 5 minuti. Aggiungere il vino bianco fino a che non si asciuga. Insaporire con sale, pepe e il prezzemolo tritato. Aggiungere la panna liquida.
Estrarre la polenta dagli stampini e con uno scavino fare una buco. Farcire prima con una fettina di scamorza affumicata, poi aggiungere i funghi e una spruzzata di pecorino grattugiato.
Mettere i cestini in forno a 200° per 10/15 minuti fino a che la superficie diventa dorata.

  Song: "Nebraska" Bruce Springsteen



Una foto in bianco e nero, la scritta rosso sangue del titolo. La copertina dell’album rappresenta perfettamente lo spirito dell’album: ecco “Nebraska” . Registrato da Springsteen a casa sua su un registratore a quattro tracce con chitarra e armonica, le sue dieci canzoni - inizialmente intese come demo – sono scure e desolate, un riflesso di cuori calpestati, vite rovinate e paesaggi aridi.
Il disco si apre con la title track "Nebraska" che definisce immediatamente il tono dell’opera;la sua narrativa in prima persona racconta la vera vita di Charles Starkweather e la sua fidanzata Caril Ann Fugate, che nel 1958 uccisero in otto giorni undici persone. La canzone termina con il protagonista - e, di default, lo stesso Springsteen - che spiega le sue azioni , concludendo con una frase agghiacciante: "Bene, signore, immagino ci sia solo cattiveria in questo mondo."
Questa meschinità scorre attraverso le dieci canzoni che seguono, mentre i loro personaggi raccontano le loro storie. 'Atlantic City' - probabilmente una delle più grandi canzoni degli anni '80 con la sua rassegnata disperazione ("Ho trovato un lavoro e ho cercato di mettere via i miei soldi / Ma ho debiti che nessun uomo onesto può pagare")  descrive una relazione fallimentare in un periodo di turbolenze economiche.  Altrove, i personaggi scoraggiati lottano con il dolore dell'esistenza quotidiana : sono anime perse che non hanno nulla, e per le quali il sogno americano si è manifestato al contrario, non mostrando loro quello che potevano , ma mettendo in evidenza tutto il poco che avevano .'Mansion On the Hill' esprime la triste invidia per chi ha denaro, 'Used Cars' racconta la vergogna di un bambino verso la sua famiglia che può permettersi solo un veicolo di seconda mano, e 'Jonny 99' descrive il destino di un’operaio spinto al crimine dopo aver perso il lavoro.
Tuttavia, queste non sono canzoni didattiche che raccontano all'ascoltatore come o cosa pensare, ma piuttosto ritratti di vite americane in un momento specifico nel tempo. Non giudicano, non moralizzano, non perdonano o condannano le azioni dei loro protagonisti  malasciano l’ascoltatore libero di dare il suo giudizio. Ciò che è inevitabile, tuttavia, è il senso di malinconia e solitudine che trasmette. 'My Father's House' - una canzone intensamente personale che riflette sulla difficile relazione di Springsteen con suo padre, mentre 'Highway Patrolman' è un racconto di una famiglia dilaniata da circostanze e crimine, ma che, nonostante tratti argomento cupo e melodico, riesce comunque a catturare e trasmettere la nostalgia agrodolce dei bei tempi perduti. C'è in  "Reason To Believe", un suggerimento di redenzione e speranza, ma solo di fronte alle avversità estreme .Tutto ciò contribuisce a rendere "Nebraska" un disco solitario, da ascoltare quando si ha voglia di starsene in pace a crogiolarsi nei propri pensieri , magari proprio in una domenica fredda come questa …

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