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domenica 2 aprile 2017

Saor di verdure.


Il “saor” era il metodo di conservazione che usavano i pescatori veneziani i quali avevano l'esigenza di tenere il cibo a bordo per molto tempo o comunque il più a lungo possibile. Una volta cotte le cipolle con aceto e olio, si posavano a strati inframezzati da sarde fritte in contenitori di terracotta e l’aceto ne garantiva la lunga conservazione .Sono mesi che avevo voglia di preparare il saor ma invece del pesce ho provato ad utilizzare le verdure. Questa ricetta ora che è pronta la dedico alla mia amica Chiara di Mestre perché lei, di saor, se ne intende!

Ingredienti:
  • 500 grammi di zucca
  • 1 zucchina
  • 1 peperone rosso
  • 1 peperone giallo
  • 5 foglie di radicchio trevigiano
  • 3 cipolle bianche
  • 1 cucchiaio di zucchero
  • aceto di vino bianco
  • 1 cucchiaio colmo di  pinoli
  • 1 cucchiaio colmo di uvetta sultanina
  • olio extra vergine di oliva qb
  • 1 foglia alloro
  • sale.

Mettere in ammollo l’uvetta per una mezz’ora, intanto preparare la zucca, togliendo la buccia e tagliandola a dadini circa, tagliate in questo modo anche le zucchine. Svuotate dei semi i peperoni e tagliateli a striscioline.
In una larga padella stufare le cipolle con un pò d’olio,il sale, la foglia di alloro, aggiungere dopo un pò il cucchiaio di zucchero per  caramellare e poi l’aceto di vino a discrezione (se vi piace di sapore più o meno forte) e lasciare evaporare.
In un altra  padella  sempre con un filo d’olio mettere i dadini di zucca e zucchina e i peperoni a cuocere finchè diventano morbidi ma non sfatti, girandoli spesso. Scottate nella stessa padella per qualche minuto le foglie di radicchio.
Nella padella della cipolla, aggiungete l’uvetta strizzata e i pinoli e insaporite.
Quando il tutto si è raffreddato, in un barattolo fate strati di zucca,zucchina radicchio e cipolle con l'uvetta e i pinoli alternando.
Riponete in frigo anche per un paio di giorni che diventa ancora più buona.
Da servire a temperatura ambiente.


"Se non hai una groupie intorno vuol dire che non stai facendo sul serio" (Frank Zappa)


La prima volta che vidi “Almoust Famous “di Cameron Crow rimasi colpita dal suo modo di descrivere il ruolo delle groupie  all’interno dell’ambiente musicale degli anni '70. Mi sono divertita a chiedere agli amici , musicisti e non, il loro pensiero a proposito di queste figure che gravitavano nell'ambiente rock dei ‘60s e ‘70s. La maggior parte di loro le ha liquidate come “puttanelle” in cerca di fama. E visto che non mi piacciono i giudizi dettati solo dal senso del pudore e della morale ho deciso di studiare un po' questo “fenomeno” .  Coniato dalla stampa intorno alla metà degli anni ’60 e definitivamente consacrato da Rolling Stone nel febbraio 1969, quando la rivista dedicò alle ragazze del rock uno speciale correlato dagli scatti del grande fotografo Baron Wolman, il termine "groupie" definiva l’entourage prevalentemente (ma non solo) femminile che ruotava intorno ai membri dei gruppi rock del tempo, assecondandone le abitudini sfrenate e cercandone le attenzione. Le groupie più famose della storia del Rock hanno goduto tutti i vantaggi del sontuoso stile di vita libertino che i musicisti hanno offerto loro. Il loro compito era ''semplice'', incarnavano una figura femminile protettiva, come se fossero stati angeli salvatori, oltre a essere amanti e comportarsi in modo materno verso i musicisti stanchi, alleviando le loro fatiche e ispirandoli, proprio come delle muse, a scrivere nuovi brani di musica da registrare per il prossimo album. Le groupies erano parte integrante della scena rock and roll dei tempi, e anche della rivoluzione sessuale, prorompente all'epoca come la musica stessa, ed hanno contribuito a rendere magici quegli anni, che senza di loro non sarebbero certo stati gli stessi. È chiaro che di ragazze che attorniavano i musicisti ne esistevano anche prima che a tale fenomeno fosse dato un nome. Ma la rivoluzione culturale degli anni '60 e la nascita dei grandi gruppi rock gettarono le basi per la creazione di contesti del tutto nuovi: sui palcoscenici emergevano figure selvagge e magnetiche che suonavano qualcosa di mai sentito prima, recependo ed elaborando un senso di illimitata libertà a cui davano voce con gestualità carismatica, imponendosi nell’immaginario degli ascoltatori e di fatto entrando a passi larghissimi e trionfali nell’impero delle divinità del rock. In questo senso, le groupie furono un fenomeno illuminato di riflesso dall’esplosione luminosa di personalità di culto che loro stesse adoravano in prima persona, spinte da una viscerale passione nei confronti della musica e del mondo a cui essa apparteneva. Da un lato, soprattutto dopo l’uscita dello speciale su Rolling Stone, scatenarono all’epoca l’aperta disapprovazione dei movimenti femministi, che nell’ostentata ricerca sessuale di quelle che apparivano come “prostitute sottomesse” faticavano a riconoscere il “libero e pacifico scambio di intimità e ispirazione” di cui le ragazze si dichiaravano portabandiera; dall’altro, non poterono che muovere le scandalizzate riserve dei lettori della rivista a causa della giovanissima età di molte delle protagoniste, in molti casi ancora minorenni.La risposta fu sempre univoca e continua ad essere riproposta da coloro che più sono state capaci, non senza un ottimo intuito imprenditoriale, di raccogliere e raccontare la propria scatenata giovinezza al seguito dei grandi nomi del rock: le groupie “erano scelte ma a loro volta sceglievano” e volevano essere esattamente nei letti in cui si infilavano, forti abbastanza per condurre la propria vita esattamente come desideravano, liberissime di prendere parte come no al gioco decadente consumato tra le suite degli hotel più lussuosi e i dietro le quinte dei più grandi palchi. Restituendo attraverso il proprio corpo il piacere e l’estasi donati dalla musica e realizzando così, anche così, una piena comunione, in un totale e spontaneo donarsi. Spesso si trattava di ragazze provenienti dall’ambiente della moda,In altri casi si trattava di personaggi legati a loro volta alla musica e all’arte...Ecco a voi alcune tra le sacerdotesse del rock più famose: 
Tura Satana.
La dirompente e prosperosa protagonista del cult-movie di Russ Meyer, Faster Pussycat Kill Kill! (1965), è stata il primo travolgente amore di Elvis Presley. Fu lei, ballerina di burlesque, ad insegnare al giovane Elvis le celebri mosse che fecero impazzire le fan di tutto il mondo. Lui voleva sposarla e le regalò un anello di brillanti, ma Miss Japan Beautiful gli rispose di no, preferendo continuare la sua carriera di attrice e performer.
Pamela Des Barres
 «Le donne si stavano liberando sessualmente, nasceva la pillola. Per questo mi arrabbio con le femministe che fanno la morale sulle groupie: noi non ci sottomettevano, noi facevamo solo ciò che volevamo"...
La più nota, secondo molti ha ispirato il personaggio di Penny Lane (interpretato da Kate Hudson) nel film Almost Famous e autrice del manifesto sul groupismo: "Sto con la band. Confessioni di una groupie". Pamela ha iniziato a frequentare i backstage giovanissima, aveva 16 anni. Ha avuto diverse relazioni, più o meno durature, con veri e propri monumenti del rock:  Mick Jagger, con il chitarrista dei Led Zeppelin Jimmy Page, col batterista degli Who Keith Moon, e di altri artisti come Nick St. Nicholas, Noel Redding, Chris Hillman, Gram Parsons
Cynthia Plaster Caster. 
Siamo nel 1966, Cynthia, una ragazza di famiglia cattolica e conservatrice, studia arte in un college di Chicago. Un giorno, le viene assegnato da un professore il compito di fare un calco di qualcosa di solido. Insieme ad un'amica, decise che non c'era niente di più solido nel 1966 degli organi genitali di una rock star. Questo suo bizzarro hobby la portò un piccolo grado di notorietà nell'ambiente e si fece largo nel sottobosco delle groupie e delle band locali fino ad arrivare a personaggi del calibro di Keith Moon (che si strappo una gamba dei pantaloni per dare alla giovane artista, ancora agli esordi, un grembiule per il suo lavoro) e Jimi Hendrix. Nel tempo, Cynthia si è fatta un nome, che le è valso la dedica di una canzone dei Kiss ("Plaster Caster") e la protezione di un mecenate d'eccezione, Frank Zappa (che, però, non si fece mai prendere un calco, da buon padre di famiglia qual era). Il manager di quest'ultimo, Herb Cohen, le consigliò di nascondere i calchi nella sua cassaforte per proteggerli da furti (pare che qualcuno avesse tentato di rubare la collezione dall'appartamento di Cynthia), ma non volle più restituirli, tanto che si dovette arrivare ad un processo. In seguito, Cynthia ottenne la restituzione delle copie in bronzo delle sculture.
Bebe Blubell.
Modella, playmater negli anni ’70 ha vissuto al seguito di diverse band e frequentato George Harrison, Jimmy Page, Mick Jagger, Rod Stewart e Steven Tyler. È  stata una via di mezzo tra una groupie e una fidanzata: rispetto alle altre ragazze ha avuto relazioni molto lunghe con parecchie rockstar. Nel periodo in cui frequentava  Todd Rundgren, Mick Jagger la corteggia assiduamente e per il suo ventunesimo compleanno Mick le telefonate domandando “Se potessi uscire con tre uomini importanti, chi sceglieresti?” Lei rispose “Pablo Picasso, Einstein e John Lennon” Mick rispose se si poteva accontentare di uscire a cena con lui. Lei accettò e finita la cena Mick le chiese di accompagnarlo da un amico..salirono le scale di un palazzo e davanti ad una porta aperta c’era John Lennon che cantava “Happy birthday to you”..”Dei tre, era il più facile da trovare!” disse Mick..
Lory Maddox
Lori è stata una delle tante “baby groupie" che ruotavano intorno alle band nei primi anni Settanta. Lingerie super colorata, zeppe, boa di struzzo al collo, maglie a rete, pantaloni a zampa d’elefante super attillati, T-Shirts variopinte questo era l’abbigliamento che Lori usava per farsi notare tra la folla dei concerti. “Fuggivo di casa il sabato sera perchè mia madre lavorava tutta la notte in un ristorante”– racconta Lori – “Ero solo una ragazzina ma avevo già le idee molto chiare”. Fu così che Lori una sera conosce David Bowie: “Avevo baciato solo qualche coetaneo, ma ero ancora vergine. Chi non avrebbe voluto avere David come primo uomo nella vita?”. La rock star “rapisce” Lori letteralmente e la porta nel suo hotel, successivamente si rivedono ancora ma è Jimmy Page che colpisce ancora di più la giovanissima Lori. Ed è proprio lui, quello che poi sarà definito uno dei chitarristi più importanti, influenti e versatili della storia del rock, che la fa innamorare all’istante. Lei ha solo 15 anni ed il chitarrista dei Led Zeppelin, da vero gentiluomo, chiede alla madre di Lori il permesso per poter stare insieme a lei. “Diceva che ero il suo giovane angelo”– dichiara Lori – “Lo seguivo nei suoi spostamenti, attendendolo in hotel. La mia intera vita era per lui, non potevo più frequentare la scuola perchè ero troppo impegnata a seguire Jimmy”. Viaggiò per oltre un anno insieme alla band ed ispirò il brano “Sick Again”, uno tra i più grandi successi dei Led Zeppelin. La storia con Page finì nel momento in cui lo trovò a letto con Bebe Blubell 
Chris O' Dell 
Giunta da Tucson a Londra ventenne e con 60 sterline in tasca, divenne assistente alla Apple, l'etichetta dei Beatles, e l'amante di George Harrison e Ringo Starr ma ciò non le impedì di diventare amica sia di sua moglie Pattie Boyd, sia di Maureen Starkey, moglie del secondo. La china del cliché "sesso, droga e rock’ n' roll" la condusse sulla sponda Rolling Stones, che accompagnò in tour nel 1972 (finendo a letto con Mick Jagger); fu poi anche il turno di Bob Dylan, che la assunse come tour manager prima di avere una relazione con lei, e di Eric Clapton. Miss O’Dell è il brano che nel 1973 George Harrison scrisse per Chris O’ Dell. 

Song: "Sick Again" Led Zeppelin
 



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